Via libera della Commissione europea a Bruxelles ai 150 milioni di euro (circa 300 miliardi di lire) di aiuti nazionali che l’Italia intende accordare al settore zootecnico per compensare gli effetti negativi della crisi della mucca pazza.
Non solo l’Italia, ma anche Austria, Belgio, Francia, Germania e Spagna sono stati autorizzati dalla Commissione europea a versare aiuti a sostegno del reddito dei loro allevatori bovini che hanno subito perdite in seguito alla crisi della Bse, tra novembre 2000 e giugno 2001. Complessivamente, i sei paesi verseranno un contributo di 418 milioni di euro (oltre 800 miliardi di lire) che normalmente non è consentito dalla normativa Ue, ma che Bruxelles ha deciso di giustificare per il carattere eccezionale che sta attraversando il mercato della carne bovina in Europa.
La Commissione ha autorizzato l’Italia e la Germania a versare, oltre agli aiuti al reddito, altri contributi nazionali connessi alla crisi della mucca pazza in quanto riguardano la ricostituzione degli allevamenti nelle aziende in cui sono state accertati casi di encefalite spongiforme bovina (Bse).
Il via libera all’Italia interessa in primo luogo il pagamento di un contributo provvisorio al reddito di circa 51 miliardi di lire che può salire fino a 154 miliardi. Inoltre, l’autorizzazione all’Italia comprende altri aiuti di stato, come il risarcimento agli agricoltori sulle cui aziende sono stati riscontrati casi di Bse; aiuti alla ricostituzione degli allevamenti; la quota nazionale di cofinanziamento del regime di acquisto a fini di distruzione dei bovini. Complessivamente un contributo nazionale di 150 milioni di euro, circa 300 miliardi di lire.
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