Dopo la firma del Presidente della Repubblica, è arrivato il testo finale della Legge di Stabilità 2015, che dovrebbe approdare in Aula, per il primo via libera, entro la terza settimana di novembre, ma che già entro giovedì della prossima settimana sarà sottoposto alle audizioni. Mentre per lunedì prossimo, alle 16, è previsto l’incontro fra Renzi e sindacati, al quale parteciperanno anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan e della pubblica Amministrazione, Marianna Madia, per discutere della manovra.
Ecco le norme principali della legge, il cui unico nodo ancora aperto rimane la spending review gravante su regioni e comuni:
– Bonus mamme su richiesta: per tutti i nati (o adottati) dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2017 arriva un bonus da 960 euro l’anno, 80 euro al mese, fino al terzo anno (di età o di adozione) con limite a 90mila euro di reddito familiare (che non vale dal quinto figlio in su). Intervento che per le fasce medio basse (fino a 26mila euro) si somma al bonus Irpef, visto che il bonus è esentasse. Va richiesto all’Inps. Per il 2015 anche fondo da 298 milioni per altri interventi a favore della famiglia;
– Zero contributi ai neoassunti, fino a 8.060 euro: le imprese che assumono nel 2015 potranno godere anche dell’azzeramento dei contributi a loro carico per tre anni (ma con un tetto a 8.060 euro). Stanziato 1 miliardo l’anno tra 2015 e 2017 e 500 milioni per il 2018. Con il taglio dei contributi per i primi tre anni si punta a incentivare 1 milione di assunzioni. E’ quanto si legge nella relazione tecnica alla legge di Stabilità in cui si spiega che saranno circa 790mila i contratti per cui i datori potranno usufruire della decontribuzione piena, mentre per 210mila si potrà beneficiare dello sgravio fino al tetto degli 8.060 euro;
– Pensioni: saranno pagate il 10 del mese dall’Inps, ma questo riguarderà solo coloro che hanno un doppio trattamento Inps/Inpdap;
– 12,6 miliardi di aumentio Iva a partire dal 2016: messo dal governo come clausola di salvaguardia, vale 12,8 miliardi il primo anno e 19,2 miliardi nel 2017 per arrivare a 21,2 miliardi nel 2018. Il governo lo dovrà azzerare il prossimo anno. Il governo, per annullare l’aumento, dovrà trovare risorse di questa entità;
– 80 euro strutturali: il bonus Irpef diventa strutturale ma si trasformano in detrazione (nel bilancio dello Stato passano da maggiore spesa a minore entrata). La platea resta immutata, 10 milioni di italiani tra gli 8.000 e i 26.000 euro di reddito.
– Tfr in busta paga con tasse ordinarie: la novità scatta dal primo marzo del prossimo anno e sarà in vigore fino al 30 giugno 2018. Una volta optato per il Tfr in busta ogni mese, assoggettato a tassazione ordinaria, la scelta è irrevocabile. Esclusi i lavoratori pubblici, i lavoratori domestici e quelli del settore agricolo. Bisogna lavorare da almeno 6 mesi;
– Più 20% di tasse su rendite fondi pensione: con uno stretto legame all’operazione Tfr, la tassazione sui rendimenti dei fondi pensione “dal periodo d’imposta 2015” passa dall’11 al 20%. Sui redditi da rivalutazioni dei fondi per il Tfr la tassazione passa invece dall’11 al 17%;
– Irap: la componente lavoro diventa deducibile dall’imponibile Irap, ma si cancella il taglio del 10% introdotto con il dl Irpef. L’aliquota torna quindi al 3,9% già da quest’anno;
– 1 miliardo a “buonascuola”, saltata la riforma maturità: per la stabilizzazione dei precari (1 miliardo il prossimo anno, 3 a dal 2016). Salta invece la riforma delle commissioni per gli esami di maturità, che arriverà con un provvedimento successivo;
– Taglio di 4 miliardi a province e comuni: ma c’è ancora da trattare sulla composizione dei tagli;
– Tagli lineari ai ministeri: con una riduzione delle proprie dotazioni di circa 1 miliardo nel 2015. La Difesa taglia 500 milioni;
– Contratto statali, ancora uno stop: contratto del pubblico impiego congelato fino a dicembre 2015. Magistrati, avvocati, procuratori dello Stato, personale militare e delle Forze di polizia, diplomatici sono esclusi dal blocco degli scatti;
– 300 milioni a Ricerca e Sviluppo: credito d’imposta al 25%, fino al 50% per università e enti di ricerca. Fino al 2019.;
– Ecobonus: prorogato per il 2015 lo sconto al 65% per gli interventi di efficienza energetica, valido anche per i condomini, così come quello per le ristrutturazioni che si ferma però al 50%. Ok anche al bonus mobili-elettrodomestici;
– Forfait unico al 15% per artigiani e micro-imprese arriva il forfait. per sostenere 900mila partite Iva. Non ha più il limiti di tempo e di età, ed è esteso a ricavi fino a 40mila euro (secondo i settori);
– 50 milioni a Giustizia: arriva un fondo ad hoc. Le risorse raddoppiano l’anno successivo per poi arrivare a quota 120 milioni nel 2017. Le spese per i tribunali non saranno più a carico dei Comuni ma dello Stato (stanziati 250 milioni);
– 2 miliardi per jobs act: creato un fondo ad hoc per sostenere la riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali, inclusi quelli in deroga. Inizialmente doveva essere 1,5 miliardi;
– Reverse charge maxi o tasse: il meccanismo di reverse charge per il pagamento dell’Iva è allargato, per 4 anni, a pulizie, edilizia, gas, energia elettrica. Si punta anche alle operazioni verso la P.a. ma serve l’ok alla deroga dalla Ue. Se l’autorizzazione non dovesse arrivare scatterà un aumento delle accise sulla benzina per circa 1 miliardo (988 milioni);
-Agenzia delle Entrate aiuta auto-correzione: i controlli fiscali avranno l’obiettivo di aiutare il contribuente all’auto-correzione e concentrare il contrasto su frodi e contribuenti meno collaborativi. Arriva il ‘ravvedimento lunghissimo’ e semplificazioni per adempimenti Iva;
– Rai vende immobili, Fs investe: La Rai “può cedere sul mercato attività immobiliari e quote di società. Fs investirà risorse da cessioni sulla rete ferroviaria;
– Salta intervento forestali, 100 milioni a Lsu: Saltano i 140 milioni, previsti nelle prime bozze, per i forestali calabresi. Restano invece 100 mln per i Lavori Socialmente Utili (Lsu) di Palermo e Napoli;
– Tagli ai patronati: I patronati continueranno ad assistere i cittadini ma con 150 mln in meno di trasferimenti;
– Missioni di pace: rifinanziamento ‘biennale’ per le missioni di pace che avranno 850 milioni nel 2015 e nel 2016;
– Ludopatia e non autosufficienza: 50 milioni per curare chi ha la ‘febbre’ del gioco. 250 milioni al fondo per la non autosufficienza, compresi i malati di Sla.
F.P.