Lo sciopero generale a cui da tempo sta pensando la Cgil si fa più concreto. L’assemblea generale che si è riunita oggi a Roma ha infatti varato un ordine del giorno nel quale si annuncia una consultazione a tappeto della “base”, chiedendo ai lavoratori un esplicito voto sullo sciopero.
La consultazione, che avverrà attraverso assemblee nei luoghi di lavoro e non, è prevista tra settembre e ottobre. Al termine delle assemblee sarà chiesto ai partecipanti di votare sul pacchetto di proposte della confederazione, incluso, appunto, lo sciopero. Con l’obiettivo, non dichiarato, ma implicito, di arrivare a proclamare l’astensione generale nel mese di novembre.
L’assemblea, si legge nell’Odg, “decide di dare corso nei mesi di settembre e ottobre a una consultazione straordinaria certificata” di lavoratori e pensionati, per “chiedere l’impegno alla mobilitazione fino allo sciopero generale”. L’assemblea inoltre, “da’ mandato alla segreteria di discutere la proclamazione e la collocazione nel rapporto con Cisl e Uil”. L’intenzione, dunque, è di coinvolgere anche le altre due confederazioni: speranza basata sul fatto che molte delle proposte su fisco, pensioni, precarietà, eccetera, sono contenute nella piattaforma unitaria con cui nei mesi scorsi le tre confederazioni hanno dato vita alle manifestazioni di Milano, Bologna e Napoli. Ovviamente uno sciopero generale è una cosa diversa, che potrebbe spaccare il fronte sindacale; e tuttavia, una volta forte del mandato esplicito dei lavoratori, è chiaro che la Cgil non vi rinuncerà.
Non solo: l’assemblea da’ mandato alla segreteria di valutare anche “la predisposizione” di una proposta di legge di iniziativa popolare su rappresentanza e salario minimo (senza tuttavia indicare una cifra specifica), e anche di “istruire la possibilità di ricorrere al referendum abrogativo” per quanto riguarda “le leggi che hanno incentivato la precarietà del lavoro”; ma per ora si tratta di un mandato più che altro esplorativo.
Intanto, per il 30 settembre, la confederazione di Maurizio Landini si prepara a tornare in piazza con la manifestazione contro la precarietà, l’autonomia differenziata, e altro, indetta assieme a una vasta rete di associazioni, seguito ideale di quella del 24 giugno; ma stavolta l’obiettivo è di fare le cose davvero in grande, anche dal punto di vista della location: non più piazza del Popolo ma, con ogni probabilità, piazza San Giovanni.
Nunzia Penelope