Nell’anno 2021 sono 3.912.814 i cittadini stranieri, comunitari e non, presenti nelle banche dati dell’Inps, di cui 3.407.805 (87,1%) sono lavoratori attivi, 280.923 (7,2%) pensionati e 224.086 (5,7%) percettori di prestazioni a sostegno del reddito. Il 71,2%, pari a 2.785.777 stranieri, proviene da Paesi extra UE, 270.269 (6,9%) da Paesi UE15 e 856.768 (il 21,9%) da altri Paesi UE. L’ annuncia l’istituto pubblicando l’aggiornamento all’anno 2021 dell’osservatorio sugli stranieri.
L’analisi dei dati per Paese di provenienza evidenzia la presenza di 702.947 Romeni, che rappresentano il 18,0% del complesso degli stranieri rilevati dagli archivi dell’Istituto; seguono Albanesi (378.276, 9,7%), Marocchini (304.509, 7,8%), Cinesi (211.103, 5,4%), Ucraini (182.312, 4,7%) e Filippini (127.536, 3,3%). Le sei nazionalità considerate totalizzano circa la metà del totale degli stranieri conosciuti all’Inps (48,7%).
Nell’ambito di ciascuna nazionalità la composizione degli stranieri per tipologia mostra che la comunità cinese è quella con la percentuale più elevata di lavoratori (97,9% sul totale di 211.103), seguita dalle comunità bengalesi (92,9%), indiane (92,8%) e pachistane (92,6%). La percentuale più alta di percettori di prestazioni a sostegno del reddito è quella degli Ucraini (10,4%), con 18.920 soggetti su un totale di 182.312. La nazionalità con la percentuale più alta di pensionati è quella della Germania (15% sul totale di 116.438 soggetti).
Tra i cittadini stranieri prevale il genere maschile (55,9%), soprattutto per Pakistan (94,9%), Bangladesh (93,8%), Egitto (92,4%), Senegal (85,0%), India (80,3%) e Marocco (72,3%). Le donne prevalgono invece tra i lavoratori provenienti da Ucraina, Moldova, Perù e Filippine, Paesi con un tasso di mascolinità pari rispettivamente a 19,1%, 32,6%, 39,6% e 42,0%.
Per quanto riguarda l’età per i non comunitari quasi la metà ha meno di 39 anni (44,8% contro il 32,9% dei comunitari); il 45,0% ha tra i 40 e i 59 anni (contro il 52,3% dei comunitari) e solo il 10,2% ha più di 60 anni (contro il 14,7% dei comunitari).
Il 61,4% degli stranieri censiti negli archivi dell’Istituto nel 2021 risiede o lavora in Italia settentrionale, il 23,6% in Italia centrale e il 15,0% in Italia meridionale e Isole.
Al Nord e al Centro prevalgono nettamente gli stranieri provenienti da Paesi extra UE rispetto a quelli provenienti da Paesi UE (74,1% al Nord e 68,8% al Centro), mentre al Sud gli stranieri extra UE rappresentano il 63,2%. Rispetto alla popolazione residente, al Nord l’incidenza degli stranieri regolari è di 8,8 su 100 residenti, al Centro 7,9, al Sud e Isole 3,0. A livello nazionale l’incidenza si attesta a 6,6 stranieri per 100 residenti.
I lavoratori dipendenti sono 2.926.596, con una retribuzione media annua (RMA) di 14.040,45 euro. Di questi, 2.060.868 lavorano nel settore privato non agricolo (il 64,9% uomini), con una RMA di 16.373,42 euro (18.183,69 euro per gli uomini e 13.025,63 euro per le donne); 286.819 lavorano nel settore agricolo (il 74,3% uomini), con una RMA di 8.467,24 euro (8.947,33 gli uomini e 7.077,30 le donne), mentre i domestici sono 578.909 (solo il 15,4% uomini) con una RMA pari a 8.496,48 euro (8.353,02 euro per gli uomini e 8.522,63 euro per le donne).
I pensionati sono 280.923, con una pensione media annua pari a 10.555,06 euro: il 49,9% (140.284 soggetti) ha una prestazione assistenziale, mentre coloro che percepiscono una pensione di tipo previdenziale sono 101.303 (il 36,1%); 16.042 (5,7%) sono titolari di pensioni indennitarie e 23.294 (8,3%) percepiscono due o più pensioni.
tn