I segretari della Fiom-Cgil, Franco Bardi, e della Fim-Cisl del Sulcis, Rino Barca, entrambi operai dell’Alcoa, hanno trascorso la notte sulla torre dello stabilimento di Portovesme per protestare contro l’azienda.
La protesta è scaturita dopo che in una riunione con i sindacati l’azienda ha presentato un piano di spegnimento dell’impianto più rapido di quello pattuito al ministero. Nella serata, dopo che il governo ha chiesto all’azienda il rispetto dei patti, l’Alcoa ha confermato che lo spegnimento avverrà nelle date stabilite con palazzo Chigi.
“Dopo la riunione deludente di ieri”, ha reso noto Barca , “ci siamo guardati in faccia e abbiamo preso la decisione senza pensarci su più di tanto e, nonostante tutto, intendiamo restare qui a oltranza”. “Siamo rimasti seduti l’uno affianco all’altro tutta la notte per scaldarci all’altezza della penultima rampa della torre”. Il segretario della Fim-Cisl del Sulcis ha ricordato che il collega Bardi della Fiom-Cgil soffre di vertigini. “La rabbia”, ha spiegato, “gli ha fatto superare la paura e, nonostante abbia grosse difficoltà, non intende mollare”. I due sindacalisti, che sono da ieri sera sulla torre alta oltre 60 metri da dove alcuni giorni fa erano scesi dopo quattro giorni di protesta tre colleghi dello stabilimento di Portovesme, sono sostenuti da un presidio di lavoratori. “Non è facile salire qui su”, ha spiegato ancora Barca, “ma dovremmo organizzarci perché le batterie del telefonino si stanno scaricando e non abbiamo niente per coprirci. La protesta non era organizzata”. (LF)
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