La quota degli occupati che hanno lavorato solo un’ora, nella settimana a cui fanno riferimento le informazioni raccolte dall’Istat, si mantiene “stabile” nel tempo su “valori molto bassi”: nel periodo 2004-2015 non supera lo 0,1% e nel secondo trimestre 2016 è pari allo 0,05%, ossia 11 mila unità. È lo stesso Istituto di statistica a metterlo nero su bianco in un box dedicato all’argomento che tante polemiche ha suscitato negli ultimi mesi.
Se è vero, infatti, che per rientrare nella categoria degli occupati certificati dall’Istat, secondo la definizione armonizzata a livello europeo coerente con gli standard internazionali definiti dall’International Labour Office (Ilo), basta, tra l’altro, aver svolto almeno un’ora di lavoro retribuito durante la settimana di riferimento, è altrettanto vero che tale quota di lavoratori resta decisamente bassa nel lungo periodo e non incide sull’aggregato generale degli occupati.
Ampliando l’analisi, la quota di coloro che hanno lavorato fino a otto ore nella settimana di riferimento, l’equivalente di una giornata lavorativa a tempo pieno, varia tra l’1,3% e l’1,7% nelle medie triennali calcolate tra il 2004 e il 2015 (pari a un numero di occupati tra 300 e 377 mila). Nel secondo trimestre 2016 tale quota è pari all’1,6% (366 mila unità). Nello stesso periodo, il 3,7% degli occupati ha lavorato settimanalmente da 9 a 16 ore, il 22,6% da 17 a 32 ore, il 68,5% ha lavorato più di 32 ore; il 3,6% era assente (ad esempio per ferie, malattia o altri motivi).
Tra coloro che nel secondo trimestre 2016 hanno lavorato fino a otto ore nella settimana di riferimento, l’81% svolge abitualmente tale orario. Nelle medie triennali, tale quota è in crescita tra il 2004 e il 2015: dal 48% nel periodo 2004-2006, al 56% nel 2007-2009, fino al 65% dal 2010 al 2015.
La maggior parte di coloro che hanno lavorato fino a otto ore nella settimana di riferimento sono donne: il 70% nel secondo trimestre 2016. Da un’analisi per età, nello stesso periodo risulta che il 50% ha tra 35 e 54 anni, il 29% sono giovani fino a 34 anni e il 21% ha 55 anni o più. Il 41% sono dipendenti a tempo determinato, il 36% indipendenti mentre il 23% sono dipendenti a tempo indeterminato. L’89% lavora nei servizi, principalmente nei settori dei servizi rivolti alle famiglie e alle persone, nel commercio, negli alberghi e ristoranti.