Lentamente, come si addice a ogni trattativa impegnativa, si sta svolgendo proficuamente il negoziato per il rinnovo del contratto di lavoro dei metalmeccanici. La categoria delle tute blu non è più l’unico punto di riferimento dell’intero mondo del lavoro, come era stata fino a qualche anno fa, ma resta sempre una bussola determinante per capire l’andamento delle relazioni industriali. Non è ancora a vista il momento conclusivo della trattativa, ma il dialogo sembra procedere positivamente. E’ appena terminata una sessione di tre giorni di dialogo tra sindacati e imprese e il prossimo incontro, tra meno di una settimana, è già nelle agende delle parti. Alla base di questo andamento positivo c’è un atteggiamento piuttosto disponibile di Federmeccanica, che la settimana passata ha presentato alla controparte un corposo documento con il quale praticamente apriva alle richieste di Fiom Fim e Uilm, dando anche alcune indicazioni molto precise sui diversi punti di discussione. Le posizioni delle due parti non collimavano, anzi a volte esisteva un divario notevole, ma la cosa importante è che si sta dialogando davvero, i problemi vengono affrontati nel merito e quando questo accade all’accordo si arriva sempre. Senza tema di essere smentiti si può affermare che dopo un anno di discussioni sterili, quando pure c’erano, adesso la trattativa è entrata nella sua fase concreta.
Erano molte le indicazioni positive contenute dal documento di Federmeccanica, la più importate forse era una vera e propria proposta per una nuova classificazione del personale. Un passo fondamentale per la categoria, perché la normativa tuttora in vigore è quella che fu stabilita dal contratto del 1973, quasi cinquant’anni fa: un periodo lunghissimo, nel corso del quale le trasformazioni del lavoro meccanico sono state tantissime, tutto si è praticamente trasformato, ma un accordo per un diverso inquadramento è sempre stato impossibile. Tutte le trattative che si sono succedute negli anni hanno provato a cercare l’accordo, ma inutilmente. Stavolta sembra invece che l’obiettivo possa essere centrato, anche perché la proposta della Federmeccanica non è piovuta dal cielo, è stata formulata sulla base del lavoro che negli scorsi anni una commissione formata da esponenti delle due parti avevano portato avanti. Lì sono nate le nuove idee, Federmeccanica le ha sistematizzate, adesso sono oggetto di un confronto negoziale. Perché è evidente che una soluzione per un argomento così complesso non può nascere che da una visione comune del futuro che aspetta la categoria.
Nel corso della trattativa si sono discussi altri temi importanti, come la partecipazione, gli appalti, il lavoro a distanza, la formazione. Resta ancora sullo sfondo, come del resto da tradizione, il tema che vede le parti più distanti, quello centrale del salario. La richiesta di Fim, Fiom e Uilm è per un aumento di 156 euro, gli industriali ne hanno offerti 65, un divario importante, ma sul quale nessuno dispera, perché l’importante è trattare, alla fine una soluzione si trova. I sindacati non possono non tenere nel dovuto conto le esigenze delle imprese, che hanno certamente un periodo molto difficile alle spalle; tuttavia, e nessuno lo dimentica, proprio questo periodo difficile è stato affrontato con grande disponibilità della parte sindacale nel ricercare e trovare un accordo che consentisse, la scorsa primavera, di tenere aperte le fabbriche, pur nella dovuta sicurezza per la salute dei lavoratori. Ad alleggerire il peso dell’argomento salario c’è poi il welfare contrattuale, la possibilità di aumentare i benefici in termini di previdenza e sanità complementari, oltre ai diversi bonus che possono essere offerti ai lavoratori e che rappresentano un vantaggio che nessuno sottovaluta.
Insomma, la trattativa va avanti, a dimostrazione che è stato senz’altro superato il momento più difficile del confronto tra industria e sindacati. Quando Carlo Bonomi è diventato presidente di Confindustria non pochi all’interno del mondo del lavoro hanno temuto che le relazioni industriali avrebbero potuto vivere una fase di grandi difficoltà. Il nuovo vertice degli industriali sembrava voler abbandonare la strada del dialogo per tentare la prova dei muscoli, esperienza molte volte presente nella storia di Confindustria. E Bonomi aveva attaccato all’inizio proprio sul fronte dei contratti, affermando la primazia dei contratti aziendali su quelli nazionali, mettendo così a rischio l’intera stagione dei rinnovi. Ma le posizioni si sono stemperate, sono stati raggiunti molti accordi importanti, per le telecomunicazioni, il legno, la ceramica, la sanità privata, gli alimentaristi, anche se su questo contratto si è dovuta consumare una battaglia molto intensa, peraltro tutta interna alla delegazione delle imprese, che si sono spaccate verticalmente sull’ipotesi di un accordo col sindacato. E se adesso, pur con tutta la calma necessaria, anche i metalmeccanici approderanno al rinnovo contrattuale, allora è davvero possibile affermare che si è imboccata una strada molto positiva per le relazioni industriali. Non è questo d’altronde il momento giusto per dividersi e allontanarsi. Le parti sociali, proprio perché, come Bonomi non smette di affermare quasi ogni giorno, devono confrontarsi con un governo debole e abbastanza disunito al proprio interno, hanno il dovere di collaborare intensamente tra di loro, e poi con il governo stesso, per traghettare il paese fuori dalle difficoltà. Se riprendesse intenso il dialogo tra parti sociali e governo sui punti nodali del rilancio produttivo, della ripresa economica, i risultati sarebbero importanti. Basta provarci. I metalmeccanici, le mitiche tute blu, possono dare un esempio di saggezza.
Massimo Mascini
Per i nostri lettori pubblichiamo qui di seguito una scelta delle notizie e degli interventi più significativi apparsi nel corso della settimana su ildiariodellavoro.it (Vai al sito per leggere il giornale completo, aggiornato quotidianamente dalla nostra redazione).
Contrattazione
Questa settimana è stata sottoscritta, tra Fai, Flai e Uila e Agci-Agrital, Confcooperative-Fedagripesca e Legacoop, l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto della cooperazione alimentare. Nel documento è previsto un aumento salariale di 84 euro. Nella parte normativa sono state introdotte diverse risposte alle repentine trasformazioni del mercato del lavoro, prevedendo la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alle scelte strategiche delle aziende.Vengono inoltre incrementate la formazione e le prestazioni di welfare. Filcams, Fisascat, Uiltucs, Alleanza delle cooperative Turismo e beni culturali, Aicc Confindustria e Confcultura hanno siglato un avviso comune per chiedere al Governo maggiore sostegno al settore dei servizi ai beni culturali per i danni causati dal Covid-19. Le parti chiedono all’esecutivo di assicurare ulteriori risorse per il funzionamento degli ammortizzatori sociali; stanziare fondi ad hoc per la formazione dei lavoratori e per definire percorsi di riqualificazione utili alla ripartenza post pandemia; far fruire le misure di sostegno alle imprese e la combinazione di politiche passive ed attive del lavoro in modo flessibile, alternando ammortizzatori sociali, formazione, decontribuzione al fine di garantire i livelli occupazionali; ridefinire e adeguare le gare in corso di aggiudicazione e i prossimi bandi di gara, per salvaguardare la tutela e la continuità occupazionale e reddituale; definire la riorganizzazione del regime fiscale per il settore culturale, anche attraverso politiche di incentivazione per l`innovazione e la produzione culturale. Nel settore dell’energia, Eni e i sindacati di categoria Filctem-Cgil, FemcaCisl, Uiltec-Uil, hanno stabilito un nuovo modello di relazioni sindacali, non a caso battezzato “INSIEME”, per governare al meglio i cambiamenti dettati dalla transizione energetica.
Analisi
Massimo Forbicini spiega come il nostro mercato del lavoro, per molti, sia stato animato dalla convinzione che di fronte alle varie crisi industriali, la parola d’ordine fosse la Cassa integrazione nelle sue diverse forme associata normalmente poi alla formula del licenziamento collettivo concordato per favorire il cosiddetto “svecchiamento degli organici. Ma i cambiamenti organizzativi, afferma Forbicini, hanno bisogno, invece, delle politiche attive.
Alessandra Servidori, in occasione della giornata della disabilità, analizza tre aspetti cruciali utili a comprendere che cosa non sta funzionando in Italia rispetto a questo importante tema.
Roberto Di Maulo riflette sul paradigma rovesciato delle differenze tradizionalmente attribuite al sindacalismo confederale rispetto a quello autonomo.
La nota
Fernando Liuzzi fa il punto sugli ultimi sviluppi della vicenda dell’ex-Ilva. Rinviata ancora una volta la firma dell’accordo tra ArcelorMittal e Invitalia, il governo convoca un nuovo tavolo con i sindacati.
Interviste
Tommaso Nutarelli ha intervistato Massimo Masi, segretario generale della Uilca, sulla situazione in Unicredit, dopo l’uscita dell’amministratore delegato Mustier. Per capire il futuro del gruppo, afferma Masi, molto dipenderà dal nuovo Ad e dalla linea che vorrà dare al gruppo. Masi auspica che il successore sia un italiano, che conosca il contesto nazionale e il nostro sistema di relazioni industriali, a differenza di Mustier che, afferma il sindacalista, è sempre stato avulso dalla realtà italiana. Quanto all’ipotesi dell’ingresso di Mps, Masi ritiene che l’istuto senese, controllato dallo stato, causerebbe problemi di governance non trascurabili.
Il guardiano del faro
Marco Cianca sottolinea l’importanza dei medici di base. Una figura troppo presto messa in fureria, e che ora si dimostra più utile che mai alla lotta contro il covid. Ma affinché questo avvenga, e’ necessario che i medici di base siano messi nelle condizioni migliori per affrontare questo nemico invisibile.
I blog del Diario
Giuliano Cazzola ironizza sul nuovo Dpcm di Natale che aspirerebbe addirittura a cambiare, dopo oltre duemila anni, le coordinate tradizionali della Nativita’.
Roberto Polillo osserva che tra i paradossi che la pandemia sta palesando c’è anche un’inedita torsione dello spazio del “politico”; con una doppia traslocazione del discorso pubblico dal Parlamento, sede naturale di discussione e approvazione delle leggi, alla conferenza Stato-regioni e dalla sezione di partito, sede tradizionale di proselitismo e fidelizzazione, alla piazza virtuale dei salotti televisivi.
Alessandra Servidori interviene sul tema dei navigator, suggerendo una possibile soluzione. Mettere a disposizione dei navigator il quadro nazionale delle qualificazioni, spiega, risponderebbe a una doppia finalità: raccordare il sistema italiano con quello degli altri Paesi europei, e rappresentare un sistema di governance delle qualificazioni volto a favorire quei processi di trasparenza, spendibilità e portabilità all’interno del Sistema Nazionale di Certificazione delle Competenze.
Diario della crisi
Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil hanno proclamato tre giorni di sciopero, con contestuali presidi di protesta, dei lavoratori di Sittel, che da tre mesi non ricevono lo stipendio e non hanno rassicurazioni sulla tenuta occupazionale. In Lombardia flash mob degli infermieri per denunciare le gravi carenze dell’organico negli ospedali. La Cgil la Filt Cgil di Roma e del Lazio hanno indetto lo stato di agitazione per la situazione sempre più delicata di Roma Metropolitane, che si avvia verso il fallimento.
Documentazione
Queste settimana è possibile consultare le prospettive per l’economia italiana dell’Istat, i conti economici trimestrali e le stime degli occupati e disoccupati. È inoltre presente l’indagine rapida di Confindustria sulla produzione industriale e il testo dell’ultimo decreto legge Ristori.