Il sindacato respinge con forza la proposta che vorrebbe portare l’impegno scolastico di tutti gli insegnanti dalle attuali18 a36 ore mensili, cancellare le graduatorie d’istituto, appena rinnovate per 467 mila precari, e portare il numero di scuole superiori da5 a4 anni.
I contenuti della imminente legge delega, che il Governo avrebbe intenzione di approvare prima della pausa estiva, prevede premi stipendiali fino al 30% per i docenti impegnati in ruoli organizzativi (vicepresidi, docenti senior) o attività specializzate (lingue e informatica), in cambio di una maggiore disponibilità da parte degli insegnanti a svolgere più ore a scuola.
Il presidente dell’associazione, Marcello Pacifico: “Così ci si allontana sempre più dall’Ue e si incrementa la disoccupazione intellettuale e giovanile. Siamo di fronte ad un’operazione immotivata: più indagini, nazionali ed internazionali, hanno dimostrato che i nostri docenti lavorano alla pari, se non più, dei colleghi degli altri paesi avanzati. Basta dire che sono impegnati 39 settimane rispetto alle 38 OCDE, 175 giorni rispetto ai 185 OCDE”.
“Temiamo – prosegue Pacifico – che il progetto del Miur sia ancora una volta quello di incrementare il Fondo di istituto attraverso delle modalità che non hanno fondamento, né da un punto di vista professionale né, tantomeno, pedagogico-formativo. In un colpo solo, poi, si vorrebbe risolvere il problema del precariato, anziché attraverso la stabilizzazione, con la sua soppressione. Come se dietro non vi fossero aspiranti docenti in carne e ossa”.
“Viene infine da chiedersi, conclude il presidente sindacale, come si fa a presentare una proposta del genere, dal momento che tutti gli insegnanti hanno di fatto lo stipendio fermo dal 2009 e corroso da un’inflazione che ha corso per più di 4 punti percentuali, facendo perdere per strada uno stipendio l’anno? E con i nostri insegnanti delle superiori che a fine carriera, sempre per rimanere all’area Ocde, guadagnano il 30% in meno, pari a quasi 8mila euro l’anno?”.