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Addio a Giordano Riello, re dei condizionatori, con la sua Aermec ha contribuito all’Italia del boom

Nunzia Penelope
Maggio15/ 2023

Con la scomparsa di Giordano Riello se ne va un altro ‘pezzo’ importante della storia industriale italiana, una storia fortemente segnata dall’iniziativa imprenditoriale di alcune grandi famiglie, croce e delizia del nostro capitalismo.

Giordano Riello, morto a 97 anni, faceva parte di una di queste famiglie: cuore locale, in Veneto, a Bevilacqua, provincia di Verona, in parallelo con altre grandi famiglie locali, come Marzotto e Zanussi, ma mente globale, con la capacità di espandere i propri prodotti in molti paesi diversi, conquistando un successo tutt’altro che di nicchia e tutt’altro che facile. Nipote del capostipite Ettore, che all’inizio del secolo scorso fondò le Officine Fratelli Riello, nella diversificazione dei vari business di famiglia Giordano aveva puntato infatti quasi subito sui condizionatori, lanciando nel 1961 il marchio Aermec e portandolo negli anni a diventare leader del settore, contrastando con l’alta qualità la fortissima concorrenza dei paesi asiatici, nonché ultimo marchio di condizionatori rimasto totalmente italiano e, per di più, a controllo totalmente famigliare.

L’Aermec conta oggi 1.700 addetti, sparsi su otto stabilimenti, e ricavi per mezzo miliardo di euro. L’azienda è riuscita a passare senza danni attraverso le temperie causate prima dal Covid, poi, con la ripresa, dalla difficoltà di reperire semiconduttori e altre forniture indispensabili, e infine dal conflitto russo-ucraino. Una resilienza dovuta sia all’impronta aziendale data dal patron, sia, e va detto, alla capacità di organizzare per tempo un passaggio generazionale solido che garantisse la stabilità del gruppo. Caratteristica questa che purtroppo non appartiene alla tradizione nazionale: negli anni abbiamo assistito allo sfaldarsi di grandissimi marchi e nomi proprio a causa del peso – o meglio alla “leggerezza” – del passaggio generazionale. Non cosi la Aermec. Gli eredi di Giordano, i figli Raffaella e Alessandro, sono da anni nel Cda della capogruppo, e Alessandro, in particolare, classe 1954, già esponente di spicco della Confindustria sia locale che nazionale, ha la responsabilità di presidente e amministratore delegato della Aermec Spa. Resta la malinconia per la perdita di un altro dei “grandi vecchi” che hanno fatto l’Italia negli anni del boom, e dei quali oggi sembra si sia perso lo stampo.

Nunzia Penelope

Nunzia Penelope

Giornalista