267ª Seduta
Presidenza del Presidente
SACCONI
Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Cassano.
La seduta inizia alle ore 9.
IN SEDE CONSULTIVA
(Doc. LVII, n. 4-bis) Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2016, allegato e relativo annesso
(Parere alla 5a Commissione. Seguito e conclusione dell’esame. Parere favorevole con osservazioni)
Prosegue l’esame, sospeso nella seduta di ieri.
La senatrice CATALFO (M5S) dà conto di una bozza di parere alternativo di segno contrario, allegata al resoconto, denunciando che i dati riportati nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza non corrispondono affatto alla situazione economica del nostro Paese. Citando studi dell’ADAPT, evidenzia che a partire dalla riforma del Jobs Act si sono avute per lo più trasformazioni di contratti di lavoro già esistenti, mentre sono rimaste estremamente limitate le nuove opportunità di occupazione. Denuncia i gravi effetti sui conti pubblici generati dalle politiche di decontribuzione fiscale per i nuovi assunti. Sottolinea che le raccomandazioni dell’Unione europea richiedono maggiori investimenti nelle politiche attive del lavoro e nella lotta alla povertà. Si tratta di misure che inciderebbero in misura determinante sull’economia, ma che il Governo si ostina a non adottare, complicando anzi il quadro delle prestazioni previdenziali, come avvenuto di recente nella discussione alla Camera dei deputati sul disegno di legge di lotta alla povertà. Per tali ragioni, a nome del proprio Gruppo, esprime una dichiarazione di voto contrario alla proposta di parere del relatore Pagano e motiva la presentazione di uno schema di parere alternativo.
Nessun altro chiedendo di intervenire, presente il prescritto numero di senatori, il presidente SACCONI mette ai voti la proposta di parere, favorevole con osservazioni, presentata dal relatore Pagano, pubblicata in allegato alla seduta di ieri, che è approvata a maggioranza.
Risulta conseguentemente precluso il voto sulla proposta di parere contrario, presentata delle senatrici Catalfo e Paglini.
La seduta termina alle ore 9,20.
SCHEMA DI PARERE PROPOSTO DALLE SENATRICI CATALFO E PAGLINI SUL DOCUMENTO LVII, N. 4-bis, ALLEGATO E RELATIVO ANNESSO
L’11a Commissione del Senato, esaminata per le parti di competenza la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2016 (Doc. n. LVII, n. 4-bis);
premesso che:
il DEF 2016, il terzo di questo Governo, avrebbe dovuto essere (a parole) la continuazione di quella presunta strategia (che secondo lo stesso documento sarebbe perseguita fin dal 2014) che avrebbe come obiettivi prioritari il rilancio della crescita e dell’occupazione. Tuttavia né l’una né l’altra sembrano prossime. Con la nota di aggiornamento in esame lo stesso Governo si vede costretto a ridurre ulteriormente le stime di crescita economica per il triennio 2016-2018. Come già rilevato all’inizio dell’anno dal Fondo monetario internazionale l’Italia resta un paese a rischio;
considerato che:
per quanto concerne i dati riguardanti il settore del lavoro dopo l’approvazione del cosiddetto Jobs Act oltre ad apparire palesemente sopravvalutati non sono stati accompagnati da una corrispondente crescita in termini di prodotto interno lordo;
sono state infatti propagandate come nuova occupazione anche le forme di lavoro tra le più precarie come i tirocini o il lavoro accessorio. In particolare, nel suo recente “Quaderno di ricerche sul lavoro accessorio”, l’Inps ha evidenziato come i voucher destinati a remunerare le prestazioni di lavoro accessorio non solo non facciano emergere il lavoro sommerso (se non in misura irrisoria) ma finiscano piuttosto col costituire appunto una forma di lavoro precario e a basso costo per soggetti con occupazione già instabile e occasionale o part-time: un mero sostituito di altri contratti di lavoro parasubordinato già esistenti che però offre soluzioni più flessibili e meno costose, creando nuove sacche di precariato sfruttate dalle aziende per abbattere il costo del lavoro. Una situazione che i recenti interventi correttivi in materia non sembrano sufficienti a sanare;
il primo anno di Jobs Act ha avuto un costo superiore alle previsioni e i nuovi contratti sono di fatto solo l’alibi per una continua campagna mediatica sul mito del lavoro stabile in realtà spesso inesistente: una dinamica che non solo si rivela tristemente attuale, nonché una costante di tutto il 2015, ma rischia di essere un vero e proprio boomerang per l’economia nazionale;
secondo gli analisti del centro studi ADAPT che hanno analizzato i dati dell’Inps, sono stati stipulati 1,5 milioni di contratti utilizzando gli sgravi fiscali: i costi per coprire la decontribuzione potrebbero dunque sfiorare i 20 miliardi di euro, con una assenza di coperture di oltre 4,5 miliardi rispetto alle stime del Governo;
a questi costi hanno corrisposto, per tutto il 2015, soli 186.000 occupati in più a dimostrazione che la quasi totalità delle nuove onerose assunzioni è composta da trasformazioni di contratti esistenti, con una percentuale molto bassa di occupazione aggiuntiva;
l’ulteriore grave conseguenza di questa operazione di facciata è quindi un nuovo colpo al già deficitario bilancio Inps poiché per i prossimi tre anni quasi un milione e mezzo di persone non verseranno i contributi necessari a sostenere il già gravoso sistema pensionistico;
secondo i dati Inps, a gennaio 2016, il primo mese in cui gli incentivi alle assunzioni «stabili» sono ridotti del 60 per cento, i nuovi contratti a tempo indeterminato hanno subito una drastica riduzione e sono addirittura meno rispetto a quelle di gennaio 2014, anno in cui la decontribuzione non era prevista;
peraltro, questi nuovi contratti di lavoro sono privi delle tutele contro i licenziamenti già previste dalla normativa in vigore prima dell’approvazione del decreto legislativo n. 23 del 2015 (e dunque molto meno stabili di quanto raccontato dalla retorica governativa) ed è facilmente ipotizzabile che, proprio in virtù della più estesa flessibilità in uscita, tra un paio di anni si possa verificare il licenziamento di molti lavoratori: come infatti rilevato anche dalla Corte dei conti, nella sua valutazione del bilancio Inps, l’impresa che assume usufruendo degli sgravi riesce a fare cassa licenziando un lavoratore per il quale, in caso di illegittimità, deve pagare solo alcune mensilità, comunque inferiori al guadagno avuto tramite l’esenzione fiscale;
il documento in esame contiene inoltre una evidente ulteriore contraddizione: illustra un aumento qualitativo dell’occupazione smentendolo tuttavia subito dopo ammettendo che, sebbene l’occupazione sia salita, nel contempo la produttività oraria del lavoro registra ancora una volta un calo, molto più accentuato rispetto al 2015;
tale contraddizione è causata dal fatto che il documento si muove su due piani solo fittiziamente convergenti: il finto miglioramento a livello puramente legislativo/contrattuale non è abbinato infatti ad un’implementazione della qualità della prestazione lavorativa e della componente produttività legata all’offerta di lavoro, con l’unica eccezione nei servizi;
risulta evidente come si sia solo in presenza di una variazione meramente congiunturale delle dinamiche all’interno del mercato del lavoro, influenzata principalmente dalla presenza di massici incentivi garantititi per i nuovi contratti, non sostenuta però da cambiamenti all’interno del tessuto produttivo italiano;
il tentativo di risolvere i persistenti problemi strutturali dell’economia nazionale tramite l’abbassamento (tra l’altro momentaneo) del costo del lavoro non si è rivelata una scelta ottimale;
l’occupazione creata tramite il cosiddetto Jobs Act non è destinata a durare anche perché non sostenuta da un cambiamento in senso positivo delle dinamiche e dei modelli produttivi;
tutto ciò costituisce un campanello d’allarme molto significativo: l’economia italiana è in sofferenza ed il Governo non sta agendo nella direzione giusta, la cura proposta sarà solo un momentaneo palliativo e si rivelerà inefficace per curare i mali cronici della nostra economia;
persiste peraltro la mancanza di efficienti politiche attive del lavoro in grado di aiutare i lavoratori nei periodi di transizione dopo la perdita del proprio impiego, in particolare in un mercato del lavoro caratterizzato da cicli economici brevi quanto incerti in cui il licenziamento è una variabile da tenere sempre in considerazione;
la disciplina vigente in materia ha evidenziato elementi di debolezza del sistema dei servizi per l’impiego, caratterizzato da una ridotta capacità di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro da parte degli operatori pubblici e da una limitata efficacia dell’azione degli operatori privati, scarsamente integrati con i Centri pubblici per l’impiego e chiamati a fronteggiare un quadro normativo profondamente diversificato sul territorio nazionale;
la persistente situazione di crisi economica ha portato allo scoperto le evidenti debolezze del sistema dei servizi per l’impiego nazionale, il loro scarso impatto sul livello occupazionale, il tasso di penetrazione dei servizi per l’impiego, cioè la quota dei lavoratori dipendenti che ha trovato lavoro grazie all’intermediazione dei servizi stessi rispetto al totale dei dipendenti che hanno trovato un lavoro nel periodo di riferimento;
in Italia solo un disoccupato su quattro si rivolge alle strutture pubbliche per avere supporto nella ricerca di un lavoro. Una percentuale inferiore alla media europea del 52 per cento, e particolarmente bassa se confrontata con l’82 per cento della Germania, il 58 per cento della Francia o anche il 40 per cento della Svizzera;
la maggiore efficienza dei servizi per l’impiego in altri Paesi europei dipende molto dal budget e dalle dimensioni delle attività, che a loro volta determinano il successo nell’erogazione dei servizi. In Italia ci sono in tutto circa 550 Centri gestiti dalle province, per un totale di 7.200 dipendenti. Erogano 700.000 colloqui di orientamento l’anno con una percentuale di collocamenti pari al 4 per cento circa. Ogni centro per l’impiego ha circa 16 operatori a disposizione degli utenti, con un rapporto medio di un addetto ogni 270 utenti. Il sistema tedesco si basa sull’Agenzia federale per il lavoro (Bundesagentur für Arbeit), che conta una sede centrale, 10 direzioni regionali, 176 agenzie per il lavoro (Arbeitsagenturen) supportate da 610 uffici dislocati sul territorio. Le agenzie inoltre sono divise in sezioni specializzate per servire, ad esempio, la popolazione universitaria e i lavoratori dei vari settori economici. Gli addetti al settore sono complessivamente 100.000 e si occupano di gestire i servizi di placement, consulenza, formazione, creazione e salvaguardia dei posti di lavoro e distribuzione dei sussidi di disoccupazione. Anche considerando le dimensioni della Germania, la media è di un dipendente dell’Agenzia ogni 820 cittadini tedeschi circa (calcolato sul totale della popolazione), dieci volte superiore del rapporto di uno a 8.600 in Italia. In Francia il Pôle emploi, (derivante dalla fusione nel 2008 dell’Agenzia nazionale per l’impiego, specializzata in servizi di collocamento, e dell’Unidec, atta a distribuire le indennità di disoccupazione) conta 50.000 dipendenti e 1.000 agenzie locali, con un budget di circa 4 miliardi l’anno per servire oltre 4 milioni di iscritti, l’80 per cento dei quali percepisce un’indennità di disoccupazione, a fronte di un 20 per cento di utenti giovani e donne in cerca del primo impiego. In Svizzera la principale piattaforma per erogare servizi nell’ambito del lavoro, del collocamento e della disoccupazione sono i 130 Uffici regionali di collocamento (Urc) in cui sono impiegati più di 2.000 consulenti e cui risultavano iscritti alla fine di gennaio 2013 circa 150.000 disoccupati (su un totale di 8 milioni di abitanti);
secondo un’indagine dell’Assemblea nazionale delle Province italiane, l’Italia spende l’1,4 per cento del Pil in politiche del lavoro, contro il 2,3 per cento della Francia, il 3,4 per cento della Germania e il 3,7 per cento dell’Olanda. Sul totale delle risorse a disposizione per le politiche del lavoro, l’Italia spende solo il 4 per cento in servizi per l’impiego, a fronte del 10 per cento della Francia, del 12 per cento della Germania e del 60 per cento del Regno Unito;
alla mancanza di risorse, dirottate, come già visto sugli sgravi contributivi, va aggiunta la situazione di sostanziale incompiutezza di quanto previsto dal decreto legislativo n. 150 del 2015. L’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, che dovrebbe coordinare la nuova Rete Nazionale dei Servizi per le Politiche Attive del Territorio resta ancora un’opera largamente incompiuta;
questo costante ritardo nella strutturazione di solide politiche attive per il lavoro costituisce peraltro una mancata risposta alle raccomandazioni dell’Unione europea;
parimenti, anche l’implementazione del Programma Europeo “Garanzia Giovani” sul territorio nazionale registra parecchie insufficienze. Nonostante un tasso di disoccupazione giovanile al 38 per cento, con punte del 50 per cento nel Sud, secondo il rapporto del programma aggiornato al 4 febbraio 2016 su una platea potenziale di beneficiari di azioni pari a 2,4 milioni, sono solo 955.000 i giovani che si sono registrati al programma (il 39,9 per cento della potenziale platea) di cui soltanto 604.000 (il 63,3 per cento del totale degli iscritti) sono stati presi in carico dai servizi per l’impiego. A 276.000 di essi (il 28,9 per cento del totale degli iscritti) è stata proposta una misura prevista dal piano: il 61,6 per cento tirocini; il 21,2 per cento azioni formative e azioni di accompagnamento al lavoro; il 13,9 per cento bonus occupazionali; il 3,1 per cento servizio civile;
così come ha rilevato la Corte dei Conti europea in un recente rapporto, sembra mancare una valutazione qualitativa delle offerte fatte ai ragazzi a partire dalla loro effettiva retribuzione (spesso assente) fino a quale sbocco al lavoro hanno prodotto le esperienze lavorative e/o di tirocinio;
per quanto riguarda il contrasto alla povertà (ulteriore tema oggetto di specifica raccomandazione da parte dell’Unione europea), come più volte ribadito, per attuare un’efficace ed efficiente lotta all’emarginazione sociale è indispensabile semplificare il welfare e renderlo al contempo più certo ed essenziale, più concretamente presente nella vita dei cittadini molti dei quali sono costretti a sopravvivere al problema occupazionale dovendosi al contempo confrontare con un sistema eccessivamente frammentato e non in grado di fornire certezze;
tra le misure da attuare deve ritenersi compreso il Reddito di cittadinanza essendo anch’esso rientrante nel complesso di misure finalizzate al sostegno del reddito di coloro che si trovano involontariamente in una situazione di non occupazione;
il reddito di cittadinanza, oltre ad essere un sussidio universale per il contrasto alla povertà, è uno strumento di politica attiva del lavoro che assicura, in via principale e preminente, l’autonomia delle persone e la loro dignità, e non si riduce ad una mera misura assistenzialistica contro la povertà ed è condizionato all’inserimento lavorativo, alla riqualificazione e alla ricerca attiva del lavoro;
l’Italia e la Grecia sono ad oggi gli unici Paesi in Europa a non aver previsto nel proprio welfare misure stabili a contrasto della povertà e dell’emarginazione sociale;
tuttavia la proposta per l’introduzione anche in Italia del reddito di cittadinanza è stata bloccata presso questa Commissione dall’atteggiamento passivo dei partiti di maggioranza;
le ultime misure approvate (la disposizione inserita nei commi 386 e seguenti dell’articolo 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 con il quale è stato istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali il “Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale”, al quale sono assegnate le risorse di 600 milioni di euro per il 2016 e di 1.000 milioni di euro a decorrere dall’anno 2017) e le disposizioni di cui al disegno di legge delega attualmente all’esame di questa Commissione appaiono più finalizzate a bloccare questa iniziativa che a dare concrete risposte. Esse appaiono infatti insufficienti sia dal punto di vista sostanziale che dal punto dei vista dei soggetti potenzialmente interessati. Per dare reale efficacia, per la platea degli aventi diritto si dovrebbe considerare come indicatore il numero di cittadini che vivono al di sotto della soglia di povertà relativa calcolata nei 6/10 del reddito mediano equivalente pro capite, come peraltro già previsto dal Modello sociale europeo e indicato dalla Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2010, da EUROSTAT e da ISTAT;
una misura che pretende di essere un riordino delle politiche contro la povertà e che sia però inefficace si traduce di fatto in una riduzione delle prestazioni sociali e in un taglio (o quantomeno uno spreco) delle relative risorse;
dunque, le misure previste nel documento in esame sono inadeguate ed insufficienti per sostenere ed alimentare l’economia italiana e non rispettano nella sostanza la raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea 2016/4 (nella parte inerente l’applicazione di una riforma delle politiche attive del mercato del lavoro, in particolare rafforzando l’efficienza dei servizi per l’impiego) di adottare e attuare la strategia nazionale di lotta contro la povertà garantendole sufficienti risorse a contrasto della povertà;
esprime, per quanto di competenza, parere contrario.
266ª Seduta
Presidenza del Presidente
La seduta inizia alle ore 14,30.
IN SEDE CONSULTIVA
(Doc. LVII, n. 4-bis) Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2016, allegato e relativo annesso
(Parere alla 5a Commissione. Seguito dell’esame e rinvio)
Prosegue l’esame, sospeso nella seduta di ieri.
Il relatore senatore PAGANO (AP (NCD-UDC)) illustra una bozza di parere favorevole con osservazioni, allegata al resoconto. Dopo aver descritto le dinamiche dell’occupazione e le politiche sociali del Governo, richiama la priorità di provvedimenti previdenziali per i lavoratori che possono rimanere senza reddito e senza pensione in età adulta. Rimarca la necessità di rendere effettivamente disponibile l’assegno di ricollocazione e di collegare ogni misura di sostegno al reddito con le azioni di prossimità dei comuni e del terzo settore.
Il presidente SACCONI (AP (NCD-UDC)) evidenzia il valore della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza che fu introdotta come anticipazione alla sessione di bilancio. In assenza dei mezzi individuati nella legge di stabilità, la Nota di aggiornamento può contenere solo degli obbiettivi. Auspica che l’Ufficio parlamentare di bilancio possa fornire le opportune indicazioni in occasione dei provvedimenti che saranno presentati per la sessione di bilancio.
La senatrice PAGLINI (M5S) annuncia che il proprio Gruppo presenterà nella seduta di domani uno schema di parere alternativo.
Il senatore DIVINA (LN-Aut) interviene per dichiarazione di voto contrario, in quanto i dati proposti dal Governo stridono con una realtà profondamente differente, come evidenziato anche dalla Banca d’Italia. Evidenzia la necessità di sostenere la produzione industriale, che al momento rimane stagnante e che è l’unico volano per la ripresa dell’occupazione.
Il senatore BAROZZINO (Misto-SI-SEL) interviene per una dichiarazione di voto contrario, ricordando che l’ISTAT ha già ridimensionato da tempo le stime di crescita del PIL. Denuncia i fallimenti della politica del lavoro del Governo che ha creato solo la precarizzazione dei rapporti di impiego. In particolar modo, stigmatizza la diffusione abnorme dei voucher e i gravi limiti del programma “Garanzia giovani”. Tali strumenti portano alla luce livelli fittizi di occupazione. Denuncia infine l’enfatizzazione posta dal Governo sulla riduzione del costo del lavoro.
Il senatore BERGER (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE), nel dichiarare il proprio voto favorevole, auspica che le misure innovative poste in essere negli ultimi anni dal Governo non siano vanificate. Ritiene criticabile un’opposizione pregiudiziale alle riforme che finisce solo per generare incertezze e ingiustizie nel mondo del lavoro.
Il senatore ICHINO (PD) interviene per una dichiarazione di voto favorevole. Riporta i recenti interventi del Parlamento che hanno consentito di distinguere tra le diverse forme di interposizione di lavoro. A seguito di tali misure si continua a perseguire opportunamente l’interposizione fraudolenta di lavoro. Viene messa in luce, viceversa, la contiguità di altre fattispecie non fraudolente di interposizione, molto diffuse, con l’istituto dell’appalto di servizi. Sottolinea come nell’ultimo anno ad un aumento dei licenziamenti sia corrisposto un aumento maggiore delle assunzioni. A differenza di quanto avvenuto nel resto d’Europa, il mercato del lavoro nel nostro Paese si è rimesso in moto contemporaneamente alla ripresa della crescita economica. Precisa che l’istituto del voucher non fa venir meno gli obblighi in materia di salute e sicurezza che sono in capo al datore di lavoro ai sensi del decreto legislativo n. 81 del 2008. Invita il Governo a compiere un’attenta ricerca per valutare se i voucher hanno sostituito forme di lavoro regolare, hanno fatto emergere situazioni di lavoro sommerso oppure hanno dato risposta ad una domanda aggiuntiva di lavoro. Auspica che nella legge di stabilità siano contenute le misure necessarie per dare attuazione agli obbiettivi contenuti nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
ESAME DI ATTI PREPARATORI DELLA LEGISLAZIONE COMUNITARIA
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) e che abroga il regolamento (CE) n. 2062/94 del Consiglio (n. COM (2016) 528 definitivo)
(Seguito e conclusione dell’esame, ai sensi dell’articolo 144 del Regolamento, dell’atto comunitario sottoposto al parere motivato sulla sussidiarietà. Approvazione della risoluzione: Doc. XVIII, n. 153)
Prosegue l’esame, sospeso nella seduta pomeridiana del 21 settembre.
La senatrice FAVERO (PD) dà conto di una bozza di risoluzione favorevole, allegata al resoconto, in cui evidenzia i compiti e il ruolo dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) e sottolinea la conformità della proposta di regolamento con i criteri di sussidiarietà e di proporzionalità.
Nessuno chiedendo la parola, presente il prescritto numero di senatori, il PRESIDENTE mette ai voti la proposta di risoluzione della relatrice, che è approvata a maggioranza.
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound) e che abroga il regolamento (CEE) n. 1365/75 del Consiglio (n. COM (2016) 531 definitivo)
(Seguito e conclusione dell’esame, ai sensi dell’articolo 144 del Regolamento, dell’atto comunitario sottoposto al parere motivato sulla sussidiarietà. Approvazione della risoluzione: Doc. XVIII, n. 154)
Prosegue l’esame, sospeso nella seduta del 28 settembre.
La senatrice PEZZOPANE (PD) sintetizza la bozza di risoluzione da lei presentata il 28 settembre scorso, pubblicata nell’allegato della stessa seduta, e si sofferma sulle osservazioni volte a valorizzare il lavoro del Gruppo interistituzionale sulle agenzie decentrate dell’Unione e a ridurre gli organici della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound).
Nessuno chiedendo la parola, presente il prescritto numero di senatori, il PRESIDENTE mette ai voti la proposta di risoluzione della relatrice, che è approvata a maggioranza.
SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE
Il PRESIDENTE comunica che la seduta di domani 6 ottobre, già prevista per le ore 8,30, avrà inizio alle ore 9.
La Commissione prende atto.
La seduta termina alle ore 15,15.
SCHEMA DI PARERE PROPOSTO DAL RELATORE SUL DOCUMENTO LVII, N. 4-bis, ALLEGATO E RELATIVO ANNESSO
La Commissione lavoro, previdenza sociale,
esaminati, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016, l’Allegato I e il relativo annesso,
premesso che il Documento rileva, da un lato, un andamento positivo di crescita dell’occupazione, e dall’altro, che la dinamica di tale processo si è attenuata in ragione della riduzione delle misure di incentivo alla stipulazione di contratti a tempo indeterminato;
valutato positivamente che nella prima metà del 2016 il tasso di disoccupazione è sceso all’11,6 per cento;
considerato che, nella legge di bilancio per il 2017, saranno contenute misure intese ad incidere su povertà e welfare, quali l’elevamento della misura netta dei trattamenti pensionistici di importo più basso, l’adozione di ulteriori canali per il diritto a pensione (cosiddetto APE), il finanziamento delle prestazioni pensionistiche complementari, la revisione della disciplina pensionistica relativa alle mansioni usuranti e la destinazione di risorse aggiuntive per il piano di contrasto alla povertà,
esprime, per quanto di competenza, parere favorevole con le osservazioni di seguito riportate.
I provvedimenti relativi alla flessibilità previdenziale devono essere prioritariamente dedicati a tutti coloro che possono rimanere senza reddito e senza pensione in età adulta, favorendo in particolare gli accordi individuali e collettivi che dispongono versamenti previdenziali volontari per il passato o per il futuro e sostegno al reddito in attesa della maturazione della prestazione pensionistica.
Inoltre, il successo delle politiche attive del lavoro deve consistere prevalentemente nella effettiva disponibilità dell’assegno di ricollocazione, come disciplinato dal decreto attuativo n. 150 del 2015, messo a disposizione dei lavoratori a rischio disoccupazione o disoccupati.
Da ultimo, in tema di politiche di prevenzione e contrasto della povertà, ogni misura di sostegno al reddito dovrà collegarsi con l’azione di prossimità dei Comuni e del Terzo Settore.
RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE SULL’ATTO COMUNITARIO N. COM (2016) 528 definitivo SOTTOPOSTO AL PARERE MOTIVATO SULLA SUSSIDIARIETA'(Doc. XVIII, n. 153)
La Commissione lavoro, previdenza sociale,
esaminata, ai sensi dell’articolo 144, comma 1, del Regolamento, la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) e che abroga il regolamento (CE) n. 2062/94 del Consiglio;
premesso che la definizione del ruolo dell’EU-OSHA consiste nell’elaborazione di politiche in materia di sicurezza e salute sul lavoro, e centro di informazioni tecniche, scientifiche, giuridiche ed economiche nonché di competenze utili nel campo della sicurezza e della salute sul lavoro;
osservato che la proposta di regolamento in esame permette di conformare l’Agenzia EU-OSHA all’orientamento comune delle altre agenzie decentrate dell’Unione europea (Eurofound e CEDEFOP);
valutato che la proposta è conforme ai principi di proporzionalità e sussidiarietà,
si esprime in senso favorevole.
265ª Seduta
Presidenza del Presidente
Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Franca Biondelli.
La seduta inizia alle ore 15.
IN SEDE CONSULTIVA
(Doc. LVII, n. 4-bis) Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2016, allegato e relativo annesso
(Parere alla 5a Commissione. Esame e rinvio)
Il relatore PAGANO (AP (NCD-UDC)) illustra, per le parti competenza, la Nota di aggiornamento in esame che reca un nuovo quadro programmatico di finanza pubblica. Dopo aver dato conto dei valori di incremento del PIL, del tasso di disoccupazione e del tasso di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni, fa presente che il Documento rileva un andamento positivo di crescita dell’occupazione e una riduzione nella prima metà del 2016 del tasso di disoccupazione.
In merito alle politiche attive per il lavoro, ricorda che è stato recentemente varato il decreto correttivo dei decreti legislativi nn. 148, 149, 150 e 151, che ha comportato modifiche alla disciplina del lavoro accessorio, alla trasformazione dei contratti di solidarietà “difensivi” e agli ammortizzatori sociali.
Rammenta altresì che sono all’esame delle Camere i disegni di legge in tema di tutele per i rapporti di lavoro autonomo e il disegno di legge per il contrasto al caporalato e al lavoro nero in agricoltura. In merito al tema della promozione dell’alternanza scuola-lavoro, il relatore fa presente che il Governo ha investito risorse finanziarie per “una via italiana al Sistema Duale”, basata sul rafforzamento delle esperienze lavorative durante il percorso scolastico e che, sempre con riguardo all’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, si è registrato un incremento del numero di soggetti aderenti al programma Garanzia per i Giovani.
In materia di politiche sociali e previdenziali, il relatore dà conto che recentemente è stata approvata la legge sul “dopo di noi” (legge 22 giugno 2016, n. 112) e che è ancora in fase di esame il disegno di legge governativo in tema di contrasto della povertà. Infine, fa presente che, in sede di definizione della legge di bilancio per il 2017, saranno previste misure per incidere su povertà e welfare, come l’elevamento dei trattamenti pensionistici di importo più basso, l’adozione di canali più flessibili per il diritto a pensione (cosiddetto APE) e la destinazione di risorse aggiuntive per il piano di contrasto alla povertà.
Conclusivamente, il relatore si riserva di proporre uno schema di parere alla conclusione del dibattito.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento concernente modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162, per l’attuazione della direttiva 2014/33/UE relativa agli ascensori e ai componenti di sicurezza degli ascensori nonché per l’esercizio degli ascensori (n. 335)
(Osservazioni alla 10a Commissione. Esame. Osservazioni non ostative)
Il relatore LEPRI (PD) illustra lo schema di decreto in titolo, diretto a recepire la direttiva 2014/33/UE relativa agli ascensori e ai componenti di sicurezza per ascensori, evidenziando gli aspetti di competenza della Commissione. In particolare dà conto dell’articolo 1, comma 1, lettera e) che definisce i requisiti essenziali di salute e di sicurezza degli ascensori e misure utili per gli edifici; la lettera h) che individua le procedure di valutazione della conformità e dei componenti di sicurezza per ascensori e la lettera l) che introduce i principi generali della marcatura CE. Procede poi ad illustrare la lettera m) in tema di disposizioni relative alla vigilanza del mercato, la lettera o) che individua le funzioni di controllo svolte dal Ministero del lavoro e la lettera p) concernente l’informazione a carico degli organismi notificati. Il relatore si sofferma infine sull’articolo 3, che introduce tariffe per le attività svolte dai Ministeri interessati di autorizzazione e notifica degli organismi di valutazione di conformità di ascensori e componenti di sicurezza per gli stessi. Conclusivamente propone osservazioni non ostative.
La senatrice BENCINI (Misto-Idv) chiede informazioni sull’ente Accredia.
Il senatore BAROZZINO (Misto-SI-SEL) interviene con una richiesta di approfondimento relativa all’importazione di componentistica dai Paesi non appartenenti all’Unione europea.
Il presidente SACCONI, dopo aver fornito informazioni relative all’ente Accredia, precisa che lo schema di decreto in esame introduce adeguati meccanismi di controllo sulle importazioni di componentistica da Paesi non appartenenti all’Unione europea.
Presente il prescritto numero di senatori, la proposta di osservazioni non ostative, posta ai voti, è approvata.
IN SEDE REFERENTE
(2494) Delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali, approvato dalla Camera dei deputati
(2241) BUEMI. – Istituzione del reddito minimo garantito e delega al Governo in materia di riordino di tutte le prestazioni assistenziali e del welfare
(2437) LEPRI ed altri. – Delega al Governo per la definizione e la realizzazione di misure integrate di contrasto alla povertà
(Seguito dell’esame del disegno di legge n. 2494, congiunzione con il seguito dell’esame dei disegni di legge nn. 2241 e 2437 e rinvio)
Prosegue l’esame, sospeso nella seduta del 29 settembre scorso.
Il presidente SACCONI propone l’abbinamento dei disegni di legge nn. 2494, 2241 e 2437.
La senatrice PARENTE (PD) chiede che sia assunto come testo base il disegno di legge n. 2494 e che venga svolto un ciclo di audizioni al fine di acquisire tutti gli elementi di valutazione necessari.
Il presidente SACCONI chiede ai Gruppi di indicare tempestivamente le rispettive proposte di audizioni.
La Commissione conviene.
Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.
(2497) Deputato VENITTELLI ed altri. – Modifiche alla legge 24 dicembre 2012, n. 228, in materia di modalità di pagamento e criteri di calcolo degli interessi sulle somme dovute per gli aiuti di Stato dichiarati incompatibili con la normativa europea, concessi sotto forma di sgravio, nel triennio 1995-1997, in favore delle imprese operanti nei territori di Venezia e Chioggia, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito dell’esame e rinvio)
Prosegue l’esame, sospeso nella seduta del 29 settembre scorso.
Il presidente relatore SACCONI(AP (NCD-UDC)) ricorda che nel corso della seduta del 29 settembre ha illustrato il provvedimento ed ha avuto l’assenso da parte di tutti i Gruppi per la richiesta di trasferimento dell’esame alla sede deliberante, una volta acquisiti i pareri delle Commissioni consultate. Al momento sono pervenuti i pareri della 1a e della 14a Commissione permanente.
Il seguito dell’esame è quindi rinviato.
La seduta termina alle ore 15,45.