“Stato di agitazione al Porto di Civitavecchia. I lavoratori edili impegnati nella costruzione della nuova darsena traghetti, dopo quattro mesi senza stipendio e con il serio rischio licenziamento, nel corso di un’assemblea che si è tenuta oggi all’esterno del cantiere sequestrato dalla magistratura, hanno deciso di dare il via ad iniziative di protesta, fatte di mobilitazioni e presidi, a partire da venerdì in assenza di risposte concrete”. È quanto fanno sapere i sindacalisti Andrea Pace e Vincenzo Cariddi della Fillea Cgil Roma, Diego Bottacchiari e Luigi Luchetti della Filca Cisl Roma e Massimo Fiorucci della Feneal Uil Roma.
“Le centinaia di lavoratori edili che stanno costruendo la nuova darsena traghetti, dopo quattro mesi senza stipendio, sono in stato di agitazione fuori dal cantiere sequestrato dalla Magistratura, senza nessuna sicurezza circa la ripresa lavorativa, nessun ammortizzatore sociale e con il rischio di licenziamento”. I lavoratori chiedono, proseguono i dirigenti sindacali, “certezze sui tempi di riapertura del cantiere e piena occupazione, compresi gli interinali, annunciando che in mancanza di risposte adeguate da venerdì mattina partiranno presidi ed iniziative di mobilitazione. Non terminare quest’opera – concludono le tre sigle sindacali – rappresenta un danno per tutto il Paese e un danno per l’economia e lo sviluppo del territorio di Civitavecchia e del Lazio. Il cantiere, ad oggi, non risulta più fermo a causa del sequestro, a quanto riferisce l’autorità portuale ai sindacati, ma per motivi economici”.
F.P.