“Ritengo del tutto sbagliata l`idea di utilizzare uno strumento sanzionatorio per recuperare le alte percentuali di dispersione scolastica nel Paese. E non condivido l’imposizione da parte del governo di ulteriori condizionalità al reddito di cittadinanza, che è invece una misura che va rafforzata e generalizzata”. A dirlo è Francesco Sinopoli, segretario della Federazione Lavoratori della Conoscenza Cgil.
Per il sindacalista, “la dispersione non è un problema che riguarda solo i dispersi per i quali si prospetta un futuro di lavoro povero e dequalificato se non di marginalità sociale, ma interroga soprattutto la scuola, le Istituzioni, la società. Considero innanzitutto fondamentale l`estensione dell`obbligo scolastico dai 3 ai 18 anni: questo sarebbe un primo intervento utile e necessario per recuperare la dispersione. Alle ragazze a ai ragazzi bisogna poi garantire il successo scolastico e formativo investendo in risorse e professionalità per un`autentica innovazione strutturale, metodologica e didattica del sistema scolastico, che crei motivazione e percorsi di apprendimento significativi”.
“È sbagliato – aggiunge Sinopoli – stabilire una sorta di relazione intenzionale tra i due aspetti lascio la scuola per accedere al reddito di cittadinanza, come le dichiarazioni del Ministro lasciano intendere, quando in molte zone del Paese si fatica a garantire il diritto allo studio. Ed è fuorviante leggere il fenomeno della dispersione in termini di costi connessi al reddito di cittadinanza, perché i costi degli abbandoni e dei bassi livelli di istruzione sono ben più alti e costituiscono il presupposto di un modello di società che inasprisce le disuguaglianze e compromette la prospettiva di uno sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale”.
“Il Paese ha bisogno di un cambiamento profondo, perseguibile solo attraverso nuove generazioni più istruite e capaci di fare della conoscenza uno strumento di emancipazione e trasformazione”, conclude Sinopoli.
tn