Maurizio Landini sa bene cosa deve fare adesso che è diventato segretario generale della Cgil. Sono anni che si prepara a questo incarico, lo ha cercato con perseveranza e quindi è pronto a diventare operativo. Il che non significa che non sarà difficile anche per lui cambiare la strategia della confederazione dove deve essere innovata e rincorrere gli obiettivi alti che si è dato.
Il primo, ineludibile, sarà quello della contrattazione. I contratti sono stati rinnovati tutti alla loro scadenza in questi anni, fatte salve alcune eccezioni, che però restano tali. Ma c’è da fare ordine nella giungla che negli anni si è venuta a creare. Il numero altissimo dei contratti nazionali è un fenomeno che si spiega in parte con la presenza e l’attivismo di tanti piccoli sindacati, ognuno attento a firmare con organizzazioni imprenditoriali compiacenti i loro contrattini, che a volte si rilevano come contrattoni. Ma anche i sindacati confederali firmano un numero troppo alti di contratti, anche per la stessa categoria, creando così confusione e disorganizzazione nelle quali si perdono troppe energie.
E poi ci sono alcune evidenti discrasie alle quali occorre mettere mano. Soprattutto per quanto riguarda il fenomeno di lavoratori che vivono fianco a fianco con altri lavoratori, spesso facendo lo stesso mestiere, ma con regolamentazioni contrattuali diverse. Gli appalti spesso e volentieri portano questa confusione che fa male al lavoro, molto male. Gli edili tempo fa hanno lanciato la campagna per avere un solo contratto di lavoro in ogni cantiere: è un suggerimento utile. Landini lo sa bene, perché anche i metalmeccanici subiscono lo stesso fenomeno, e infatti ha già detto di voler ricostruire le realtà contrattuali puntando sulle filiere, costituite da aziende che lavorano le une per le altre ed è quindi giusto che i loro lavoratori abbiano uno stesso contratto di lavoro. Le prime dichiarazioni di Landini segretario generale vanno in questa direzione e questo è certamente un bene.
Questi problemi potrebbero essere superati da una legge sulla rappresentanza che riprendesse i termini degli accordi sottoscritti in questi anni proprio sul tema della rappresentanza e rappresentatività dalle forze sindacali e imprenditoriali. E Landini ha appunto indicato la necessità di una legge in merito. Ma chi può scommettere sul tenore di una legge espressa da questo Parlamento? Si può forse ipotizzare quale potrebbe essere la proposta, ma certo non il testo della legge, considerando l’estraneità dei partiti di maggioranza verso il mondo del lavoro.
Più difficile per il nuovo leader della Cgil sarà portare avanti la politica di duro contrasto a questo governo, come peraltro Landini ha detto di voler fare. La sua volontà in tal senso non deve certo essere messa in dubbio e le sue parole sono state chiare, anche se resta un dato di fatto: nel suo primo discorso da segretario generale ha parlato più volte con toni durissimi contro la Lega, mai, invece, contro i 5 Stelle. Comunque, il compito di Landini resta difficile e gravoso, perché, anche se questo governo mostra a tratti la corda e si palesano distanze tra i due partiti che lo sorreggono, questo non vuol dire che avrà vita breve e che a questo governo non segua magari un altro che dovrà essere contrastato con la stessa forza e determinazione, perché il vento politico va ormai in una precisa direzione e invertire il ciclo può essere molto difficile.
E le difficoltà per Landini sono forti anche perché non bisogna dimenticare che tanti lavoratori hanno in tasca la tessera di un sindacato confederale, anche quella della Cgil, ma poi alle elezioni scelgono partiti sovranisti o nazionalisti, gli stessi che annoverano tra i loro avversari le organizzazioni sindacali. I lavoratori finora hanno sempre saputo distinguere la rappresentanza sindacale da quella politica, ma è evidente che se il contrasto con questi partiti politici sale di tono possono crearsi dei problemi anche vistosi.
Il terzo campo che impegnerà Landini sarà quello dell’unità. Per quanto riguarda quella interna alla Cgil, il neosegretario generale ha fatto una scelta precisa e l’ha giustamente imposta a tutta l’organizzazione. Il segretario generale è stato scelto, ha detto, ed è il segretario di tutti, nessuno ha il diritto di dichiararsi landiniano o camussiano e colliano. L’organizzazione è unica e lavora in un’unica direzione.
Più complesso mettere assieme le tre confederazioni, come da tempo sta chiedendo Landini. Sia Carmelo Barbagallo che Annamaria Furlan hanno aderito a questo progetto, ma c’è da credere che si incontreranno molte difficoltà se davvero si vuole giungere all’unità organica, che farebbe giustizia delle tre sigle a favore di una sola nuova organizzazione. Le resistenze delle burocrazie non sono assolutamente da trascurare, ma più in generale non tutti sono d’accordo con questa idea. I lavoratori, è vero, capiscono sempre meno le differenze tra le diverse confederazioni ma questo non significa che sarà una marcia trionfale, facile da percorrere. Se invece si volesse solo rimettere in piedi una sorta di Federazione, come quella che ebbe vita, stentata, negli anni 70, tutto sarebbe più facile. Ma i risultati non sarebbero all’altezza e forse non varrebbe la pena di procedere in questa direzione, limitandosi a marciare assieme.
Queste sono solo alcuni degli impegni che attendono Landini. Il fatto che lui conosca bene questi impegni, che si sia esercitato a lungo per riuscire a portare a casa risultati non assicura che poi davvero ci riesca. Ma le capacità indubbie da leader che lo caratterizzano lo aiuteranno non poco. Ha idee chiare, è determinato, è capace, ce la può fare.
Massimo Mascini
Congresso Cgil
Il Diario ha seguito quotidianamente lo svolgimento del XVIII° congresso della Cgil, in corso a Bari questa settimana. Il congresso, come è noto, si è concluso con l’elezione a segretario generale di Maurizio Landini, mentre Vincenzo Colla, che aveva ritirato la propria candidatura, ricoprirà il ruolo di vice, affiancato, nello stesso ruolo, da Gianna Fracassi. Molti gli articoli che il nostro giornale ha dedicato all’importante assise. Ne ricordiamo alcuni.
Congresso Cgil, cercasi accordo, disperatamente: Nunzia Penelope riferisce sulla lunga trattativa che ha portato, sul filo di lana, alla ritrovata unità della Cgil.
Il j’accuse di Camusso: divisioni inventate e personali, un vulnus per la Cgil, di Nunzia Penelope, e La Cgil e il vulnus che non c’e’, di Massimo Mascini, riportano sulla relazione di apertura di Susanna Camusso al Congresso.
Le sfide che attendono la Cgil di Landini e Colla, di Massimo Mascini, fa il punto sul futuro prossimo della confederazione con la nuova leadership.
Ancora Nunzia Penelope, infine, racconta i due interventi di Maurizio Landini, quello di giovedì sera (Sono innamorato della Cgil, ma dico no alle correnti, chiedo unità e lealtà) quello con il quale, venerdì mattina, il nuovo segretario ha concluso le assise, rilanciando l’opposizione al governo (‘’Landini, il cambiamento siamo noi’’) e firma il pezzo sul commosso saluto a Susanna Camusso da parte del Congresso.
Contrattazione
Nel campo della distribuzione farmaceutica, proseguono i negoziati tra i sindacati di categoria e Comifar, per il rinnovo del contratto aziendale che riguarda 1500 dipendenti. Sul tavolo il tema della turnazione notturna. È stato sottoscritto tra i sindacati di categoria e Poste l’accordo che, in via sperimentale fino a marzo 2020, introdurrà per 300 lavoratori lo smart working.
Analisi
Il direttore del Diario del lavoro, Massimo Mascini, fa il punto sui dati a sorpresa dell’Aran sulla rappresentanza nel pubblico impiego. Dai conteggi arriva un campanello d’allarme per i sindacati. Sullo stesso tema si sofferma Mimmo Carrieri, che spiega i motivi del cambio di scenario nella rappresentanza, e Roberto Polillo, che affronta, nello specifico, il calo della Cgil nella sanità.
Alessandra Servidori ci parla del MIO, un nuovo sistema elaborato da Ceslar, TutteperItalia, Bureau Veritas e Cepas, che si propone di ampliare la platea di chi potrà ottenere la certificazione delle competenze possedute, aumentandone le chances sul mercato del lavoro, soprattutto alla luce dei cambiamenti di Industria 4.0
La nota
Vittorio Liuzzi fa il punto sull’iniziativa dei 5 Stelle per presentare il reddito di cittadinanza, che, malgrado l’enfasi dei “presentatori”, lascia aperti tutti gli interrogativi.
I blog del diario
Giuliano Cazzola, da ex sindacalista della Cgil, immagina in sogno di intervenire dalla tribuna delle assise di Bari. Ecco cosa avrebbe detto.
Paolo Pirani sottolinea l’importanza di una piattaforma unitaria tra Cgil, Cisl e Uil, che ponga al centro il lavoro, in grado di assicurare quella coesione sociale che l’attuale politica sembra voler solo smantellare.
Tommaso Nutarelli ci parla del patto di Aquisgrana, volto a rafforza l’asse franco-tedesca in campo politico, economico e sociale. Un patto che, secondo Nutarelli, taglierebbe fuori l’Italia anche dalle decisioni in sede europea.
Il guardiano del faro
Marco Cianca racconta l’incontro/ scontro tra Nathan Philipps, veterano del Vietnam e membro della tribù degli Omaha, e il diciottenne Nick Sandmann, studente bianco, di una scuola cattolica. Due figure che per Cianca rappresentano atteggiamenti e visioni del mondo contrapposte. Da un lato la mitezza coraggiosa, dall’altro la forza presunta, che cela la paura dell’altro.
Diario della crisi
In una nota il Sinagi, il sindacato dei giornalai affiliato a Slc-Cgil, denuncia la difficile situazione degli edicolanti, che hanno la remunerazione ferma da 15 anni. Inoltre, prosegue il sindacato, la Federazione Italiana Editori Giornali non ha ancora iniziato le trattative per il rinnovo dell’accordo di categoria. I sindacati hanno organizzato una manifestazione a Piazza Montecitorio per il 28 gennaio. Nel settore dell’elettronica, Fim, Fiom e Uilm fanno sapere che la direzione di Abb Italia ha deciso di cessare alcune produzioni nello stabilimento di Vittuone, in provincia di Milano, e spostarle in quello di Helsinki. A rischio 123 lavoratori.
Documentazione
Questa settimana è possibile consultare la relazione di apertura al XVIII° Congresso della Cgil, della segretaria generale uscente Susanna Camusso. Inoltre è presente il rapporto Oxfam “Bene pubblico o ricchezza privata”, sulla diseguaglianza in Italia e il testo del rapporto dell’Istat sul commercio extra Ue e il rapporto sulle performance delle cooperative italiane. Infine il documento dell’Esecutivo Nazionale della Uilca.