L’Unione Europea è arrivata a un bivio sulla questione agricola Ucraina e, se il testo proposto dalla Commissione Europea e ora all’esame del Consiglio e del Parlamento Ue rimanesse invariato, la sostenibilità economica dei settori del pollame, delle uova, dello zucchero, dei cereali e del miele dell’UE sarebbe messa a repentaglio. Lo sottolineano in una nota congiunta i principali sindacati agricoli europei (Copa Cogeca, Avec, Cefs, Cepm, Cibe ed Euwep).
“Le decisioni che la Commissione, gli Stati membri e i deputati del Parlamento europeo prenderanno nei prossimi giorni a Bruxelles in merito al rinnovo dell’ATM ucraino sono di fondamentale importanza strategica e avranno profonde conseguenze. La comunità agricola europea non può accontentarsi di semplici annunci. Ci aspettiamo misure chiare per tutti i settori interessati”, spiegano i sindacati europei.
Quando iniziò la guerra, infatti, la Commissione scelse di liberalizzare completamente il commercio con l`Ucraina per sostenere l`economia locale contro l`aggressione russa. Quasi due anni dopo, le comunità agricole, come il resto degli europei, continuano a sostenere gli ucraini. “Tuttavia – spiegano i sindacati europei – questo ha anche portato a due anni di importanti importazioni di prodotti agricoli ucraini, spingendo l`UE ad adottare una visione strategica a medio termine”.
Le corsie verdi e le misure supplementari di esportazione, originariamente introdotte per facilitare il transito dei prodotti agricoli ucraini attraverso l`Europa continentale verso l`Africa e il Medio Oriente, “hanno raggiunto i loro obiettivi solo fino a un certo punto. Le cifre sono difficili da ottenere, ma i fatti sono chiari: numerosi prodotti agricoli non riescono a raggiungere i mercati previsti e finiscono invece per competere all`interno del mercato della Comunità europea”.
Gli agricoltori di Romania, Bulgaria, Polonia, Ungheria e Slovacchia attualmente “vendono i loro prodotti a prezzi inferiori di circa il 40% rispetto al prezzo di mercato standard, ammesso che siano in grado di venderli. Quella che inizialmente era considerata una situazione tollerabile a breve termine si è ora trasformata in una questione altamente controversa, con migliaia di aziende agricole che affrontano l`imminente minaccia di collasso”. Inoltre, la questione ha cominciato a colpire altri Stati membri come Francia, Belgio, Paesi Bassi, Germania e Austria, dove i produttori di cereali, pollame e zucchero stanno subendo una pressione significativa.
“Le esportazioni di prodotti che non soddisfano i nostri standard ambientali e sociali stanno facendo scendere i prezzi agricoli – proseguono le associazioni – Dato il contesto difficile, è necessario prendere delle decisioni”.
Al momento, la Commissione propone di rinnovare la liberalizzazione del commercio, offrendo agli agricoltori dell`UE l`unica soluzione di limitare le importazioni di pollame, uova e zucchero ucraini ai volumi medi del 2022/2023. Tuttavia, sono proprio questi volumi che hanno contribuito all`attuale difficile situazione dei produttori dell`UE. Non sono previste restrizioni per cereali e miele, nonostante la significativa capacità produttiva dell’Ucraina, lasciando questi settori soggetti a eventuali decisioni della Commissione in casi di “estrema necessità”. “Tuttavia, ci troviamo già di fronte a circostanze così estreme. Purtroppo, a parte alcuni Stati membri determinati e deputati coraggiosi, sembra che il Consiglio e il Parlamento europeo non siano disposti ad agire”, spiegano i sindacati europei.