Il governo Renzi è ormai nel pieno delle sue funzioni. Nominati i ministri, arrivano anche i sottosegretari. La squadra è al completo e può partire per realizzare gli obiettivi dichiarati. Finora non se ne è saputo molto, sono stati forniti solo dei titoli, sufficienti a far sperare che qualcosa finalmente si muova, non a garantire che ciò avvenga davvero. Le maggiori speranze sono nell’esperienza di sindaco di Matteo Renzi, come del suo braccio destro Delrio. E’ questa l’istituzione che ha meglio funzionato in questi anni, è possibile, e del resto Delrio lo ha dichiarato apertamente, che proprio in questa scia anche il nuovo governo possa funzionare mutuandone il sistema di governo.
Nel campo del lavoro continua il braccio di ferro tra la Cgil e la Fiom. Sembrava che questo eterno (e un po’ defatigante) dissidio avesse termine quando si è prospettata l’ipotesi di un congresso unitario, ma la firma del Testo unico su contrattazione e rappresentanza ha riacceso gli animi. Susanna Camusso ha concesso a Maurizio Landini la consultazione dei lavoratori su quell’accordo, poi gli ha concesso una votazione che coinvolgesse solo i lavoratori dell’industria, poi anche che ciascuna categoria contasse i voti, ma non è stato mai abbastanza. E’ evidente che il leader della Fiom spinge il dissidio sempre più avanti perché quello che cerca è il contrasto, che gli dà ruolo e visibilità. Non è stato sufficiente nemmeno che Camusso in conferenza stampa dicesse che in caso di esito negativo la confederazione ritirerebbe la firma all’accordo: poteva glissare sulla domanda che gli era stata posta, ha voluto rispondere e precisare, anche a costo di creare così allarme negli alleati, specie nella Confindustria di Squinzi che tanto si è spesa per la Cgil, ma nulla è stato sufficiente. Adesso si aspetta il comitato centrale della Fiom lunedì che decida se partecipare a questa consultazione o no, nonostante proprio la Fiom abbia chiesto di consultare i lavoratori. Ma anche questa potrebbe essere solo la penultima puntata di questa farsa infinita.
In realtà c’è qualcosa che non torna in tutta questa vicenda. E’ più che normale che la Fiom non accetti la nuova realtà della contrattazione che è stata determinata. Il potere delle categorie è stato molto ridimensionato, non è più possibile fare quello che ciascuno vuole, come la Fiom ha sempre fatto, al di là degli impegni presi. L’accordo del 2009, che questo nuovo assetto ha cominciato a disegnare, vide il dissenso della Fiom, ma anche quello della Cgil. Poi tanta acqua è passata sotto i posti e la confederazione ha accettato il principio di una contrattazione partecipata. La Fiom evidentemente no e infatti si oppone con tutti i mezzi a questo nuovo corso. E’ strano però che la stessa Fiom avesse accettato l’accordo del maggio dello scorso anno che diceva più o meno le stesse cose del Testo unico. Perché allora questo voltafaccia? Perché far fallire l’ipotesi di un congresso unitario che avrebbe dato respiro all’azione della categoria e soprattutto al protagonismo del suo leader? Prende spazio allora l’ipotesi che gli obiettivi di Landini siano ormai al di fuori del sindacato, che si veda davvero, come in tanti cominciano a mormorare, come leader della parte politica alla sinistra del Pd. Prospettiva che del resto spiega il rapporto che a Landini ha concesso Renzi, che finora ha incontrato, e più di una volta, un solo sindacalista, appunto Landini, che gli interessa evidentemente più come prossimo interlocutore politico che non come segretario generale di una Fiom che ai suoi occhi conta molto poco.
Contrattazione
E’ stato rinnovato il contratto nazionale collettivo del lavoro in somministrazione. Molti gli elementi di innovazione introdotti che fanno sperare in una buona salute del settore. In settimana è stato raggiunto un altro importante accordo all’Alenia Aermacchi per l’introduzione di una diversa turnistica. Ancora è stato definitivamente firmato l’accordo per la mobilità nel comparto scuola ed è stata siglata un’intesa per l’intervento della cassa integrazione alla Schneider di Rieti.
Opinioni
Il diario del lavoro riporta un’Opinione di Leonello Tronti che riferisce di un interessante incontro tra economisti che ha avuto luogo, nel corso del quale sono stati analizzati i rapporti tra crescita economica e aumento della produttività, valutando quali debbano essere le modifiche da apportare alla contrattazione integrativa per ridare slancio al nostro sistema produttivo.
Interviste
Sul nuovo contratto per il lavoro in somministrazione Il diario del lavoro ha intervistato Claudio Soldà di Adecco.
Note
Tre note tra le altre pubblicate da Il diario del lavoro: una di Azzurra Taraborelli sulle richieste dei sindacati dei pensionati al governo Renzi, un’altra di Fermando Liuzzi sulle vicende del congresso Cgil e del contrasto sempre più duro tra la confederazione e i metalmeccanici di Maurizio Landini, una terza sugli esiti dell’ultima analisi congiunturale di Federmeccanica.
Documentazione
Il diario del lavoro riporta i testi degli accordi per il nuovo contratto per il lavoro somministrato, per la Schneider di Rieti, per la mobilità nel settore scuola. E’ possibile leggere su Il diario del lavoro anche il testo del rapporto di Federmeccanica e il testo dell’accordo che Cgil, Cisl e Uil hanno firmato con Confservizi sui temi della contrattazione e della rappresentanza sulla falsariga di quello stilato con Confindustria.