Dal vertice Pd, riunito a Palazzo Chigi dal premier Matteo Renzi, arriva la conferma: sarà Sergio Mattarella il nome su cui il Partito democratico convergerà alle prime votazioni per l’elezione del presidente della Repubblica. E’ quanto si apprende da fonti qualificate che hanno preso parte all’incontro.
Dalla stesse fonti arriva anche l’indicazione che non si tenteranno accelerazioni rispetto al calendario previsto per le votazioni: oggi si dovrebbe tenere una sola ‘chiama’, altri due domani, per arrivare alla quarta votazione solo nella giornata di sabato.
Sergio Mattarella ha ricoperto la carica di deputato dal 1983 al 2008, prima per la Democrazia Cristiana e poi per il Partito Popolare Italiano e la Margherita, ed è stato più volte ministro: per i Rapporti con il Parlamento durante il governo De Mita, della Pubblica Istruzione durante quello Andreotti, della Difesa durante il governo D’Alema, nonché vicepresidente del Consiglio dei Ministri. Dal 2011 è giudice costituzionale di nomina parlamentare.
Il leader di Sel, Nichi Vendola, ha intanto annunciato a Montecitorio che gli elettori del suo partito sarebbero pronti a votare Sergio Mattarella: “Prendiamo atto delle parole di Prodi che fanno onore al fondatore dell’Ulivo e consideriamo positiva, se sarà confermata, la candidatura di Sergio Mattarella avanzata dal Pd. Mattarella per storia e cultura personale è quanto di più lontano dal patto del Nazareno. Con la candidatura Mattarella possiamo considerare raggiunto il nostro obbiettivo di questa battaglia che era di impedire l’elezione di un presidente della Repubblica espressione di quel patto e di quella cultura politica”.
Più diffidente la reazione di Pippo Civati, della minoranza Pd, che si è così espresso: “Mattarella? Mi sembra un diversivo, i numeri sono strettissimi e poi il patto del Nazareno non credo sia finito, sennò andremmo a votare domani”.