Nel secondo trimestre 2021 l`indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche in rapporto al Pil è stato pari al -7,6%, mentre nello stesso periodo dell`anno precedente risultava pari al -12,9%. Complessivamente, nei primi due trimestri del 2021 le A.P. hanno registrato un indebitamento netto pari a -10,2% del Pil, in miglioramento rispetto al -11,8% del corrispondente periodo del 2020. Lo ha reso noto l’Istat.
Il saldo primario delle A.P. (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un`incidenza sul Pil del -3,6% (-8,7% nel secondo trimestre del 2020). Il saldo corrente delle A.P. è stato anch`esso negativo, con un`incidenza sul Pil del -1% (-8% nel secondo trimestre del 2020).
Nel secondo trimestre dell`anno, “l`incidenza del deficit delle Amministrazioni pubbliche sul Pil – è il commento dell’Istat – si è sensibilmente ridotta in termini tendenziali per la consistente riduzione delle uscite, solo in parte compensato da un calo nelle entrate”. Nei primi sei mesi del 2021, in termini di incidenza sul Pil, il saldo primario e il saldo corrente sono risultati negativi, pari rispettivamente a -6,5% (-8,2% nello stesso periodo del 2020) e a -4,6% (-7,7% nel corrispondente periodo del 2020).
Inoltre, secondo l’Istat nel secondo trimestre del 2021 il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del 2,7% rispetto al trimestre precedente e del 17,2% nei confronti del secondo trimestre del 2020. La stima della crescita congiunturale del Pil diffusa il 31 agosto 2021 era stata del 2,7% mentre quella tendenziale era stata del 17,3%. Il secondo trimestre del 2021 ha avuto una giornata lavorativa in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al secondo trimestre del 2020. La variazione acquisita per il 2021 è pari a 4,7%.
Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna registrano un`espansione, con aumenti del 3,4% dei consumi finali nazionali e del 2,6% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute, rispettivamente, del 2,4% e del 3,2%.
La domanda nazionale al netto delle scorte ha fornito un contributo positivo di 3,1 punti percentuali alla crescita del Pil: +2,8 punti dai consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, +0,5 punti dagli investimenti fissi lordi e -0,2 punti dalla spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP). Per contro, la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil per 0,8 punti percentuali, mentre l`apporto della domanda estera netta è risultato positivo nella misura di 0,3 punti percentuali.
Infine, si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto di industria e servizi, aumentati rispettivamente dell`1,5% e del 3%, e stazionario per il valore aggiunto dell`agricoltura.
E.G.