“L’Europa sta vivendo la più grande crisi politica dal dopoguerra, ma sono in pochi ad affrontare questo tema. Siamo nel mezzo di una crisi che è soprattutto di leadership e di pensiero. Non vedo nei soggetti che decidono l’idea di quello che fanno e la sensazione che si ha è che il contingente sia l’unica misura per le politiche che si stanno attuando”. Così, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso nell’intervento conclusivo al convegno ‘Per l’Europa. Ripartiamo dal manifesto di Ventotene’ che si è tenuto questa mattina sull’isola di Ventotene.
“Ma se parliamo di Europa – continua – parliamo di politica. E noi abbiamo uno straordinario bisogno di politica, ispirata ai principi del socialismo europeo. Fino ad oggi non abbiamo visto segnali di cambiamento. Il nostro presidente del consiglio Renzi, subito dopo che il consiglio europeo si era pronunciato sul caso Grecia, ha sostenuto la necessità che l’Europa dovesse cambiare. Nel giro di una settimana, parlando della legge di stabilità, ha però ridimensionato di molto questo suo pensiero, accontentandosi di un po’ più di flessibilità sul deficit. Non è così che si cambia l’Europa”.
“Siamo in un Paese che si sta scavando la fossa – dice ancora Camusso -. I nostri giovani se ne vanno. La risposta non è nei sussidi, è nella creazione di lavoro. I giovani se ne vanno per crearsi un futuro, un progetto di vita. Ridurre le tasse non basta, serve una politica redistributiva. Bisogna fare politica anche rispetto al debito. Ed è un messaggio che vogliamo lanciare qui da Ventotene. Occorre fare una conferenza europea sul debito e vorremmo che l’Itala ne fosse promotrice”. “Siamo venuti qui a Ventotene perché siamo convinti che politica sociale e mondo del lavoro facciano parte di un concetto chiamato pace. Se si fa la guerra al lavoro si costruiscono le condizioni per nuovi conflitti, e i conflitti – conclude Camusso – portano sempre a un peggioramento delle condizioni dei soggetti più deboli”.