L’aumento dello spread è collegato all’incertezza “sull’orientamento delle politiche economiche”. Lo afferma la Banca d’Italia, secondo cui “in Italia i maggiori rischi per la stabilità finanziaria derivano dalla bassa crescita e dall’alto debito pubblico. L’incertezza sull’orientamento delle politiche economiche e di bilancio ha determinato forti rialzi dei rendimenti dei titoli pubblici”.
“Vi hanno contribuito – sottolinea Via Nazionale nel rapporto sulla stabilità finanziaria – timori degli investitori riguardo a un’ipotetica ridenominazione del debito in una valuta diversa dall’euro. Le condizioni di liquidità – aggiunge Palazzo Koch – del mercato secondario dei titoli di Stato sono più tese rispetto ai primi mesi dell’anno ed è aumentata la volatilità infragiornaliera delle quotazioni”.
“L’andamento – spiega Bankitalia – dei rendimenti dei titoli pubblici ha implicazioni rilevanti per tutti i settori dell’economia. Per le finanze pubbliche l’aumento dei tassi aggrava il costo del debito e rende più difficile la riduzione del rapporto tra debito e Pil”.
“L’incremento dei tassi all’emissione dei titoli di Stato – sottolinea Via Nazionale – ha determinato negli ultimi sei mesi un’espansione della spesa per interessi di quasi 1,5 miliardi rispetto a quella che si sarebbe avuta con i tassi che i mercati si aspettavano in aprile; costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020 se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati”.
“Un rialzo pronunciato e persistente dei rendimenti – aggiunge Palazzo Koch – a parità di tassi di crescita nominale dell’economia, aumenta il rischio che la dinamica del debito si collochi su una traiettoria crescente”.