RISOLUZIONI
Giovedì 18 ottobre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.
La seduta comincia alle 14.10.
Sui lavori della Commissione.
Silvano MOFFA, presidente, prima di passare ai punti previsti all’ordine del giorno, intende comunicare che è stata trasmessa dalla II Commissione (Giustizia) la richiesta di parere sul disegno di legge C. 5019-bis (come risultante dagli emendamenti approvati), iscritto nel calendario dei lavori dell’Assemblea a partire dalla prossima settimana, il quale reca una delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di sospensione del procedimento per messa alla prova o nei confronti degli irreperibili.
Poiché nella riunione dell’ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi ieri, non è stato possibile – visti i ristretti termini di trasmissione della richiesta – valutare l’eventuale inserimento all’ordine del giorno di tale provvedimento in sede consultiva e considerato, altresì, il particolare andamento dei lavori parlamentari per la giornata odierna, propone – se non vi sono obiezioni – che la Commissione non esprima il parere di competenza, anche in ragione del fatto che l’unica disposizione in materia di lavoro – che riguarda la sospensione del processo con messa alla prova, anche attraverso la prestazione di un lavoro di pubblica utilità non retribuito – non ha subìto sostanziali modifiche nel corso dell’esame degli emendamenti.
La Commissione conviene.
7-00665 Muro: Modalità di riassorbimento di determinate categorie di personale all’interno dell’Agenzia per le infrastrutture stradali e autostradali.
(Discussione e rinvio).
La Commissione inizia la discussione della risoluzione in titolo.
Silvano MOFFA, presidente, nel ringraziare il rappresentante del Governo per la sua presenza, che consente alla Commissione di avviare la discussione della risoluzione in titolo, avverte che – secondo le intese intercorse – nella seduta odierna avrà luogo soltanto l’illustrazione dell’atto di indirizzo, mentre l’orientamento del Governo – considerati i profili di natura finanziaria, nonché la competenza sull’argomento di altro dicastero – sarà acquisito in una successiva seduta.
Luigi MURO (FLpTP) illustra la risoluzione in titolo, ricordando che con essa ha inteso segnalare ormai più di un anno fa – unitamente al deputato Di Biagio – le criticità, di natura occupazionale e operativa, derivanti dal riordino di ANAS SpA, previsto dalla manovra finanziaria del luglio 2011. Fa presente, peraltro, che la normativa citata ha subìto aggiustamenti e proroghe nel corso di quest’anno, sebbene la sostanza delle problematiche segnalate nella risoluzione sia rimasta immutata: infatti, l’Ispettorato di Vigilanza Concessionarie Autostradali (IVCA) è stato trasferito ad un’apposita struttura creata ad hoc presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e, con riferimento al personale, si è previsto di assorbire solo quello a tempo indeterminato in servizio presso l’IVCA al 31 maggio 2012; per tali ragioni, 23 unità di personale (tutti giovani professionisti laureati e competenti), che prestavano servizio presso l’Ispettorato, sono state licenziate da un giorno all’altro, perché non in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Rileva, in proposito, che il personale non confermato era in servizio presso l’ANAS da circa quattro anni consecutivi, ma con tipologie contrattuali di natura diversa; per l’anzianità lavorativa maturata, tali soggetti avevano la titolarità per essere considerati (in base all’articolo 1, comma 9, lettera i), della 92 del 2012) assunti a tempo indeterminato, ma ciò non è stato legge n. possibile, anche a causa del blocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni, che purtroppo interessa l’ANAS. Fa notare, tuttavia, che questi lavoratori avrebbero quanto meno dovuto essere considerati alla stregua di personale assunto a tempo indeterminato e conseguentemente essere inclusi nel processo di riassorbimento che ha riguardato la struttura ministeriale: si trattava, a suo avviso, di un loro diritto, mentre l’amministrazione procedente, alla fine dello scorso mese di settembre, a dispetto del diritto dei lavoratori stessi, ha provveduto a una subitanea interruzione del rapporto di lavoro, che suscita sconcerto e perplessità nei presentatori dell’atto di indirizzo in discussione.
Ritiene, peraltro, ancor più grave la circostanza per la quale una tale pratica, irrispettosa dei diritti dei lavoratori, sia stata perpetrata da una società a totale partecipazione statale, senza considerare che un ulteriore profilo di criticità deriva dal rischio di pregiudicare la stessa operatività della struttura di vigilanza sulle concessionarie autostradali. Sottolinea, infatti, che il personale licenziato, che rappresentava circa il 20 per cento dell’organico dell’IVCA, era concretamente chiamato a presiedere a importanti funzioni di controllo sui lavori dell’intera rete autostradale nazionale e di verifica dell’adempimento, da parte delle concessionarie autostradali, degli obblighi e dei programmi di investimento previsti dalle convenzioni di concessione, nonché dai piani economico-finanziari, accertando altresì i livelli di qualità delle autostrade e dei servizi offerti.
Nel giudicare inammissibile che non si ponga rimedio a tale situazione, auspica, quindi, un forte e urgente impegno del Governo affinché siano garantiti i diritti di questi 23 lavoratori e, più in generale, la sicurezza sulla rete autostradale, dichiarandosi certo di poter ricevere un sostegno convinto da parte dell’intera Commissione.
Silvano MOFFA, presidente, nel riservarsi di verificare la disponibilità del dicastero competente ai fini dell’individuazione di una data per la prosecuzione dell’iter della risoluzione in titolo, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.
7-00929 Gnecchi: Sull’obbligatorietà dell’iscrizione dei liberi professionisti o lavoratori esercenti attività autonome alla gestione separata dell’INPS.
(Seguito della discussione e conclusione – 8-00203). Approvazione della risoluzione n.
La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, rinviata nella seduta del 3 ottobre 2012.
Silvano MOFFA, presidente, avverte che, sulla base dei contatti intercorsi in via informale a seguito della precedente seduta, è stata predisposta una nuova versione della risoluzione in titolo.
Il viceministro Michel MARTONE esprime un orientamento favorevole sulla nuova versione della risoluzione in discussione, manifestando soddisfazione per l’intesa raggiunta con i presentatori in ordine agli impegni governativi da assumere, in vista del superamento del problema segnalato.
Marialuisa GNECCHI (PD), nel ringraziare il rappresentante del Governo, manifesta soddisfazione per il livello di condivisione raggiunto sul contenuto della risoluzione, ricordando, peraltro, che essa è stata sottoscritta da esponenti di diversi gruppi. Sottolinea l’esigenza di affrontare con serietà la questione dei professionisti iscritti a forme di previdenza obbligatorie in dipendenza di rapporto di lavoro subordinato o, comunque, di altra attività esercitata, facendo notare come profondi mutamenti siano intervenuti anche nel mondo del lavoro autonomo, tanto da indurre gli stessi professionisti a cambiare attività o a svolgere più lavori nel corso della loro carriera. Ritiene necessario, dunque, valutare concretamente l’opportunità di aprire – coinvolgendo anche l’INPS – un tavolo di confronto con le casse privatizzate, al fine di individuare una possibile soluzione comune rispetto alla gestione delle forme di previdenza dei soggetti interessati, facendo chiarezza circa la necessità o meno di iscriversi anche alla gestione separata e prevedendo, nel caso, forme di coesistenza tra le iscrizioni. Giudicando legittimo il principio secondo il quale ogni prestazione lavorativa e il relativo corrispettivo debbano essere soggetti a contribuzione previdenziale, ritiene importante che il Governo impartisca all’INPS direttive volte ad attenuare in massimo grado le conseguenze della mancata iscrizione alla gestione separata.
Auspica, in conclusione, che il Governo, di concerto con i soggetti interessati, contribuisca a chiarire il quadro normativo di riferimento, al fine di evitare che i lavoratori siano assoggettati a forme di copertura previdenziale troppo gravose.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la nuova versione della risoluzione in discussione, che assume il n. 8-00203.
Sull’ordine dei lavori.
Maria Grazia GATTI (PD) intende richiamare l’attenzione della Commissione su recenti notizie di stampa e di agenzia, in base alle quali il Ministro Fornero avrebbe dichiarato che il Governo sta definendo importanti misure di attuazione delle recente legge di riforma del mercato del lavoro, con le quali, tuttavia, si intenderebbe anche incidere in profondità sul quadro legislativo vigente. Prima che l’Esecutivo adotti un eventuale decreto interministeriale col quale si proceda a modificare una normativa di rango primario, ritiene quindi opportuno avviare in Commissione un dibattito su tale argomento, attraverso una interlocuzione diretta con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, giudicando doveroso che gli interventi prospettati alla stampa – vertenti su materie molto rilevanti per il funzionamento del mercato del lavoro – trovino una qualche forma di verifica e di controllo a livello parlamentare.
Massimiliano FEDRIGA (LNP), pur condividendo quanto testé affermato dal Pag. 97deputato Gatti, fa presente che gli interventi di modifica intorno ai quali si dibatte sugli organi di stampa riguarderebbero i termini relativi al rinnovo dei contratti a tempo determinato: si tratta di un tema sul quale il suo gruppo si è lungamente impegnato in sede parlamentare, in occasione dell’esame del provvedimento di riforma del mercato del lavoro, attraverso la presentazione di numerosi emendamenti, non accolti dal Governo e non sostenuti dai gruppi dell’attuale maggioranza. Fa notare, quindi, che gli stessi gruppi che oggi invocano di essere informati dal Ministro Fornero circa l’introduzione di possibili modifiche sulla materia, invece di schierarsi acriticamente a fianco dell’Esecutivo in occasione dell’esame parlamentare della riforma, avrebbero potuto meglio approfondire queste tematiche, anche votando a favore delle proposte di modifica avanzate, con lungimiranza, dal gruppo della Lega Nord Padania.
Maria Grazia GATTI (PD), intervenendo per una precisazione, segnala che le notizie di stampa paventano il rischio che il Governo, lungi dal limitarsi ai soli termini indicati dal deputato Fedriga, voglia in realtà agire con un decreto interministeriale – di natura non regolamentare – su materie regolate in modo diverso dalla legge, quali il contratto a termine o a tempo determinato, le modalità di ingresso nel mondo del lavoro e gli ammortizzatori sociali.
Lucia CODURELLI (PD) coglie l’occasione del dibattito apertosi sulla questione sollevata dal deputato Gatti, oltre che della presenza del rappresentante del Governo, per sottolineare l’esigenza di un maggior rispetto del ruolo della Commissione, soprattutto quando si tratta di informare il Parlamento circa possibili iniziative su materie di propria competenza. Si rammarica, in particolare, per il fatto che molti componenti della Commissione stessa abbiano dovuto apprendere dalle agenzie di stampa la notizia di un incontro informale che ha avuto luogo nei giorni scorsi tra la presidenza della Commissione e il Ministro Fornero, in cui sarebbero stati forniti dati ed elementi informativi sul tema dei cosiddetti «esodati»: auspica, quindi, che tali confronti non siano limitati a circoscritte riunioni informali, che escludono di fatto la maggior parte dei membri della Commissione, ma avvengano in sedi formali, nelle quali lo stesso Ministro dovrebbe avere il coraggio e la dignità di intervenire.
Giuliano CAZZOLA (PdL), intervenendo a supporto della richiesta prima formulata dal deputato Gatti, fa notare che un’eventuale modifica normativa nelle materie indicate non potrebbe che avvenire con un atto avente forza di legge, trattandosi di incidere su aspetti del mercato del lavoro disciplinati dal recente provvedimento di riforma, approvato dal Parlamento. Ritiene, dunque, che sia inevitabile che il Ministro si confronti con il Parlamento – in sede di esame di un nuovo, necessario, provvedimento normativo o in una eventuale procedura di tipo informativo – circa possibili iniziative al riguardo.
Silvano MOFFA, presidente, rispetto alla richiesta formulata dal deputato Gatti, invita anzitutto il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, presente alla seduta odierna, a rappresentare al Ministro Fornero l’esigenza di favorire l’avvio di un confronto parlamentare sulle importanti tematiche richiamate, riguardanti, in particolare, l’attuazione della legge di riforma del mercato del lavoro.
Con riferimento, poi, alle problematiche sollevate dal deputato Codurelli, nel ricordare che ogni atto compiuto dalla presidenza della Commissione, anche nei giorni scorsi, è stato portato a conoscenza dei rappresentanti dei gruppi, fa notare che le forme di confronto con il Governo si sono sempre svolte in Commissione con trasparenza e collegialità, garantendo ampia possibilità di partecipazione e di informazione a tutti i deputati. Osserva, peraltro, che – anche laddove vi è stata l’esigenza di dare luogo, come spesso può accadere per evidenti ragioni politiche, a riunioni informali più ristrette su questioni molto delicate (quale quella dei cosiddetti «esodati»), che la presidenza è fortemente impegnata a risolvere in piena trasparenza e serietà – il coinvolgimento dei membri della Commissione è stato garantito sia dalla partecipazione diretta dei rispettivi rappresentanti di gruppo sia da un flusso informativo costante nei loro confronti, che ha sempre preceduto le dichiarazioni rese alla stampa. Rileva, dunque, che su tematiche di questa importanza è interesse di tutti raggiungere un obiettivo concreto, attraverso il ricorso a tutte le possibili forme di confronto, anche di natura informale: a tale riguardo, peraltro, ricorda all’intera Commissione che la presidenza è tuttora in attesa della convocazione ufficiale di un tavolo di lavoro con i responsabili dei dicasteri del lavoro e delle politiche sociali e dell’economia e delle finanze, proprio per affrontare il delicato e urgente tema della salvaguardia dei lavoratori cosiddetti «esodati».
Il viceministro Michel MARTONE, preso atto delle considerazioni sinora svolte e ricordato che alcuni interventi odierni sull’ordine dei lavori hanno fatto riferimento a mere notizie di agenzia, non suffragate da conferme ufficiali, si riserva comunque di rappresentare al Ministro Fornero le richieste di confronto testé emerse nell’ambito della Commissione.
La seduta termina alle 14.35.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 17 ottobre 2012.
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.35 alle 14.05.
COMITATO DEI NOVE
Martedì 16 ottobre 2012.
Modifiche alla vigente normativa in materia di requisiti per la fruizione delle deroghe in materia di accesso al trattamento pensionistico.
C. 5103-5236-5247-A.
Il comitato dei nove si è riunito dalle 12.15 alle 13.05.
SEDE CONSULTIVA
Martedì 16 ottobre 2012. — Presidenza del presidente Silvano MOFFA indi del vicepresidente Giuliano CAZZOLA.
La seduta comincia alle 13.05.
Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l’Unione Induista italiana, Sanatana Dharma Samgha, Pag. 204in attuazione dell’articolo 8, terzo comma, della Costituzione.
C. 5457 Governo, approvato dalla 1a Commissione permanente del Senato.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.
Maria Anna MADIA (PD), relatore, osserva che la Commissione è chiamata a esprimere il parere alla I Commissione sul 5457, recante norme per la regolazione dei rapporti tra lo disegno di legge n. Stato e l’Unione induista italiana, Sanatana Dharma Samgha (UII), in attuazione dell’articolo 8, terzo comma, della Costituzione; ricorda, in proposito, che il richiamato articolo 8, terzo comma, della Costituzione, stabilisce che i rapporti tra lo Stato e le confessioni religiose diverse dalla cattolica sono regolati per legge, sulla base di intese con le relative rappresentanze: si tratta, quindi, di una riserva di legge rinforzata, che non consente la modifica, abrogazione o deroga di tali leggi, se non mediante leggi ordinarie che abbiano seguito la stessa procedura bilaterale di formazione.
Fa presente, pertanto, che, in conformità a quanto disposto dalla Costituzione, il disegno di legge in esame, già approvato dalla 1a Commissione del Senato in sede deliberante, intende regolare i rapporti tra lo Stato Italiano e l’Unione Induista Italiana, Sanatana Dharma Samgha, sulla base dell’allegata intesa stipulata il 4 aprile 2007. Prima di procedere alla sintetica illustrazione del provvedimento, per quanto di competenza della XI Commissione, segnala che l’Unione induista italiana, fondata nel 1996, conta 5.000 aderenti, ai quali vanno aggiunti circa 36.000 immigrati praticanti. Inoltre, fa presente che l’Unione induista italiana ha ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica con decreto del Presidente della Repubblica del 29 dicembre 2000.
Passando, quindi, alla descrizione del provvedimento, limitatamente ai profili di più diretto interesse della Commissione, segnala l’articolo 8, nella parte in cui prevede che i ministri di culto possano iscriversi al Fondo di previdenza ed assistenza per il clero, nonché l’articolo 23, in base al quale, gli assegni corrisposti dall’Unione induista italiana e dagli organismi da essa rappresentati per il sostentamento totale e parziale dei ministri di culto sono equiparati, ai soli fini fiscali, al reddito da lavoro dipendente. Rileva altresì che il medesimo articolo 23 prevede che l’Unione induista italiana e gli organismi da essa rappresentati provvedono ad operare su tali assegni le ritenute fiscali secondo le disposizioni tributarie in materia, nonché al versamento dei contributi assistenziali e previdenziali previsti dalle leggi vigenti.
In conclusione, preso atto del contenuto del provvedimento, per le parti di competenza della XI Commissione, nonché del suo carattere sostanzialmente vincolante, trattandosi di attuare un accordo già intervenuto tra Stato italiano e l’Unione induista italiana, formula una proposta di parere favorevole.
Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l’Unione Buddhista Italiana, in attuazione dell’articolo 8, terzo comma, della Costituzione.
C. 5458 Governo, approvato dalla 1a Commissione permanente del Senato.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.
Maria Anna MADIA (PD), relatore, osserva che la Commissione è chiamata a esprimere il parere alla I Commissione sul 5458, recante norme per la regolazione dei rapporti tra lo disegno di legge n. Stato e l’Unione buddhista italiana (UBI), in attuazione dell’articolo 8, terzo comma, della Costituzione, il quale – come detto in occasione della precedente intesa esaminata in sede consultiva – prevede che i rapporti tra lo Stato e le confessioni religiose, diverse da quella cattolica, siano regolati per legge, sulla base di intese con le relative rappresentanze: per tali ragioni, non è possibile procedere alla modifica, abrogazione o deroga delle leggi che regolano questi rapporti, se non mediante altre leggi ordinarie che abbiano seguito la medesima procedura bilaterale di formazione.
Fa presente, dunque, che – analogamente all’ulteriore provvedimento all’esame in sede consultiva della XI Commissione (C. 5457) – il disegno di legge in questione, già approvato in sede deliberante dalla 1a Commissione del Senato, intende regolare i rapporti tra lo Stato Italiano e la predetta Unione Buddhista Italiana, sulla base dell’intesa stipulata il 4 aprile 2007, nel rispetto, quindi, della procedura bilaterale di formazione prevista dall’articolo 8 della Carta costituzionale, in precedenza richiamato. Prima di procedere alla descrizione del provvedimento, per le parti di competenza della XI Commissione, intende brevemente ricordare che l’Unione Buddhista Italiana, fondata nel 1985, conta circa cinquantamila persone, cui si possono aggiungere almeno diecimila simpatizzanti ed altri diecimila buddhisti di provenienza extracomunitaria; l’Unione Buddista Italiana è stata riconosciuta, su conforme parere del Consiglio di Stato, come ente morale con personalità giuridica con decreto del Presidente della Repubblica 31 gennaio 1991.
Fa notare che, con l’approvazione di questa intesa, si compie un ulteriore passo in avanti nell’attuazione dell’articolo 8 della Costituzione, poiché la definizione convenzionale delle relazioni bilaterali con l’Unione Buddista italiana amplia l’ambito ed il numero delle confessioni religiose con le quali lo Stato italiano ha un rapporto pienamente conforme al dettato costituzionale. Passando al contenuto del provvedimento, rileva come – analogamente al complesso delle intese già stipulate con altre confessioni religiose – il testo riconosca l’autonomia dell’Unione Buddista italiana, liberamente organizzata secondo i propri ordinamenti e disciplinata dal proprio statuto, nonché la «non ingerenza» dello Stato nelle nomine dei ministri di culto, nell’organizzazione ecclesiastica e negli atti disciplinari e spirituali, disponendo, tra l’altro, in materia di libertà di insegnamento, tutela degli edifici aperti al culto pubblico, regime degli enti religiosi, trattamento delle salme, rapporti finanziari tra Stato e confessioni religiose.
Con riferimento ai profili di più diretto interesse della XI Commissione, segnala gli articoli 8 e 22 (di contenuto identico ai corrispondenti articoli del precedente provvedimento riguardante l’Unione induista italiana), nella parte in cui prevedono che i ministri di culto possono iscriversi al Fondo di previdenza ed assistenza per il clero e ad essi sono corrisposti assegni equiparati, ai soli fini fiscali, al reddito da lavoro dipendente, stabilendo inoltre che su di essi l’Unione Buddista Italiana e gli organismi da essa rappresentati provvedono ad operare le ritenute fiscali secondo le disposizioni tributarie in materia, nonché al versamento dei contributi assistenziali e previdenziali previsti dalle leggi vigenti.
In conclusione, preso atto del contenuto del provvedimento per i profili di competenza della XI Commissione e verificata la sostanziale analogia con l’altro provvedimento di intesa ai sensi dell’articolo 8 della Costituzione, formula una proposta di parere favorevole.
Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
La seduta termina alle 13.15.
INTERROGAZIONI
Martedì 16 ottobre 2012. — Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA indi del vicepresidente Luigi BOBBA. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.
La seduta comincia alle 13.30.
5-08040 Bellanova: Sui compensi per determinate categorie di lavoratori del settore giornalistico.
Il viceministro Michel MARTONE risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato.
Teresa BELLANOVA (PD), nel ringraziare il rappresentante del Governo per la risposta fornita, ritiene opportuno sottolineare la situazione di devastante precarietà dei lavoratori del settore giornalistico, richiamando la necessità che il Governo si ponga seriamente la questione riguardante la sorte di tali soggetti. Cita, a testimonianza della gravità della vicenda, i casi di lavoratori licenziati o costretti alle dimissioni per aver denunciato il fatto di non essere remunerati da tempo da imprese editoriali beneficiarie di finanziamenti pubblici, osservando che su tali situazioni l’attenzione andrebbe mantenuta molto alta. Ricordato che sulla materia dell’equo compenso dei giornalisti, oggetto della presente interrogazione, pende presso il Senato una proposta normativa il cui esame sembra attraversare una fase di stallo, anche a causa dell’ostilità manifestata dalle organizzazioni di rappresentanza degli editori, giudica essenziale che la politica, mantenendosi autonoma rispetto ai poteri forti coinvolti, faccia sentire la propria voce e intervenga a sbloccare tale situazione, favorendo l’individuazione di una soluzione normativa al problema. Fa notare, infatti, che non si tratta di distinguere tra lavori genuinamente autonomi e lavori che tali non sono, ma semplicemente di approntare le tutele per quei lavoratori mal pagati e sfruttati ignobilmente da imprenditori senza scrupoli: giudica importante, in tal senso, che il Governo attivi le adeguate attività ispettive, proprio al fine di verificare il rispetto delle regole nel settore e scongiurare il rischio di abusi ai danni dei lavoratori. Auspica, in conclusione, che l’Esecutivo assuma in merito le opportune iniziative, tese a garantire a tali lavoratori adeguate garanzie, anche al fine di tutelare la libertà d’informazione e l’autonomia del giornalismo.
5-08039 Aracri: Procedura di cassa integrazione per lavoratori della Almaviva Contact.
Il viceministro Michel MARTONE risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato.
Paola PELINO (PdL), cofirmataria dell’interrogazione in titolo, nel prendere atto della risposta del rappresentante del Governo, auspica che l’Esecutivo possa adoperarsi per favorire la migliore concertazione possibile tra i soggetti interessati, al fine di individuare una soluzione definitiva al problema, che possa scongiurare la chiusura delle attività della società in questione e, in tal modo, salvaguardarne i livelli occupazionali.
5-08044 Nicola Molteni: Blocco dell’indennità di disoccupazione per i lavoratori frontalieri.
5-08064 Braga: Sui trattamenti di disoccupazione in favore dei lavoratori frontalieri in Svizzera.
Giuliano CAZZOLA, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo sul medesimo argomento, saranno svolte congiuntamente.
Il viceministro Michel MARTONE risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato.
Nicola MOLTENI (LNP), pur riservandosi di approfondire il contenuto della risposta del rappresentante del Governo, si dichiara completamente insoddisfatto, atteso che essa ha sostanzialmente eluso i quesiti della sua interrogazione. Fa notare, infatti, che nulla è stato detto a proposito della sospensione dell’erogazione dell’indennità speciale di disoccupazione spettante ai lavoratori frontalieri in Svizzera e sulle eventuali modalità con cui agire presso l’INPS affinché tale indennità venga ripristinata, con effetti anche retroattivi, in favore dei relativi beneficiari. Ritiene che il problema in oggetto sia enorme e vada valutato con attenzione, atteso che si tratta di salvaguardare onesti lavoratori che, pur contribuendo alla creazione di ricchezza sia in Italia che in Svizzera, rischiano di andare incontro a serie difficoltà economiche, peraltro amplificate da una fase produttiva di forte recessione. Manifestato un certo disagio per quella che considera una mancata risposta da parte del Governo, si riserva di presentare ulteriori atti di sindacato ispettivo sulla materia, allo scopo di giungere alla risoluzione di tale delicato problema.
Chiara BRAGA (PD), dichiarandosi insoddisfatta della risposta del rappresentante del Governo, fa notare che essa ha eluso la questione principale, che riguarda il mancato rispetto di un diritto dei lavoratori coinvolti, inequivocabilmente esistente sulla base di una legge tuttora vigente. Ritiene che sia in atto un vero e proprio «scippo» ai danni di questi lavoratori, dal momento che le risorse del fondo destinato al pagamento delle indennità speciali di disoccupazione in questione (peraltro alimentato solo dai contributi versati dagli stessi lavoratori frontalieri) risulterebbero illegittimamente sottratte alla loro finalità originaria e utilizzate per altri scopi. Si domanda come il Ministro competente intenda intervenire sulla vicenda, al fine di assicurare che alle sedi territoriali dell’INPS siano impartite le adeguate direttive di applicazione dei relativi trattamenti di disoccupazione, tali da garantire la corretta applicazione della legislazione vigente; sotto questo profilo, giudica insufficiente che il Governo richiami l’esigenza di una modifica della normativa in materia, ricordando peraltro che è all’esame del Parlamento un provvedimento riguardante tale argomento, che è tuttora bloccato al Senato proprio per presunti problemi finanziari sollevati dalle strutture tecniche del Governo. Fatto presente, infine, che sulla vicenda le stesse autorità elvetiche hanno espresso talune forti perplessità, auspica una rapida risoluzione della questione, a tutela di lavoratori che contribuiscono con il loro lavoro alla ricchezza del Paese.
Luigi BOBBA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all’ordine del giorno.
Sull’ordine dei lavori.
Franco NARDUCCI (PD), intervenendo sull’ordine dei lavori, ritiene doveroso che il Parlamento faccia sentire la propria voce al Governo su temi delicati come quello assistenziale e che non siano, invece, gli enti previdenziali a dettare, in piena autonomia rispetto all’indirizzo politico, le condizioni dell’operare amministrativo. In questo senso, invita il Governo a impartire le opportune direttive all’INPS per risolvere la problematica dei lavoratori frontalieri in Svizzera, testé richiamata in sede di risposta ad atti di sindacato ispettivo, assumendosi la responsabilità di risolvere una problematica molto delicata che coinvolge la sorte di numerosi soggetti. Ritiene necessario, pertanto, arrestare un’operazione palesemente illegittima posta in essere dall’Istituto, che rischia di sottrarre a tali lavoratori risorse finanziarie stanziate in un fondo gestito fuori bilancio, destinato dalla legge soltanto all’erogazione delle indennità di disoccupazione in loro favore e alimentato con i loro stessi contributi. Fatto notare che si tratta di lavoratori che contribuiscono attivamente alla produzione della ricchezza del Paese, auspica l’assunzione di iniziative al riguardo, per evitare un trattamento discriminatorio nei loro confronti, considerato anche il trattamento garantito in Svizzera a lavoratori nell’analoga posizione.
La seduta termina alle 14.
SEDE REFERENTE
Martedì 16 ottobre 2012. — Presidenza del vicepresidente Luigi BOBBA. – Interviene il viceministro del lavoro e delle politiche sociali, Michel Martone.
La seduta comincia alle 14.
Norme in materia di gestione della previdenza complementare da parte dell’INPS.
C. 4851 Poli.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.
Antonino FOTI (PdL), relatore, osserva che la proposta di legge in esame, composta di un unico articolo, ha lo scopo di costituire una forma pensionistica complementare a contribuzione definita presso l’INPS, con obbligo di gestione separata, ai sensi del decreto legislativo 5 dicembre 2005.
Al riguardo ricorda, in via preliminare, che con tale decreto legislativo è stata profondamente rivista la disciplina dei fondi di previdenza complementare, disponendo che il loro finanziamento possa avvenire sia mediante il versamento di contributi a carico del lavoratore, del datore di lavoro o del committente, sia attraverso il conferimento del TFR maturando. Più specificamente, rileva che il comma 7 dell’articolo 8 di tale provvedimento ha stabilito che il conferimento del TFR avvenga mediante modalità esplicite (le quali prevedono che, entro 6 mesi dalla data di prima assunzione, il lavoratore possa conferire l’intero importo del TFR maturando ad una forma qualsiasi di previdenza complementare, scelta dal lavoratore stesso) o tacite, che operano nel caso in cui il lavoratore, entro il medesimo termine di 6 mesi dalla data di prima assunzione, non abbia espresso alcuna volontà in ordine al conferimento del TFR. In questo caso, fa presente che il datore di lavoro trasferisce il TFR maturando dei propri dipendenti alla forma pensionistica collettiva prevista dagli accordi o contratti collettivi, anche territoriali, salvo che sia intervenuto un diverso accordo aziendale che preveda la destinazione del TFR ai fondi istituiti o promossi dalle regioni, ai fondi pensione chiusi previsti dalla contrattazione collettiva, ai fondi pensione aperti, oppure ai fondi istituiti da regolamenti di enti o aziende. Segnala che in caso di presenza di più forme pensionistiche alle quali l’azienda abbia aderito, il TFR è trasferito, salvo diverso accordo aziendale, a quella forma alla quale abbia aderito il maggior numero di lavoratori dell’azienda. Osserva che nell’ipotesi di assenza di una forma pensionistica complementare collettiva, prevista da accordi o contratti collettivi, della quale i lavoratori siano destinatari, il datore di lavoro trasferisce invece il TFR maturando alla forma pensionistica complementare residuale, a contribuzione definita, istituita presso l’INPS 252. Resta comunque (FONDINPS), ai sensi dell’articolo 9 del citato decreto n. ferma la possibilità per il lavoratore di trasferire in ogni momento la propria posizione individuale costituita presso FONDINPS ad un altra forma pensionistica.
Ricorda, peraltro, che FONDINPS è amministrato da un comitato amministratore (costituito con il decreto ministeriale 30 ottobre 2007) i cui membri devono garantire la partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro secondo un criterio paritetico. Sottolinea che i membri del comitato sono nominati dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e restano in carica per 4 anni; i membri del comitato, inoltre, devono possedere i requisiti di professionalità, onorabilità e indipendenza stabiliti con il medesimo decreto concernente la determinazione dei requisiti formali di costituzione, nonché gli elementi essenziali sia dello statuto sia dell’atto di destinazione del patrimonio, i requisiti per l’esercizio dell’attività ed i contenuti e le modalità del protocollo di autonomia gestionale.
Passando al contenuto della proposta di legge in esame, fa notare, quindi, che la nuova forma pensionistica complementare perderebbe la caratteristica di fondo residuale, per assumere una connotazione simile a quella delle altre tipologie di fondo pensione, con la conseguente possibilità di costituire anche la prima scelta da parte dei soggetti aderenti.
Rileva che il provvedimento dispone, poi, che a decorrere dalla data di esercizio dell’attività della nuova forma pensionistica complementare, la forma pensionistica complementare costituita e 252 del 2005 disciplinata dall’articolo 9 del medesimo decreto legislativo n. (ossia FONDINPS) venga soppressa, con contestuale trasferimento alla nuova forma pensionistica delle posizioni individuali accumulate da ciascun aderente, comprensive delle rivalutazioni connesse ai rendimenti e al netto di eventuali riscatti parziali o anticipazioni non trasferite ad un’altra forma pensionistica complementare.
Per quanto concerne la platea di soggetti coinvolti dal provvedimento, informa inoltre che – secondo quanto riportato nel bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2011 – il numero complessivo di dipendenti attivi iscritti a FONDINPS è di 35.673, riferiti a 2.761 imprese.
Infine, rimanda alla documentazione predisposta dagli uffici per quanto riguarda alcuni rilievi tecnici sulla formulazione del testo, in primo luogo con riferimento alle modalità di gestione della nuova forma pensionistica complementare, che non appaiono definite in termini del tutto chiari all’interno del provvedimento, restando inteso che – viste anche le finalità generali del provvedimento – sarà comunque necessario approfondire adeguatamente tutti gli aspetti di impostazione e di dettaglio, al fine di comprendere quali possano essere gli effettivi benefici che potrebbero derivare dalla sua eventuale approvazione.
Nedo Lorenzo POLI (UdC), svolgendo talune considerazioni di natura generale sul provvedimento, fa notare che esso mira a rilanciare la previdenza complementare, atteso che tale importante pilastro pensionistico non è mai decollato a causa della estrema sfiducia nutrita dai lavoratori nei confronti dei fondi di categoria, esposti ad un rischio elevato di mercato. Osserva che la proposta in esame, dunque, fornisce ai lavoratori una opzione aggiuntiva, dando la possibilità di trasferire la propria posizione individuale ad un fondo dalla gestione più sicura, beneficiando in ogni caso di prestazioni adeguate. Auspica, in conclusione, una rapida conclusione dell’iter di esame, considerata la necessità di garantire alle giovani generazioni un futuro dignitoso, a fronte di una discontinuità delle carriere che ne limita al momento le aspettative previdenziali.
Antonino FOTI (PdL), relatore, preso atto delle considerazioni appena svolte dal presentatore del progetto di legge in titolo, ricorda di avere evitato di soffermarsi in questa sede sugli aspetti più problematici e di avere invitato la Commissione – alla luce della complessità dell’intervento normativo – a svolgere i necessari approfondimenti tecnici e di merito, che potranno essere effettuati nel prosieguo dell’esame.
Luigi BOBBA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.15.