Il debito pubblico raggiunge un nuovo massimo storico. Secondo il bollettino statistico della Banca d’Italia, a febbraio il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 3,3 miliardi rispetto a gennaio, salendo al livello record di 2.169,2 miliardi.
L’aumento del debito a febbraio, spiega Bankitalia, “è stato inferiore al fabbisogno del mese (8,2 miliardi) grazie alla diminuzione di 3,6 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (pari a fine febbraio a 79,1 miliardi) e all’effetto complessivo dell’emissione di titoli sopra la pari, del deprezzamento dell’euro e della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione (1,2 miliardi)”.
“Il fabbisogno (e conseguentemente l’aumento del debito) – sottolinea Via Nazionale – è stato contenuto dal parziale rimborso (2,1 miliardi) dei prestiti concessi alla Grecia ed erogati per il tramite dell’Efsf. Si tratta di un rimborso non programmato, connesso con risorse (finalizzate a interventi a favore del settore finanziario in Grecia) finora non utilizzate e che sono state temporaneamente riattribuite ai paesi contribuenti”.
A febbraio, in particolare, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 3,7 miliardi, quello delle amministrazioni locali è diminuito di 0,4 miliardi e quello degli enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato.
Nel primo bimestre, conclude Palazzo Koch, “le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto allo stesso periodo del 2014 (58 miliardi)”.
La stretta creditizia va allentandosi e si rafforza la domanda di prestiti da parte di imprese e famiglie. È la fotografia del credito in Italia secondo l’indagine sul credito bancario nell’area euro diffusa dalla Banca d’Italia. Nel primo trimestre del 2015 “è proseguito l’allentamento dei criteri di offerta dei prestiti a imprese e famiglie, beneficiando principalmente della maggiore pressione concorrenziale tra le banche e del miglioramento della posizione di liquidità degli intermediari”.
“Il miglioramento delle politiche creditizie – spiega Via Nazionale – si è tradotto soprattutto in una ulteriore riduzione dei margini applicati alla media dei prestiti e, per le erogazioni alle imprese, in un lieve aumento dell’ammontare concesso”.
Per il trimestre in corso “gli intermediari si attendono un ulteriore, lieve allentamento delle condizioni di offerta dei prestiti alle imprese; i criteri di offerta si manterrebbero invariati per i prestiti alle famiglie”.
Secondo le valutazioni delle banche, conclude Palazzo Koch, “la domanda di prestiti da parte delle imprese è rimasta invariata, quella delle famiglie è aumentata. Nel trimestre in corso la domanda di finanziamenti, sia delle imprese sia delle famiglie, si rafforzerebbe in misura significativa”.