“L`Inps deve essere un’istituzione indipendente dagli orizzonti, spesso molto limitati, del governo di turno, perché è il garante di un patto tra generazioni. Se avesse avuto questo ruolo negli anni 70 e 80 oggi non avremmo questa montagna di debito pubblico e le baby pensioni”. È quanto afferma Tito Boeri in una intervista a Repubblica nella quale traccia un bilancio del suo mandato alla guida dell’Inps che si appresta a lasciare.
“Ho da tempo preparato tutto per il passaggio di consegne, ma non so a chi consegnarle”. Boeri riassume quanto è stato realizzato. “Io, anzi noi, perché all’Inps ci sono dirigenti validissimi, abbiamo fatto molto sulla trasparenza. Trasparenza nei rapporti con i cittadini, con le buste arancioni che informano ciascuno sulla sua pensione futura, trasparenza sui nostri bilanci e sui privilegi di cui godono alcune categorie di lavoratori e di pensionati. Poi abbiamo ridotto il numero di dirigenti e li abbiamo spostati sul territorio, mentre abbiamo centralizzato la gestione degli appalti, evitando gli affidamenti diretti e imponendo controlli più rigidi. Abbiamo anche iniziato a dismettere il patrimonio immobiliare dell’Istituto per concentrarci sulla protezione dei più deboli e ridurre il debito pubblico. In poco più di un anno abbiamo dismesso un quinto del nostro patrimonio immobiliare, oltre 400 milioni, quando il Demanio riesce a dismettere 20-30 milioni all’anno”.
Oggi “l’Inps è più trasparente e più efficiente anche sulla spinta di un maggior contatto diretto con i cittadini”. Guardando in prospettiva, Boeri indica che “l’Inps deve aver oggi la forza di dire: guardate che con un’economia che rallenta e un costo del nostro indebitamento che aumenta, non è proprio il caso di far lievitare ulteriormente il nostro debito pensionistico, che è per chi ci guarda dall’esterno il metro della credibilità del Paese”.