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Home - Top - Lavoro, 50mila persone in piazza a Napoli per la terza e ultima tappa della mobilitazione di Cgil-Cisl-Uil

Lavoro, 50mila persone in piazza a Napoli per la terza e ultima tappa della mobilitazione di Cgil-Cisl-Uil

22 Maggio 2023
in Notizie del giorno
Lavoro, i sindacati verso la prima tappa della mobilitazione: 6 maggio manifestazione a Bologna

Napoli, sabato 20 maggio: cinquantamila persone hanno sfilato per le strade del capoluogo partenopeo in occasione della terza e ultima tappa della manifestazione unitaria indetta da Cgil, Cisl e Uil “Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti”. Il palco è alla rotonda Diaz, sul lungomare, dove prima degli interventi dei delegati e leader di Cgil Cisl e Uil è stato tributato un minuto di silenzio in memoria delle vittime dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, tema al centro della manifestazione.

“Quello che sta succedendo è una vera e propria tragedia”, ha affermato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che preannuncia un incontro fissato per domani, martedì 23 maggio, in cui tutte le parti sociali dell’Emilia, “alla luce dell’accordo che è stato fatto”, incontreranno i rappresentati del Governo. “C’è bisogno di risposte molto precise, non solo nell’immediato, agendo sul blocco dei mutui e della fiscalità, ma allo stesso tempo stanziando le risorse necessarie per ricostruire . Il cambiamento climatico è già avvenuto e indietro non si torna. C’è bisogno di fare tutte le cose che finora non sono state fatte, vale per l’Emilia e per tutto il Paese”. Landini prosegue affermando che per coprire i danni dell’alluvione occorre investire anche una parte dei fondi del Pnrr: “Non possiamo non spendere quelle risorse e c’è la necessità di farlo in modo utile anche in questa direzione”, e aggiunge: “Non si capisce ancora cosa vogliano fare con questi fondi e circolano voci per cui ci sarebbe qualcuno pronto a rinunciare perché non riesce a spenderli. Sarebbe una follia, un Paese come il nostro non può permettersi di non spendere i fondi europei”. Pertanto il leader della Cgil ribadisce che il governo deve “cambiare metodo”, perché “finora sta discutendo solo all’interno. Si confronti in modo esplicito con le forze sociali a ogni livello, perché c’è bisogno di mettere in campo tutte le energie per affrontare i problemi”.

Altro tema caldo portato sul palco è quello dell’autonomia differenziata, che riguarda in maniera particolare le regioni del Mezzogiorno: “Noi la Costituzione l’abbiamo sempre difesa, e continuiamo a pensare che va applicata non va cambiata. Le vere riforme si fanno applicando la Costituzione e pensare che oggi, per quello che sta succedendo in Italia e nel mondo, la soluzione sia costruire tante piccole patrie, tanti piccoli territori che risolvono i problemi è una follia”. Landini parla delle grandi diseguaglianze che penalizzano il sud Italia: “Negli ultimi venti anni – ha ricordato – un milione e 200mila giovani se ne sono andati dal Mezzogiorno a cercare lavoro e, in buona parte, sono anche laureati, quindi, questo ha determinato un processo di impoverimento. C’è il rischio che queste diseguaglianze aumentino. È il momento di unire questo Paese, di fare sistema e di fare investimenti perché lo sviluppo del Mezzogiorno oggi è la chiave per lo sviluppo dell’Italia”.

Sui temi del lavoro, invece, il leader della Cgil insiste sull’emergenza salariale e i livelli di precarietà, per cui è necessaria”una vera riforma fiscale perché uno degli strumenti per aumentare i salari è quello di abbassare le tasse sul lavoro dipendente, sui pensionati”. Si deve, per Landini, “fare una vera lotta all’evasione fiscale e tassare la rendita finanziaria, tassare i profitti e gli extra profitti, andare a prendere i soldi dove sono e poi bisogna rinnovare i contratti nazionali di lavoro sia pubblici che privati. Se abbiamo salari bassi – ha spiegato – è perché abbiamo un livello di precarietà che non ha nessun Paese e, quindi, tutte le leggi sbagliate fatte negli ultimi 10-15 anni vanno cambiate. C’è, infine, da investire per creare un lavoro stabile, che non sia un lavoro precario. Questo è il tema di fondo se si vuole affrontare la questione salariale del nostro Paese”.

E sulla possibilità di uno sciopero generale, Landini conclude: “Non escludiamo nulla. L’importante è che il governo cambi le politiche. Se questo non avviene noi intendiamo proseguire, useremo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, anche perché nei prossimi mesi non solo c’è la legge sul fisco da affrontare, ma anche la legge di bilancio, e quindi pensiamo che oggi sia il momento di cambiare e fare scelte che vanno nella direzione che abbiamo chiesto: salari, riforma del fisco, sanità pubblica, ridurre la precarietà e utilizzare tutti i soldi europei per far crescere davvero questo Paese”.

Dal leader della Cisl, Luigi Sbarra, arriva lo stesso avvertimento: “Vediamo di capire comportamenti e disponibilità del Governo. Se le risposte arriveranno bene, diversamente il sindacato non starà con le mani in mano. Ora bisogna andare avanti con una strategia lucida ed efficace dei sindacati. La fretta è cattiva consigliera, diamo tempo al tempo”.

“Bisogna concentrare sul Mezzogiorno, in modo particolare risorse e investimenti, a partire dagli investimenti del Pnrr, sapendo chiaramente che senza il Sud il Paese non riparte. L’Italia non può camminare con un motore acceso a metà, qui giochiamo il futuro del Paese”, attacca Sbarra sui temi del Mezzogiorno e dell’autonomia differenziata. “Non vediamo quel potente investimento su politiche attive, formazione e riqualificazione per governare questo eccessivo disallineamento tra domanda e offerta di lavoro”.
“L’autonomia – prosegue il leader della Cisl – presuppone riforme certe con infrastrutture sociali e materiali, servizi pubblici. Non è autonomia, ma è egoismo se lascia indietro i più deboli, se mortifica i diritti di cittadinanza, se non prevede un fondo nazionale di solidarietà, se non affronta il problema dei livelli essenziali delle prestazioni sociali e assistenziali. Noi restiamo affezionati a una nostra idea di Paese, per cui un giovane che vive in un quartiere degradato di Napoli, di Reggio Calabria o di Palermo deve avere le stesse opportunità di chi nasce a Bergamo o a Trento. Non è un progetto di coesione se non è costruito insieme alle forze in Parlamento, alle Regioni, ai Comuni e alle parti sociali”.

E sui temi del lavoro, Sbarra sottolinea che la priorità resta il tema inflazione, “che continua a erodere e a mangiare pezzi importanti di salari, retribuzioni e pensioni. Serve un tavolo a Palazzo Chigi per negoziare un accordo triangolare tra governo, sistema delle imprese e organizzazioni sindacali, per mettere sotto controllo prezzi e tariffe, arginare la speculazione, tagliare le tasse su lavoro e pensioni, restituire il fiscal drag, detassare le tredicesime”. Per Sbarra bisogna “imprimere una forte accelerazione su investimenti pubblici e privati e contrastare le disuguaglianze geografiche, generazionali, di genere e fare del Mezzogiorno la vera grande priorità nazionale ed europea”.

Infine un appello al governo sui disastri provocati dall’alluvione: “Caro governo, l’Italia sta cadendo a pezzi. Bisogna mettere subito in campo un grande piano per la prevenzione e la messa in sicurezza del territorio, per contrastare il dissesto idrogeologico e il rischio sismico. Esprimiamo solidarietà alle comunità di Emilia-Romagna e Marche. Siamo vicini alle persone, alle famiglie, al mondo del lavoro e alle imprese. Non sarete soli”.

“Siamo tutti lì in Emilia Romagna, siamo lì con il cuore e con le azioni, con la raccolta di fondi ma soprattutto con la necessità di restituire a questo Paese una vita normale che non venga stravolta al primo acquazzone. Credo che sia necessario fare un lavoro, adesso, per rispondere all’emergenza, ma che sia necessario programmare il territorio di questo Paese perché credo che non se ne possa più”. Queste le parole di Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil.

Bombardieri attacca sui temi del lavoro: “L’inflazione continua a mordere e per questo diciamo che, oltre all’intervento sul cuneo fiscale che rivendichiamo, chiediamo ancora interventi come la detassazione degli aumenti contrattuali e interventi strutturali. Pensiamo che questi siano i temi sui quali il governo deve ancora confrontarsi e decidere”. E sulla possibilità di uno sciopero generale: “Non l’abbiamo rimosso dai nostri vocabolari, ma continuiamo a dire che lo sciopero è un giorno, invece noi abbiamo bisogno di una mobilitazione lunga che ci permetta di continuare a parlare con la nostra gente, di avere questi grandi risultati. In assenza di confronto, la mobilitazione continua. Siccome siamo a Napoli diciamo `Ricominciamo da tre e andiamo avanti'”.

Proprio citando Massimo Troisi, il leader della Uil parla di Mezzogiorno e autonomia differenziata: “Questo Paese ha grandi diseguaglianze territoriali, prima di parlare di autonomia, pensiamo sia necessario ripianare le diseguaglianze che ci sono, chiediamo al governo di intervenire ed eliminarle. I cittadini di questo Paese hanno la stessa dignità per avere l’assistenza sanitaria, l’istruzione, il lavoro, allo stesso modo se vivono in Campania, Puglia e Calabria o se vivono in Lombardia o in Veneto. Pensiamo che sia questa l’emergenza, poi possiamo parlare di autonomia differenziata. Tra l’altro, non riusciamo a capire dove arrivano i soldi per attuarla perché nel decreto non li abbiamo visti. Quindi per noi è importante recuperare le diseguaglianze prima di crearne delle altre”.

In tema di lavoro, Bombardieri si rivolge al ministro Urso: “In Italia continuiamo a parlare di Made in Italy e sovranismo, ma non abbiamo un obiettivo chiaro. Non c’è nessun confronto con le parti sociali e non arrivano le risposte sulle crisi. Al ministro Urso voglio ricordare che a Napoli diciamo che ‘chiacchiere e tabacchiere di legno il Banco di Napoli non le impegna”. Urso “ci dia risposte, ci dica concretamente cosa fare. Basta chiacchiere. Mostrate che siete in grado di bloccare le multinazionali che vengono qui e fanno ciò che vogliono, prendono i soldi e vanno via. Mostrate che volete salvare l’indotto dell’automotive e che mettete condizionalità alle aziende, non date i soldi se licenziano, se non pagano le tasse in questo Paese e non applicano i contratti”.

E sempre in tema di riforme: “È arrivata l’ora di dare risposte a chi paga le tasse nel nostro Paese. Continuiamo a porre questioni come il recupero del potere d’acquisto, il lavoro, la sicurezza sul lavoro: non abbiamo risposte e le persone continuano a morire. C’è troppo lavoro precario e poi – ha aggiunto il segretario generale della Uil – ci sono due grandi temi: la riforma fiscale e la riforma delle pensioni. Pensiamo che sia arrivata l’ora di dare risposte a chi le paga le tasse nel nostro Paese e, quindi, contestiamo la Flat tax così come pensiamo che sulla riforma delle pensioni se n’è chiacchierato tanto e non ci sono risposte. Aspettiamo che il governo riapra queste discussioni che erano appena partite ma che si sono poi arenate”, ha concluso Bombardieri.

La manifestazione di oggi a Napoli, secondo il leader della Uil, e la “grande partecipazione è la dimostrazione della voglia di tanti lavoratori e lavoratrici, di tanti giovani, di tante persone anziane di chiedere di cambiare le scelte, di fare attenzione a chi è rimasto indietro e a chi ha grandi difficoltà. È un’ulteriore richiesta al governo di ascoltare, di fare scelte che siano importanti per le persone che sono oggi in piazza”, ha concluso.

e.m.

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