I sindacati delle costruzioni Feneal, Filca e Fillea hanno proclamato uno sciopero l’11 marzo, con manifestazione nazionale a Roma, per chiedere di intervenire sulla riforma degli appalti, prima della stesura definitiva, sulla parte riguardante i lavori in house per mitigare gli effetti occupazionali derivanti dalla riduzione degli affidamenti diretti da parte delle concessionarie autostradali. Altrimenti, dicono, “sarà una strage di posti di lavoro.”
“L`obiettivo è salvaguardare la stabilità occupazionale ed evitare una ulteriore destrutturazione del settore – affermano – chiediamo che le manutenzioni e i servizi siano fuori dalle quote di appalto perché la norma, così scritta, è una falsa liberalizzazione di mercato in quanto raggiunge l`unico obiettivo della precarizzazione dei rapporti di lavoro e della bassa qualità. Già da alcuni mesi la norma, che prevede di poter affidare direttamente lavori, progettazioni e manutenzioni nella misura massima del 20% degli investimenti, ha provocato decine e decine di licenziamenti; una vera emergenza sociale tamponata con il ricorso alla Cassa integrazione”.
I sindacati hanno chiesto un incontro al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ma senza avere ancora una risposta. “Forse non è chiaro a tutti cosa c`è in ballo – aggiungono – se la norma non verrà modificata ci sarà lo smantellamento delle grandi imprese specializzate ed il licenziamento di 2mila lavoratori, che determinerà una perdita inaccettabile di importanti professionalità. Tutto questo ovviamente si ripercuoterà sulla manutenzione delle autostrade e della qualità delle opere”, denunciano i sindacati. Pertanto, in assenza di risposte “siamo costretti a scioperare e a scendere di nuovo in piazza per difendere il futuro dei lavoratori di questo comparto”.