Mario Draghi non ha smentito le attese e ha ridato un futuro all’economia europea. L’abbassamento del tasso di interesse al minimo storico dello 0,15% e soprattutto la forte iniezione di liquidità verso il sistema produttivo che ha disposto dovrebbero fare davvero la differenza e innestare la marcia in più che ci porti alla ripresa. Per l’Italia potrebbero arrivare crediti pari a 75 miliardi di euro, una cifra altissima in grado di finanziare tantissime iniziative, appunto tali da poter invertire il senso di marcia della nostra economia
Proprio in questa settimana Carlo Padoan lamentava che la crescita è ancora lontana e il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi affermava che stiamo ancora “strisciando sul fondo”, immagine cruda, che descrive bene le difficoltà che abbiamo a uscire dalla deflazione. Il potente finanziamento della Bce potrebbe fare la differenza. Il condizionale è d’obbligo, perché non è detto che ciò accada. Spetta alle banche adesso tradurre quella linea di finanziamenti in qualcosa di effettivo e sappiamo bene le difficoltà, spesso la diffidenza espressa dagli istituti di credito nel momento in cui devono aprire i cordoni della borsa. C’è da dire che stavolta la Bce è stata accorta e ha disposto in modo che questi finanziamenti non siano utilizzati dalle banche per qualcosa che non siano finanziamenti alle imprese, ma il timore è sempre forte. Comunque Giovanni Patuelli, il presidente di Abi, ha assicurato che ciò non avverrà, che le banche sono pronte a fare quello che l’economia si aspetta facciano.
Certo, servirebbe un sistema di imprese in grado di assicurare una pronta adesione alle opportunità aperte. E lo scandalo di Venezia non consente ottimismi, tanto più che gli arresti in massa sulla laguna hanno seguito di nemmeno due settimane quelli effettuati a Milano per i lavori legati all’Expo. Ne esce un’immagine della classe imprenditoriale molto al di sotto di quanto servirebbe, accompagnata da una classe politica altrettanto corrotta se non peggio ancora. Non ci sono solo i lavori pubblici in Italia, è vero, ma senza che siano questi a partire è difficile che la ripresa si innesti seriamente. Con ciò non si vuole dire che tutti gli imprenditori siano corruttori e tutti gli amministratori corrotti. Ma c’è sicuramente una mala pianta che non si riesce a estirpare, nonostante ci abbiano provato in tanti a rimettere le cose sul binario giusto. Serve un’azione forte e bene allora ha fatto Squinzi all’assemblea di Confindustria a dichiarare che la guerra alla corruzione è forte e che saranno cacciati tutti i corrotti dalle file della confederazione, come hanno confermato anche i Giovani imprenditori di Confindustria nel loro tradizionale convegno di inizio estate a Santa Margherita Ligure. Forse non basterà, come non basta che si condannino i corrotti come traditori della patria, ma è bene che ciascuno per la propria parte condanni quanto meno moralmente i reati, perché la riprovazione pubblica è la prima arma per rimettere le cose a posto.
E se gli investimenti ripartiranno come è atteso, se la ripresa tornerà a fiorire, così come tutti si aspettano, è da credere che finirà lo stillicidio dei terribili comunicati dell’Istat che quantifica la caduta dell’occupazione. Questa settimana abbiamo toccato nuovi record negativi, 12,6% la disoccupazione, 46% quella giovanile, il tasso di occupazione precipitato a 55,4%. Cifre terribili, insopportabili, soprattutto per quanto riguarda le regioni meridionali, che continuano a sprofondare sempre più in basso, al punto che una ripresa appare per loro davvero impossibile o quasi.
Il diario del lavoro ha seguito con la consueta attenzione tutti questi avvenimenti, pubblicando gli atti e i documenti che sono stati emessi.
Contrattazione
Appare più difficile di quanto era nelle attese la vertenza alla Fiat per il rinnovo del contratto. Una serie di incontri nel corso della settimana non hanno dato i risultati sperati. Resta soprattutto aperto il problema salariale. Sta per concludersi invece l’iter della Seves per accedere alla cassa integrazione. Il ministero del Lavoro ha dato il suo ok perché parta la concessione dell’ammortizzatore sociale.
Opinioni
Il diario del lavoro pubblica un documento scritto da Stefano Zan che si interroga sul futuro delle relazioni industriali dopo la rinuncia del governo a qualsiasi tipo di concertazione. Un’analisi molto interessante che si inserisce a pieno titolo nella ricerca che Il diario del lavoro sta svolgendo sul mestiere del sindacato. Sempre su Il diario del lavoro un ‘opinione di Maurizio Ricci, articolista de la repubblica, che scopre come l’Italia si ritrovi improvvisamente verde, nonostante il disinteresse della politica e degli amministratori pubblici.
Interviste
Due interviste questa settimana. Marco Bentivogli, segretario nazionale della Fim, intervistato da Fabiana Palombo, si è espresso in merito alla vertenza ThyssenKrupp e all’esclusione del sindacato da una riunione convocata a Palazzo Chigi proprio per verificare il possibile esito di questo problema industriale, mentre Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, ha parlato con Emanuele Ghiani della crisi della siderurgia.
Note
Il diario del lavoro pubblica il testo di un vecchio articolo, pubblicato nel 1996 da Lavoro Informazione, il quindicinale dalle cui ceneri è nato Il diario del lavoro, firmato da Massimo Mascini. Un articolo interessante perché è descrive il particolare momento in cui la Fiom, allora guidata da Claudio Sabattini, cominciò a prendere le distanze dalla Cgil affermando per la prima volta dopo il 1993 che in fabbrica tornava il conflitto. Ci è sembrato importante offrirlo ai lettori per comprendere meglio quanto adesso sta accadendo tra Cgil e Fiom.
Ancora da segnalare un articolo di Nunzia Penelope che riferisce del problema sorto alla Rai dopo l’annuncio del governo sul taglio di 150 milioni e la protesta del sindacato.
Documentazione
E’ possibile consultare su Il diario del lavoro il testo della relazione presentata da Carlo Sangalli all’assemblea di Confcommercio, il rapporto 2014 della Corte dei conti sul coordinamento della finanza pubblica, l’indagine rapida del Centro studi Confindustria sulla produzione industriale.