La vera partita che sta giocando Matteo Renzi è tutta sulla copertura della manovra che ha annunciato la scorsa settimana. I provvedimenti annunciati sono più o meno piaciuti, ma nella sostanza le critiche sono destinate, almeno nel breve periodo, a lasciare il tempo che trovano. Anche perché non sono univoche, basta riflettere a come il decreto legge su contratti a termine e apprendistato, pubblicato oggi sulla Gazzetta ufficiale, sia stato bocciato da Susanna Camusso, ma sostanzialmente sdoganato da Raffaele Bonanni, per come si è espresso ieri in una lunga intervista a Il diario del lavoro. La vera insidia è, appunto, sulla copertura di queste spese, una partita difficile, che il premier sta cercando di giocare a Bruxelles. E’ dall’Europa infatti che possono venire le opportunità di dare il via a una manovra che consentirebbe di far ripartire l’economia.
Il punto è che a Bruxelles volano i sorrisi, ma anche i coltelli. Tutti hanno lodato il piano di Renzi, al di là dei sorrisetti che possa aver suscitato, ma il richiamo al rigore sui conti pubblici è stato fermo. Per questo il premier è tentato dall’idea di saltare la polemica sulla crescita del deficit fino al 3%, che è molto difficile sia autorizzata, per arrivare allo stesso risultato portando fuori dal patto il cofinanziamenti italiano dei fondi strutturali. Potrebbe essere questo lo svincolo vero di tutta la manovra, anche perché le cifre sono indicative: in due anni potrebbero essere messi a disposizione ben 22 miliardi di euro, ben più di quanto non serva a finanziare la manovra.
Poi c’è la partita del Fiscal compact, la vera incognita del nostro immediato futuro. Dal prossimo anno dovremmo trovare 50 miliardi di euro l’anno per abbassare il debito pubblico. E’ evidente che sarebbe ben più che un intervento lacrime e sangue, metterebbe il nostro paese, e non solo, in ginocchio. Per questo Renzi sta cercando di verificare come sia possibile avviare un percorso diplomatico per arrivare a ricontrattare il trattato e attenuare questo vincolo che non ci possiamo permettere di sostenere.
Poi c’è la partita interna della copertura, perché Renzi ha annunciato che una parte delle risorse necessarie verranno dalla spending review di Carlo Cottarelli. Il premier deve adesso scegliere tra le diverse strade indicate dal tecnico, capire dove colpire. E non è mai semplice. Per esempio, c‘è in quel piano l’indicazione di chiedere un contributo alle pensioni superiori ai 25mila euro l’anno, perché lì ci sarebbe una certa capacità di sopportazione di un nuovo vincolo. Ma già l’alleggerimento dell’imposizione fiscale ha premiato i lavoratori lasciando a bocca asciutta i pensionati, che infatti stanno protestando, anzi guidano l’opposizione a Renzi, colpirli ancora sarebbe iniquo. E infatti il premier ha per il momento escluso questa mossa.
Cresce in queste settimane la disputa se il sindacato sia o meno in crisi. La lontananza esibita da Renzi, che non ha mai avuto un incontro formale con le parti sociali, non aiuta le rappresentanze dei lavoratori. Ma il sindacato, almeno come lo vede Raffaele Bonanni, non è affatto in crisi. Nell’intervista a Il diario del lavoro, nella quale parla diffusamente della manovra del premier, il segretario generale della Cisl respinge l’immagine di un sindacato in crisi. Siamo più forti che mai, afferma, e in tempo di crisi e di cassa integrazione non è facile. Ma soprattutto, spiega, il sindacato è vicino alla gente, alle persone, a differenza dei partiti, sempre più lontani. Loro spariranno, afferma, noi resteremo.
Intanto la Cgil si avvicina al suo congresso, che avrà luogo nella prima decade di maggio. In settimana sono stati resi noti i dati relativi all’andamento dei congressi di base, ma non sono indicativi. Affermano infatti che la relazione di maggioranza ha fatto il pieno, e che quella di minoranza, presentata da Giorgio Cremaschi, non ha ottenuto che il 2%. Tutto scontato, perché nella relazione di maggioranza c’è tutta la confederazione. La battaglia invece ci sarà e vedrà la Camusso contro Maurizio Landini che sta assumendo posizioni sempre più lontane da quelle della segretaria generale della confederazione. Ma per sapere come andrà, a quali percentuali si fermeranno i due partiti che convivono dentro la Cgil, sarà necessario attendere il congresso.
Contrattazione
Numerosi accordi in settimana. E’ stata raggiunta un’intesa sui contratti di solidarietà alla Fiat per lo stabilimento di Pomigliano, la prima del genere per il gruppo. E sono stati rinnovati il contratto nazionale del settore delle piastrelle e quello dei retifici da pesca. Ancora, molto interessante un protocollo firmato dalle parti sociali a Bergamo per lo sviluppo e l’occupazione nella provincia.
Interviste
Oltre all’intervista al segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, il diario dl lavoro pubblica anche un’intervista a Stefano Malandrini, di Confindustria Bergamo, che si sofferma sulle caratteristiche e l’importanza del protocollo firmato in quella città dalla parti sociali.
Opinioni
Tre opinioni pubblicate su Il diario del lavoro. Rino Caviglioli si sofferma sulla figura del premier, spiegando come e perché non sia amato dal suo partito. Flavio Pellis si concentra invece sul Job’s Act, criticando alcuni contenuti. Infine Maurizio Ricci riferisce le vere cifre sul costo dell’energia nel nostro paese, sfatando il mito che ci vede in cima a tutte le classifiche.
Documentazione
E’ possibile leggere su Il diario del lavoro il protocollo su sviluppo e occupazione firmato in provincia di Bergamo dalle parti sociali e l’accordo per il rinnovo del contratto del settore delle piastrelle. Sempre su Il diario del lavoro il testo del decreto legge su contratto a termine e apprendistato.