La versione definitiva del Piano nazionale di ripresa e resilienza “si caratterizza per una maggiore enfasi sulle riforme strutturali, tra le quali spiccano quelle relative a pubblica amministrazione e giustizia, entrambe ritenute in grado di produrre effetti significativi sulla struttura economica, amministrativa e sociale del Paese”. Lo sottolinea l’Ufficio parlamentare di bilancio nella nota “L`impatto finanziario del Piano nazionale di ripresa e resilienza” in cui analizza i profili finanziari della versione finale del Pnrr, anche a confronto con il testo iniziale presentato nello scorso gennaio dal precedente Governo.
“Alle riforme orizzontali – aggiunge l’Upb – dovrebbero affiancarsi altre iniziative di un certo rilievo, definite ‘abilitanti’, quali ad esempio quelle in materia di semplificazione e di promozione della concorrenza, nonché alcune specifiche riforme di settore da inquadrare nell`ambito delle singole missioni”. Si sottolinea inoltre che “rispetto alla versione del Pnrr proposta a gennaio scorso dal precedente Governo, viene modificata la ripartizione dei prestiti tra aggiuntivi e sostitutivi, con un aumento di 13,5 miliardi dell`importo dei primi”, su un totale di 236 miliardi di risorse mobilitate.
“Questo elemento, insieme allo stanziamento del fondo complementare, fa aumentare di oltre 44 miliardi l`ammontare degli impieghi aggiuntivi previsti dal Piano (da 122,4 a 166,5 miliardi)”. “Il profilo annuale delle risorse mobilitate dal Pnrr, ricostruibile integrando le informazioni disponibili, dovrebbe assumere un andamento crescente fino agli anni centrali della programmazione (2023-24) per poi ridursi gradualmente negli anni finali”, scrive l’Upb.
E.G.