La ripresa economica dei paesi della zona euro “mostra segni di crescente tenuta e si sta diffondendo nei diversi settori e Paesi” mentre i prezzi si mantengono bassi con “l’inflazione di fondo non ha ancora mostrato segni convincenti di una tendenza al rialzo”.
E’ uno scenario sostanzialmente positivo quello delineato dagli economisti della Banca Centrale Europea nel bollettino mensile appena pubblicato. “L`espansione economica in atto nell`area dell`euro – si legge nel documento – mostra segni di crescente tenuta e si sta diffondendo nei diversi settori e paesi. Nel primo trimestre dell`anno il PIL dell`area è cresciuto in termini reali dello 0,6% per cento sul periodo precedente, rispetto allo 0,5 dell`ultimo trimestre del 2016. Indicatori a breve termine, ad esempio le indagini congiunturali, continuano a segnalare una robusta dinamica espansiva nel prossimo periodo”.
La Bce sottolinea che, in particolare, “la ripresa degli investimenti continua a essere sospinta da condizioni di finanziamento molto favorevoli e da miglioramenti nella redditività delle imprese. Gli incrementi dell`occupazione, che traggono beneficio anche dalle passate riforme del mercato del lavoro, forniscono sostegno al reddito disponibile reale delle famiglie e ai consumi privati”.
L`attività economica dell`area dell`euro è sospinta anche dalla sostenuta ripresa mondiale. Il commercio mondiale è cresciuto in maniera significativa negli ultimi mesi, beneficiando, tra gli altri fattori, della ripresa in atto nelle economie dei paesi emergenti. Tuttavia, le prospettive di crescita nell’eurozona continuano a essere frenate dalla lenta attuazione delle riforme strutturali, in particolare nei mercati dei prodotti, e dalla necessità di effettuare ulteriori aggiustamenti di bilancio in numerosi settori, nonostante i miglioramenti in atto.
In cifre, le proiezioni macroeconomiche di giugno 2017 prevedono una crescita annuale del PIL in termini reali dell`1,9 per cento nel 2017, dell`1,8 per cento nel 2018 e dell`1,7 per cento nel 2019. Rispetto all`esercizio svolto dagli esperti della BCE a marzo 2017, la previsione per il tasso di crescita del PIL in termini reali è stata rivista al rialzo nell`orizzonte previsivo.
Inoltre, secondo la Bce, i rischi per le prospettive di crescita sono sostanzialmente bilanciati: da un lato, l`attuale dinamica positiva del ciclo accresce la probabilità di una ripresa economica più vigorosa rispetto alle attese, dall`altro, persistono rischi al ribasso, dovuti prevalentemente a fattori di carattere internazionale.
Meno buone le notizie sull’inflazione, che secondo la Bce potrebbe risultare inferiore alle previsioni. Secondo la stima preliminare dell`Eurostat, l`inflazione nell`area dell`euro sui dodici mesi misurata sullo IAPC è salita a maggio all`1,4 per cento, dall`1,9 di aprile e l`1,5 di marzo. Un ribasso dovuto ai prezzi dell’energia, da un lato, mentre il picco e’ spiegato con l’aumento temporaneo dei prezzi nel periodo di Pasqua. Sostanzialmente, l`inflazione di fondo a livello mondiale si è stabilizzata e nei prossimi mesi, nell’area euro, dovrebbe mantenersi sui livelli registrati di recente.
Le proiezioni macroeconomiche per l`area dell`euro di giugno 2017 prevedono un tasso annuo di inflazione misurato sullo IAPC dell`1,5 per cento nel 2017, dell`1,3 nel 2018 e dell`1,6 nel 2019. Dunque, l’obiettivo del 2%, inseguito da tempo, resta ancora lontano. Rispetto alle proiezioni macroeconomiche di marzo 2017 formulate dagli esperti della BCE, le prospettive per l`inflazione complessiva misurata sullo IAPC mostrano una revisione al ribasso, riconducibile principalmente a corsi petroliferi più contenuti.
Sul versante dei conti pubblici, il disavanzo di bilancio nell`area dell`euro dovrebbe ridursi ulteriormente nell`orizzonte temporale di proiezione (2017-2019), soprattutto come conseguenza del miglioramento delle condizioni cicliche e del calo degli interessi passivi. Secondo le proiezioni, in termini aggregati, l`orientamento delle politiche di bilancio per l`area dell`euro sarebbe sostanzialmente neutro nel periodo 2017-2019. Quanto al rapporto debito pubblico/PIL, seppure ancora elevato, dovrebbe continuare a scendere. I paesi con alti livelli di indebitamento,secondo gli economisti della Bce beneficerebbero di ulteriori interventi di risanamento per condurre stabilmente il loro rapporto debito pubblico/PIL su un percorso discendente.
Sulla base della consueta analisi economica e monetaria, il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento della BCE e continua ad attendersi che rimangano su livelli pari a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo, ben oltre l`orizzonte degli acquisti netti di attività. Il Consiglio direttivo ha inoltre confermato l`intenzione di mantenere il QE al ritmo di 60 miliardi di euro sino alla fine di dicembre 2017, o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell`evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione. E qualora le prospettive divenissero meno favorevoli, sarebbe pronto a incrementare il programma di acquisto di attività in termini di entità e/o durata.