“Il calo del numero di infortuni, così come di incidenti mortali, è decisamente un bene, ascrivibile anche agli accordi sindacali siglati sui temi della prevenzione”. E’ il commento della Cgil sui dati diffusi oggi dall’Inail. Per i segretari confederali, Vera Lamonica e Elena Lattuada, “rimane in ogni caso aperta l’esigenza di mettere in trasparenza infortuni e morti che si registrano nel mondo del sommerso e in tutte le altre attività irregolari, dal caporalato ai molti appalti, specie nel settore dell’edilizia, fino a quelli legati a condizioni di precarietà”.
Allo stesso tempo, aggiungono le due sindacaliste, “condividiamo le parole del ministro Fornero circa il radicamento della cultura della prevenzione, per questo ribadiamo la nostra contrarietà ai tagli lineari: c’è bisogno di rafforzare e raddoppiare controlli e ispezioni, come la percentuale di aziende con irregolarità sul totale di quelle controllate dimostra, perché sia possibile e irreversibile un radicamento di tale cultura”.
La Cgil sottolinea inoltre come “per la prima volta negli anni recenti l’lnail abbia preso in considerazione il fatto che le statistiche sugli infortuni e sulle malattie professionali devono essere considerate in relazione al calo delle ore lavorate, alle classi di rischio e alla effettiva esposizione dei lavoratori”. Infine, osservano Lamonica e Lattuada, “è apparso strano come il presidente dell’Inail De Felice, nonché il ministro del welfare, Elsa Fornero, non abbiano fatto cenno al tema della governance. Su questo tema Cgil-Cisl-Uil e Confindustria hanno di recente firmato un avviso comune per rilevare la necessità e l’urgenza di superare un modello governo degli istituti previdenziali fondato su scarsa partecipazione, poca trasparenza e, sostanzialmente, di tipo commissariale. Ci auguriamo che al più presto il ministro convochi le parti sociali per dare applicazione all’avviso comune”. (LF)
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