L’intervista a Vincenzo Colla per Huffington Post chiarisce, a poche settimana dalla decisione definitiva su quale sarà il leader alla guida della Cgil, alcune posizioni dirimenti del prossimo candidato alla guida della Cgil.
Prima di tutto un giudizio “netto” sulla manovra di governo che, secondo Colla, non contribuisce al progresso di questo paese. La lettura “sociale” della manovra della Cgil di Colla è negativa sia per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, sia per quanto riguarda Quota cento. La prima, secondo Colla, è una misura che non favorisce la creazione di lavoro e potrebbe dare adito ad “un’ulteriore disuguaglianza tra soggetti deboli e poveri” tra chi prenderà il reddito a 780 euro e un lavoratore che non va oltre i 900 euro. Inoltre, con il reddito di cittadinanza si incorrerà nel rischio di acuire la rabbia sociale di milioni di giovani senza lavoro. “Senza lavoro rimane solo il risentimento sociale” afferma Colla nell’intervista ad Alessandro De Angelis. La seconda, Quota 100, “non modifica la legge Fornero, lasciando un vuoto proprio sulle fasce del lavoro debole, femminile e sui migranti”.
Ma il problema di questo Governo secondo Colla non sono esclusivamente le misure prese nella manovra come l’incostituzionalità della mancata progressività fiscale, ma la sua cultura politica. Colla non lascia spazio a dubbi: al governo c’è una “destra radicale e sovranista”. Il sindacalista nono nasconde, allo stesso tempo però, la nostalgia per una sinistra progressista. Secondo l’intervistato, in Italia, manca un partito progressista a cui iscriversi che sappia guidare il paese.
Ed anche la Cgil è mancata all’appuntamento con le sfide del presente. Probabilmente troppo incerta nel prendere posizione. Per Colla, il sindacato deve essere guidato da un caposaldo indiscutibile: la propria autonomia. Bisogna prosi il problema della redistribuzione della ricchezza e dello sviluppo sostenibile e il sindacato, come avrebbe detto Luciano Lama, deve essere “un soggetto di cambiamento generale”. “Noi – ribadisce – non abbiamo avuto un vuoto di rappresentanza ma di rappresentatività”.
Uno dei primi obiettivi da recuperare e sul quale Colla si impegnerà per “rafforzare un’idea confederale, generale, di ricomposizione del mondo del lavoro”.
A.P