Martedì 13 luglio 2010. – Presidenza del vicepresidente Giuliano CAZZOLA indi del presidente Silvano MOFFA. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Pasquale Viespoli.
La seduta comincia alle 14.10.
Giuliano CAZZOLA, presidente, atteso che il rappresentante del Governo ha comunicato che giungerà nell’aula della Commissione con un lieve ritardo, propone di procedere – se non vi sono obiezioni – ad un’inversione dell’ordine del giorno, nel senso di passare immediatamente all’esame in sede consultiva del disegno di legge n. 3610 e, successivamente, dei disegni di legge recanti il rendiconto generale e l’assestamento del bilancio, per poi proseguire con lo svolgimento delle interrogazioni iscritte in calendario.
La Commissione concorda.
Cesare DAMIANO (PD) chiede alla presidenza di valutare l’opportunità di svolgere un’audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali in ordine al «caso Telecom», considerata anche la rilevanza sociale e occupazionale, che investe in pieno le competenze della XI Commissione, degli ultimi sviluppi della vicenda.
Giuliano CAZZOLA, presidente, ritiene che la richiesta formulata dal deputato Damiano, che giudica meritevole di un adeguato approfondimento e che si riserva di comunicare rapidamente al Presidente della Commissione, possa essere affrontata nella prossima riunione dell’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, già prevista per la giornata di domani.
DL 102/10: Proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace, di stabilizzazione e delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia.
C. 3610 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite III e IV).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.
Barbara MANNUCCI (PdL), relatore, fa notare che il disegno di legge n. 3610, di conversione in legge del decreto-legge n. 102 del 2010, reca disposizioni volte ad assicurare la prosecuzione delle iniziative in favore dei processi di pace e di stabilizzazione nei Paesi coinvolti da eventi bellici, nonché la proroga della partecipazione del personale delle Forze armate e di polizia alle missioni internazionali in corso, su cui il Parlamento è più volte intervenuto, da ultimo con la legge n. 30 del 5 marzo 2010.
Passando all’illustrazione del provvedimento, segnala che esso costituisce ormai da alcuni anni un momento centrale nei dibattiti parlamentari sulle linee di politica estera dell’Italia, anche perché ha permesso di stabilizzare una significativa convergenza tra le forze politiche sull’impegno internazionale del Paese nelle aree di crisi. Fa notare, inoltre, che il decreto-legge – come di consueto – prevede un approccio integrato alle missioni internazionali, che vede affiancarsi, rispetto alla tradizionale componente militare, anche la sempre più importante dimensione civile. Al riguardo, ritiene che le attività umanitarie, il rafforzamento dello stato di diritto, il sostegno alle amministrazioni locali siano «tasselli» fondamentali per costruire e consolidare la pace, giudicando ugualmente fondamentale l’approccio regionale, ossia la necessità di responsabilizzare tutti gli attori che hanno voce in capitolo e interessi nel contesto geopolitico in cui la crisi si sviluppa.
Sotto il profilo di più diretta competenza della XI Commissione, segnala anzitutto che il provvedimento in esame, all’articolo 5, comma 1, reitera, con contenuto identico, le disposizioni sul personale impegnato nelle missioni, che sono già contenute nei precedenti interventi sulla materia. In particolare, il citato comma 1 opera un rinvio alle disposizioni dell’articolo 3, commi da 1 a 9, della legge n. 108 del 2009, le quali prevedono, tra l’altro, l’attribuzione di alcune tipologie di indennità nonché una disciplina del trattamento assicurativo e pensionistico del personale nei casi di decesso e invalidità per causa di servizio e, altresì, nei casi di infermità contratta in servizio. Osserva poi che il comma 2 del medesimo articolo 5, riprendendo in forma più estesa una norma già contenuta nel precedente provvedimento di proroga, prevede particolari disposizioni relative alla misura dell’indennità di missione da corrispondere al personale impiegato in alcune specifiche missioni internazionali.
Fa presente che taluni elementi di novità si rinvengono ai commi 3, 4, 5, 6 e 7 del medesimo articolo 5: il comma 3 interviene in materia di corresponsione dell’indennità di impiego operativo ai militari inquadrati nei contingenti impiegati nelle missioni internazionali, mentre il comma 4 esclude dalle abrogazioni disposte dall’articolo 2268, comma 1, del decreto legislativo n. 66 del 2010 (relativo al riassetto delle disposizioni sull’ordinamento militare) alcune disposizioni in materia di personale indirettamente richiamate dal presente articolo 5. Segnala poi che il comma 5 prevede la possibilità di continuare ad avvalersi dei lavoratori assunti dal Genio militare a tempo determinato per l’esecuzione di lavori in economia per interventi infrastrutturali, mentre il comma 6 prevede una norma interpretativa, ai fini del reclutamento nella carriere iniziali delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare e del Corpo militare della Croce rossa, in ordine alla riserva di posti in favore dei volontari in ferma prefissata di un anno ovvero in rafferma annuale (tra i quali, in base a tale nuova interpretazione, vanno compresi i volontari in ferma prefissata quadriennale). Infine, rileva che il comma 7 dispone in materia di collocamento obbligatorio a favore delle vittime del terrorismo, del dovere e delle altre categorie ad esse equiparate (integrando l’articolo 1, comma 2, della legge 23 novembre 1998, n. 407, al fine di risolvere taluni dubbi interpretativi riguardo alla sua applicazione per le assunzioni riferite ai livelli retributivi dal sesto all’ottavo).
Preso atto, pertanto, del contenuto del disegno di legge in esame e atteso che esso reca disposizioni, più volte prorogate, dirette ad assicurare la prosecuzione delle iniziative in favore dei processi di pace nonché la partecipazione del personale delle Forze armate e di polizia alle missioni internazionali in corso, ritiene che ricorrano le condizioni per un orientamento positivo da parte della Commissione. Propone, quindi, di esprimere parere favorevole sul provvedimento in esame.
Elisabetta RAMPI (PD), pur sottolineando l’importanza di assicurare la prosecuzione delle iniziative in favore dei processi di pace e di stabilizzazione nei Paesi coinvolti da eventi bellici, lamenta la mancanza di una visione strategica e d’insieme nella materia della partecipazione del personale delle Forze armate e di polizia alle missioni internazionali in corso, stigmatizzando, al riguardo, il ricorso continuo allo strumento del decreto-legge, che, peraltro, in questa occasione sconta quello che definisce uno «iato di decorrenza normativa» tra il termine iniziale in cui talune disposizioni producono gli effetti e la data di adozione del decreto stesso, lasciando privo di copertura giuridica un periodo di tempo non indifferente. Ritiene opportuno che l’intera materia sia in futuro affrontata nell’ambito di una «legge quadro», che possa fissare in via definitiva e certa il quadro di riferimento normativo a favore del personale militare e civile impegnato nelle aree di crisi, affinché lo stesso Parlamento possa essere posto nelle condizioni di discutere in maniera programmatica di tali importanti materie, nonché di interloquire stabilmente con lo stesso Governo.
Segnala, inoltre, l’esigenza di procedere ad un complessivo ripensamento della parte del provvedimento legata alle risorse da destinare alle Forza armate, che risultano allo stato largamente insufficienti, tenendo conto delle effettive disponibilità finanziarie e delle reali esigenze delle politiche di difesa dei singoli Stati, che andrebbero inquadrate in un contesto europeo di più ampio respiro. Esprimendo talune considerazioni proprio sulla gestione della spese militari con riferimento alla manovra di finanza pubblica all’esame del Parlamento, giudica inutile e «pittoresca» la decisione del Governo di consentire a giovani uomini e donne di partecipare a corsi tecnico-pratici nell’Esercito per un breve lasso di tempo (la cosiddetta «mini-naja»): al riguardo, osserva che lo stesso Governo, invece di dare attuazione ad un più esteso piano di stabilizzazione nei settori strategici e affrontare seriamente le vicende occupazionali dei giovani, si perde in misure inefficaci e propagandistiche oppure opera tagli ingenti delle risorse pubbliche a scapito dei livelli salariali, dei trattamenti previdenziali e delle progressioni di carriera dei lavoratori.
Gaetano PORCINO (IdV), pur ribadendo la necessità di offrire il massimo sostegno alle iniziative di pace negli scenari di crisi, sottolinea l’esigenza di disciplinare tali forme di intervento nel quadro di un impianto normativo più organico, in un contesto di disponibilità finanziarie più certo e realmente rispondente alle effettive esigenze di sicurezza militare, tenuto anche conto dell’attuale stato di crisi economica del Paese.
Giuliano CAZZOLA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, ricorda che il dibattito sul provvedimento in titolo continuerà anche nella giornata di domani, considerata la necessità di attendere l’esito dell’esame degli emendamenti presso le Commissioni di merito.
Rinvia, quindi, il seguito dell’esame ad altra seduta.
Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2009.
C. 3593 Governo.
Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l’anno finanziario 2010.
C. 3594 Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazione alla V Commissione).
(Esame congiunto, ai sensi dell’articolo 119, comma 8, del Regolamento, e rinvio).
La Commissione inizia l’esame congiunto dei provvedimenti in titolo.
Giuliano CAZZOLA, presidente, fa presente che la Commissione inizia, nella seduta odierna, l’esame congiunto, ai sensi dell’articolo 119, comma 8, del Regolamento, del disegno di legge recante rendiconto generale dello Stato per l’anno finanziario 2009 e del disegno di legge recante assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2010, per le parti di competenza. Ricorda, quindi, che l’esame dei provvedimenti si conclude con una relazione alla V Commissione e con la nomina di un relatore incaricato di riferire alla medesima Commissione. In proposito, comunica che oggi avrà luogo la relazione introduttiva, mentre il seguito dell’esame e la sua conclusione avranno luogo nella seduta già prevista per domani. Avverte, a tal fine, che il termine per la presentazione di eventuali emendamenti al disegno di legge recante l’assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2010 – secondo quanto convenuto nell’ambito dell’Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi – è fissato alle ore 16 di oggi.
La Commissione prende atto.
Paola PELINO (PdL), relatore, ricorda preliminarmente che il Rendiconto generale dello Stato è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura del ciclo di gestione della finanza pubblica, adempie all’obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria: il disegno di legge C. 3593, relativo al Rendiconto generale dello Stato per il 2009, espone dunque i risultati complessivi relativi alle amministrazioni dello Stato per l’esercizio finanziario 2009.
In proposito, avverte che, per quanto concerne la sfera di competenze della XI Commissione, occorre avere riguardo alla Tabella n. 4, allegata al Rendiconto generale dello Stato per il 2009, relativa al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per le parti di competenza, mentre non risultano voci apprezzabili – per i profili di interesse – per quanto concerne la Tabella n. 2, relativa al Ministero dell’economia e delle finanze. In termini di previsioni iniziali, il consuntivo relativo al 2009 evidenzia, per quanto riguarda la competenza, impegni pari a 78,89 miliardi di euro per la parte corrente e a 1,51 miliardi di euro per il conto capitale, per un totale di 81,40 miliardi di euro. In corso d’esercizio tali previsioni hanno avuto un incremento netto di 1,63 miliardi di euro in termini di competenza (di cui 1,24 miliardi di euro di parte corrente e 392,96 milioni di euro in conto capitale) e 3,67 miliardi di euro in termini di cassa (di cui 2,24 miliardi di euro di parte corrente e 1,43 miliardi di euro in conto capitale). Pertanto, le previsioni in via definitiva ammontano, per la parte di competenza, a 81,13 miliardi di euro di parte corrente e 1,9 miliardi di euro di conto capitale; in termini di cassa, a 82,2 miliardi di euro per la parte corrente e 3,7 miliardi di euro in conto capitale.
Fa notare che, rispetto alle previsioni definitive, il conto consuntivo ha evidenziato, in termini di competenza, impegni per 81 miliardi di euro di parte corrente e 1,9 miliardi di euro in conto capitale, con conseguenti economie pari a 131 milioni di euro per la parte corrente e a 61,5 milioni di euro in conto capitale. La cassa evidenzia, invece, pagamenti pari a 78,53 miliardi di euro per la parte corrente e 2,01 miliardi di euro per il conto capitale. Considerando le autorizzazioni definitive risulta una differenza (tra autorizzazioni definitive e pagamenti) pari a 3,67 miliardi di euro per la parte corrente e 1,68 miliardi di euro in conto capitale. I residui accertati al 31 dicembre 2009 si stabiliscono complessivamente, per effetto delle variazioni intervenute nel corso dell’anno, in 9,37 miliardi di euro, di cui 6,03 di parte corrente e 3,34 di conto capitale.
Per quanto concerne la Relazione sul Rendiconto semestrale dello stato per l’esercizio finanziario 2009, osserva che la Corte dei Conti evidenzia che i trasferimenti agli enti di previdenza ed assistenza sociale espongono – dopo il rallentamento dal 2008 – una crescita sostenuta (89.397 e 88.322 milioni; 10 e 10,7 per cento). L’evoluzione è connessa alla parte corrente (88.025 e 86.461), che è sostanzialmente allineata al tasso di crescita medio ( 10,1 e 10,3 per cento). La progressione è dovuta, come in passato, ai trasferimenti all’INPS (82.231 a 81.300 milioni), ma anche, in particolare, alle somme aggiuntive assegnate all’INPDAP a titolo di anticipazioni di bilancio sul fabbisogno finanziario delle gestioni previdenziali nel loro complesso (5.627 milioni). Fa presente che una analoga operazione di anticipazione è stata effettuata, peraltro, anche nei confronti dello stesso INPS (1.184 milioni). Riguardo a quest’ultimo ente, le voci finanziariamente più consistenti sono rappresentate dall’apporto alla gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali (da 15.906 a 16.655 milioni); dalle pensioni per gli invalidi civili (da 13.054 a 15.504 milioni; dalle agevolazioni contributive, sottocontribuzioni ed esoneri (da 12.219 a 12.369 milioni sul lato della competenza; da 12.772 a 12.369 milioni sulla cassa).
Sottolinea come pressoché invariati risultino gli oneri per pensioni sociali, maggiorazione sociale dei trattamenti minimi di pensione, maggiorazione sociale ed importo aggiuntivo sulle pensioni disagiate (pari in complesso a 5.332 milioni), mentre la partecipazione dello Stato all’onere delle pensioni di invalidità liquidate prima della revisione della relativa disciplina registra un incremento (da 4.217 a 4.403 milioni) e rimane stabile (1.938 e 1.807 milioni) la spesa per i pensionamenti anticipati. Una crescita inferiore al punto percentuale espongono la partecipazione dello Stato all’onere per le pensioni d’annata e per la rivalutazione delle pensioni (pari in complesso a 5.219 e 5.142 milioni). Fra le altre somme più rilevanti trasferite all’INPS figurano: contributi per la copertura del disavanzo del Fondo pensioni per il personale delle Ferrovie dello stato S.p.A. (3.900 milioni) ed il finanziamento degli oneri derivanti dalla confluenza dell’INPDAI nel fondo pensioni lavoratori dipendenti (1.147 milioni). Ulteriori spese riguardano i trasferimenti per oneri pensionistici a favore di particolari soggetti (1.156 milioni); l’esonero dal versamento dei contributi sociali da parte dei datori di lavoro in relazione al conferimento del TFR alla previdenza complementare (454 milioni), il riscatto ai fini pensionistici del corso legale di laurea (234 milioni). Infine, rileva che registrano una «impennata», per quanto si è detto, i flussi verso l’Inpdap (5.894 e 5.773 milioni), mentre le assegnazioni all’Inail si commisurano a 612 e 189 milioni.
Passando, quindi, all’assestamento di bilancio, ricorda che tale istituto è volto a consentire un aggiornamento, a metà esercizio, degli stanziamenti del bilancio dello Stato, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell’esercizio scaduto al 31 dicembre precedente. Riferisce, dunque, che lo stato di previsione della spesa del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali per l’anno finanziario 2010, approvato con la legge 22 dicembre 2009, n. 192 (Tabella n. 4), recava, in termini di competenza, spese complessive per 81,62 miliardi di euro, di cui 80,66 miliardi di parte corrente e 957 milioni di conto capitale. Per quanto riguarda la cassa, erano previste spese complessive pari a 81,68 miliardi di euro, di cui 80,72 miliardi di parte corrente e 959 milioni in conto capitale. All’atto della presentazione al Parlamento del progetto di legge di bilancio, la consistenza dei residui presunti al 1o gennaio 2010 risultava pari a 4,4 miliardi di euro per la parte corrente e a 1,5 miliardi di euro in conto capitale, per un totale di 5,9 miliardi. La massa impegnabile (competenza residui) ammontava a 87,6 miliardi di euro, di cui 85,4 per la parte corrente e 3,4 per la parte in conto capitale. La massa spendibile (cassa residui) ammontava a 87,6 miliardi di euro, di cui 85,1 di parte corrente e 2,5 in conto capitale. Le previsioni iniziali illustrate subiscono alcune modifiche derivanti da due ordini di fattori: variazioni introdotte in forza di atti amministrativi (adottati nel periodo gennaio-maggio 2010) e variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento in esame. Soltanto queste ultime costituiscono oggetto della decisione parlamentare.
Osserva che tutte le variazioni interessano le unità previsionali approvate dal Parlamento con la predetta legge n. 192 del 2009 e si collocano sui capitoli in cui sono state ripartite le unità medesime con l’emanazione, ai fini della gestione e della rendicontazione, del decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 30 dicembre 2009. Per quanto concerne le variazioni tramite atti amministrativi, alcune interessano esclusivamente le dotazioni di cassa, per un totale di 15,66 milioni di euro, esclusivamente per integrazioni delle dotazioni di cassa dei capitoli deficitari con storno dall’apposito fondo di riserva di cui al capitolo 3002 del Ministero dell’economia e delle finanze. Altre variazioni imputabili ad atti amministrativi riguardano, invece, sia la competenza che la cassa, e derivano da norme di carattere generale, per un totale di 2,46 miliardi di euro in termini di competenza e di 2,99 miliardi di euro in termini di cassa.
Per quanto riguarda, specificamente, le variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento, evidenzia che le variazioni in termini di competenza consistono in un incremento complessivo di circa 201,8 milioni di euro, interamente ascrivibile all’aumento delle spese correnti; con riferimento ai residui, si registra un incremento complessivo di 3,62 miliardi di euro, derivante da un incremento di 1,72 miliardi di euro per le spese correnti e di 1,89 miliardi di euro per le spese in conto capitale; relativamente alla cassa, le variazioni proposte consistono in un incremento complessivo di 436,8 milioni di euro, derivante da un incremento di 436,5 milioni di euro per le spese correnti e di 313 milioni di euro per le spese in conto capitale. Inoltre, osserva che la Nota preliminare evidenzia che le principali variazioni proposte con l’assestamento riguardano l’integrazione di spese di natura indifferibile o inderogabile, sulla base di una rigorosa valutazione delle richieste dell’Amministrazione.
Per quanto concerne le Missioni e i Programmi riferibili alle competenze della XI Commissione, tra le variazioni più consistenti segnala, in particolare, le seguenti: nell’ambito della Missione n. 25, relativa alle Politiche previdenziali, il Programma 25.2 (Previdenza obbligatoria e complementare, sicurezza sociale – trasferimenti agli enti ed organismi interessati) registra variazioni per 193 milioni di euro in termini di competenza e 411,7 milioni di euro in termini di cassa; nell’ambito della Missione n. 26, relativa a Servizi istituzionali e generali della pubblica amministrazione, il programma 32.3 (indirizzo politico) registra variazioni per 277 milioni di euro in termini di competenza e 356 milioni di euro in termini di cassa.
In conclusione, fa notare che le previsioni per il bilancio 2010 si assestano, per i residui, in 9,6 miliardi di euro, di cui 6,2 per la parte corrente e 3,4 in conto capitale; per la competenza, in 84,3 miliardi di euro, di cui 80,8 per le spese correnti e 3,4 in conto capitale; per la cassa, in 85,1 miliardi di euro, di cui 81,1 per le spese correnti e 4 per le spese in conto capitale. Le variazioni complessive effettuate rispetto alle previsioni iniziali sono pari, per la spesa di parte corrente, a 1,72 miliardi di euro per i residui, 157,8 milioni di euro per la competenza e 406,6 milioni di euro per la cassa; per la spesa in conto capitale, sono pari a 1,89 miliardi di euro per i residui, 2,5 miliardi di euro per la competenza e 3 miliardi di euro per la cassa. Le variazioni complessive ammontano, pertanto, a 1,89 miliardi di euro di residui, 2,5 miliardi di euro di competenza e 3,43 miliardi di euro di cassa.
Alla luce dei dati esposti e considerata l’importanza dei provvedimenti in esame sotto il profilo della contabilità generale dello Stato, propone quindi di riferire favorevolmente alla V Commissione sul disegno di legge recante rendiconto generale dello Stato per l’anno finanziario 2009, nonché sul disegno di legge recante assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2010, con riferimento alle parti di competenza della XI Commissione.
Silvano MOFFA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire e considerato che il dibattito proseguirà anche nella giornata di domani, rinvia il seguito dell’esame congiunto ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.45.
Mercoledì 14 luglio 2010. – Presidenza del presidente Silvano MOFFA.
La seduta comincia alle 10.05.
DL 102/10: Proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace, di stabilizzazione e delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia.
C. 3610 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite III e IV).
(Seguito dell’esame e conclusione – Parere favorevole con osservazione).
La Commissione prosegue l’esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta di ieri.
Silvano MOFFA, presidente, avverte preliminarmente che presso le Commissioni di merito non risultano presentati emendamenti diretti a introdurre elementi di particolare novità sulle parti del provvedimento di competenza della XI Commissione: per tale ragione, fa presente che l’esame in sede consultiva del disegno di legge in titolo potrà concludersi nella seduta odierna. Ricorda, quindi, che nella seduta di ieri il relatore ha proposto di esprimere un parere favorevole sul disegno di legge in esame.
Elisabetta RAMPI (PD), nel ribadire la necessità di sostenere con forza le iniziative in favore dei processi di pace e di stabilizzazione nei Paesi coinvolti da eventi bellici, chiede al relatore di considerare l’opportunità di inserire nella sua proposta di parere un’osservazione circa l’esigenza di valutare la previsione di norme in favore della stabilizzazione del personale precario delle Forze armate. Precisa che, in caso di accoglimento di tale richiesta, il voto del suo gruppo non potrà che essere favorevole.
Silvano MOFFA, presidente, invita il relatore a valutare il possibile accoglimento della richiesta appena formulata dal deputato Rampi, che sembra prospettare l’opportunità di segnalare alle Commissioni riunite III e IV l’esigenza di prevedere eventuali forme di stabilizzazione di talune categorie di personale precario delle Forze armate.
Barbara MANNUCCI (PdL), relatore, nel ritenere che non sussistano difficoltà ad accogliere la segnalazione del deputato Rampi, presenta una proposta di parere favorevole con osservazione sul provvedimento in esame (vedi allegato).
La Commissione approva, quindi, la proposta di parere del relatore.
Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2009.
C. 3593 Governo.
Disposizioni per l’assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l’anno finanziario 2010.
C. 3594 Governo.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze (limitatamente alle parti di competenza).
Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell’esame congiunto, ai sensi dell’articolo 119, comma 8, del Regolamento, e conclusione – Relazioni favorevoli).
La Commissione prosegue l’esame congiunto dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta di ieri.
Silvano MOFFA, presidente, comunica che non sono pervenuti emendamenti riferiti al disegno di legge n. 3594. Ricorda, inoltre, che nella seduta di ieri il relatore ha proposto di riferire favorevolmente alla V Commissione sul disegno di legge recante rendiconto generale dello Stato per l’anno finanziario 2009, nonché sul disegno di legge recante assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2010, con riferimento alle parti di competenza della XI Commissione.
Giulio SANTAGATA (PD) esprime perplessità sulla parte del disegno di legge di assestamento relativa ai trasferimenti agli enti previdenziali (con riferimento, in particolare, alla problematica situazione dell’INPDAP), segnalando i preoccupanti incrementi nei capitoli di spesa che, a suo avviso, in assenza di un’opera di razionalizzazione e sistematizzazione dell’intero settore – che risolva definitivamente l’annosa questione della commistione tra previdenza e assistenza – rischiano di incidere pesantemente sul bilancio dello Stato e di rendere il quadro dei conti pubblici confuso e poco trasparente, attesa anche la proliferazione di voci di spesa poco chiare e mal coordinate.
Quanto al rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2009, sottolinea la pericolosa tendenza a produrre residui passivi di spesa corrente, nonostante taluni interventi di riduzione operati dal Ministro dell’economia e delle finanze: ciò rappresenta, a suo giudizio, il chiaro segnale della mancanza di qualità nella gestione dei conti pubblici e dell’assenza di un preciso indirizzo strategico del Governo.
Per le ragioni esposte, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di relazione favorevole formulata dal relatore.
Ivano MIGLIOLI (PD) osserva che, nonostante di recente sia stata approvata una organica riforma della contabilità pubblica, le procedure e i tempi previsti dalle innovazioni legislative da questa introdotte non sono stati rispettati, determinando un ritardo nell’esame dei provvedimenti di bilancio. Fa notare, peraltro, come il Governo persista nell’intervenire su materie economiche ricorrendo a decreti-legge e alla posizione di continue questioni di fiducia, escludendo il Parlamento dall’esame di manovre economiche importanti e delicate.
Quanto al contenuto del rendiconto generale per il 2009 e al disegno di legge di assestamento per il 2010, pone in evidenza un pericoloso incremento del debito pubblico, nonché un aumento della spesa corrente, entrambi accompagnati dal totale azzeramento dell’avanzamento primario: si tratta, a suo avviso, di elementi che fotografano lo stato di salute fortemente compromesso dei conti pubblici, ulteriormente aggravato dalla mancanza di iniziative dell’Esecutivo in materia di lotta all’evasione fiscale e al lavoro sommerso. Ritiene che tali dati, unitamente ad una gestione poco trasparente dei residui e dei capitoli di spesa dedicati al finanziamento degli ammortizzatori sociali, dimostrino l’inadeguatezza dei provvedimenti in esame, che determineranno come conseguenza inevitabile, a breve, un innalzamento della pressione fiscale.
Giuliano CAZZOLA (PdL) osserva che, nonostante le ripetute avversità economiche e finanziarie che hanno attraversato gli scenari internazionali, l’Italia ha superato indenne un grave momento di difficoltà, mediante una gestione oculata e prudente dei conti pubblici, evidenziata dai provvedimenti in esame. Fa notare, inoltre, che la stessa manovra di finanza pubblica attualmente all’esame del Parlamento, che ha ricevuto riconoscimenti positivi anche in sede europea da parte degli organismi competenti, risulta meno onerosa rispetto a quella di molti altri Paesi europei e testimonia una continuità di tenuta dei conti sorprendente, nonostante si registrino ancora degli elementi di criticità connessi a fenomeni di spesa parcellizzata, ad esempio nell’ambito del finanziamento decentrato.
Quanto al problema del trasferimento di risorse pubbliche agli enti previdenziali, fa notare che, nel corso dell’esame al Senato della predetta manovra di finanza pubblica, sono state avanzate proposte di modifica da parte del relatore tese a tagliare l’aliquota di finanziamento dell’attività dei patronati, applicata sul gettito dei contributi previdenziali obbligatori, al fine di evitare quell’aumento della contribuzione che la legislazione vigente prevede solo come eventuale in caso di mancata realizzazione di risparmi di spesa derivanti dalla razionalizzazione del sistema degli enti previdenziali: la natura di tale intervento riparatore, dunque, metterebbe in evidenza che allo stato tale attività di razionalizzazione non è stata posta in essere oppure non lo è stata in modo adeguato.
Teresio DELFINO (UdC), pur riconoscendo taluni limitati elementi di positività nel quadro degli interventi per la sistemazione dei conti pubblici, giudica insufficiente la «politica dei piccoli passi» intrapresa dal Governo in materia di politica economica, sottolineando la mancanza di idonee misure di contrasto al lavoro sommerso e all’evasione fiscale ed evidenziando la scarsità dei trasferimenti agli enti locali, che rende impossibile qualsiasi ipotesi di investimento a livello territoriale.
Nell’auspicare, quindi, un mutamento dell’orientamento del Governo in materia economica, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di relazione favorevole formulata dal relatore.
Cesare DAMIANO (PD), in relazione alle considerazioni svolte dal deputato Cazzola, dichiara la propria contrarietà nei confronti di qualsiasi intervento volto a minare l’autonomia dei patronati e, per il loro tramite, delle stesse organizzazioni sindacali. Osserva inoltre che l’intervento della maggioranza su tale materia – che giudica inutile e fuori luogo – non fa altro che confermare l’inerzia politica del Governo, atteso che maggiori risparmi sarebbero davvero potuti derivare dall’attuazione di una organica riforma del settore previdenziale, che invece si è scelto di non attuare.
Giuliano CAZZOLA (PdL), intervenendo per una precisazione, ricorda che gli interventi evocati dal deputato Damiano sono basati su una disposizione di legge che intende promuovere, in realtà, una «razionalizzazione» degli enti previdenziali.
Cesare DAMIANO (PD), con riferimento alla precisazione svolta dal deputato Cazzola, ricorda che il Governo avrebbe dovuto porre in essere una riforma degli enti previdenziali in grado di articolarli su due distinti poli, l’uno dell’assistenza e l’altro della previdenza: tale soluzione, che era stata accolta positivamente anche dalla Commissione di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, non è stata invece attuata dal Governo, che ha preferito muoversi lungo differenti linee di intervento.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione favorevole sul disegno di legge recante rendiconto generale dello Stato per l’anno finanziario 2009. Approva inoltre, con distinte votazioni, la proposta di relazione favorevole sul disegno di legge recante assestamento del bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2010, con riferimento, rispettivamente, alla Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno finanziario 2010 (limitatamente alle parti di competenza) e alla Tabella n. 4: Stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l’anno finanziario 2010 (limitatamente alle parti di competenza). Delibera, altresì, di nominare il deputato Pelino quale relatore presso la V Commissione.
Disposizioni in favore dei territori di montagna.
Testo unificato C. 41 Brugger, C. 320 Quartiani, C. 321 Quartiani, C. 605 Caparini, C. 2007 Quartiani, C. 2115 Barbieri e C. 2932 Consiglio regionale della Valle d’Aosta.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione inizia l’esame del provvedimento in titolo.
Antonino FOTI (PdL), relatore, osserva che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere di competenza alla V Commissione sul testo unificato delle proposte di legge in titolo, recante disposizioni in favore dei territori di montagna, in ordine al quale la V Commissione ha concluso l’esame degli emendamenti nella seduta del 7 luglio 2010, inviando un nuovo testo risultante dalla loro approvazione. Fa notare che il provvedimento ha la finalità di fare fronte alla generale situazione di disagio che vivono i territori montani, disciplinando le procedure per una più chiara definizione della nozione di territorio e comune montano, all’interno della quale provvedere alla salvaguardia e alla valorizzazione delle specificità culturali, economiche, sociali e ambientali di tali zone; la proposta normativa, dunque, si fonda anzitutto sul presupposto che un aspetto determinante per il raggiungimento degli obiettivi di coesione, integrazione e convergenza territoriale, riguardi la definizione dei criteri che stanno alla base dell’individuazione della ripartizione territoriale a cui destinare le risorse necessarie. Rileva che si prevedono, pertanto, disposizioni che rimandano al finanziamento di progetti per lo sviluppo socio-economico dei comuni montani, al fine di rispondere all’esigenza di migliorare i servizi pubblici, potenziare il sistema scolastico, valorizzare le risorse energetiche ed idriche, sviluppare il turismo, incentivare l’utilizzo di territori incolti di montagna, favorire l’accesso dei giovani alle attività agricole, intraprendere politiche di forestazione in tali territori svantaggiati.
Sotto i profili di più diretta competenza della XI Commissione, segnala l’articolo 6, che contiene una modifica alla legge 21 marzo 2001, n. 74, prevedendo che, nell’ambito del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (CNSAS) del Club alpino italiano (CAI), siano aggiunte determinate figure professionali oltre a quelle già individuate e riconosciute dalla medesima disciplina. Il medesimo articolo 6, peraltro, sempre modificando la legge 21 marzo 2001, n. 74, stabilisce che il CNAS operi prevalentemente avvalendosi dell’attività prestata in forma volontaria, libera e gratuita dai propri associati per il perseguimento dei fini istituzionali. Fa poi notare che, oltre alla norma testé richiamata, non si segnalano altri elementi di particolare interesse, fatta eccezione per un limitato riferimento – contenuto all’articolo 7, comma 4, del testo unificato – alle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, con le quali si provvede all’attuazione delle norme sulla certificazione di ecocompatibilità, e per un circoscritto richiamo delle attività propedeutiche di avvicinamento dei giovani alla professione di guida alpina e maestro di sci (contenuto nell’articolo 10), che possono essere intraprese dal Collegio nazionale delle guide alpine italiane e dal Collegio nazionale dei maestri di sci, nell’ambito della propria attività istituzionale.
In conclusione, preso atto del contenuto del provvedimento e dei limitati profili di competenza della XI Commissione e considerata la necessità di promuovere e sostenere lo sviluppo di talune realtà locali particolarmente svantaggiate, propone di esprimere parere favorevole sul testo unificato in esame.
Lucia CODURELLI (PD), pur ravvisando taluni elementi di positività nel provvedimento in esame, ritiene che esso contenga un intervento ancora troppo timido e limitato, essendo, al contrario, necessario operare un drastico ripensamento dei piani di sviluppo delle zone svantaggiate di montagna, considerato anche il profondo spopolamento e il significativo impoverimento di quei territori.
Ritiene, in particolare, opportuno che si dedichi una specifica attenzione alle attività di prevenzione del territorio e alla salvaguardia dell’ambiente più in generale, elementi che potrebbero portare effetti benefici anche in termini di incremento dell’occupazione qualificata.
Auspica, quindi, che la XI Commissione possa segnalare tali aspetti nel proprio parere, evidenziando soprattutto l’esigenza di introdurre serie e mirate misure legislative, dirette a favorire il rilancio dell’occupazione nelle aree montane e a sostenere politiche del lavoro e iniziative per l’incentivazione delle attività produttive in quelle aree.
Ivano MIGLIOLI (PD), nel ritenere che i territori di montagna costituiscano un patrimonio comune di tutti, osserva che gli interventi di sostegno, resi necessari dalle particolari condizioni in cui questi versano, più che assumere caratteristiche meramente assistenziali, dovrebbero mirare ad un rilancio complessivo delle attività di quelle aree, in modo che ne benefici l’intera collettività.
Ricordando che gli interventi del Governo a sostegno della montagna sono risultati, in questa legislatura praticamente inesistenti (come rilevato anche da dati ufficiali, che provvede ad elencare), giudica il provvedimento in esame un «piccolo passo» lungo la direzione di una maggiore tutela di tali territori svantaggiati.
Per tali ragioni, prendendo atto positivamente delle pur limitate disposizioni sui comuni montani e ribadendo l’opportunità di una politica di sostegno più strutturata, fa presente che, in ogni caso, l’orientamento del suo gruppo è sostanzialmente favorevole rispetto al testo unificato in esame.
Silvano MOFFA, presidente, in relazione a talune considerazioni svolte dai deputati intervenuti, segnala che la presidenza ha ritenuto opportuno inserire con celerità il provvedimento all’ordine del giorno della Commissione, nel presupposto che dalla Commissione di merito vi fosse una unanime e pressante spinta per acquisire tutti i prescritti pareri, ai fini dell’avvio delle procedure per il trasferimento del testo unificato alla sede legislativa. Si dichiara, dunque, disponibile – ove questa fosse l’intenzione dei gruppi – a rinviare il seguito dell’esame alla prossima settimana, anche per consentire ogni utile approfondimento sul complesso delle questioni appena poste.
Teresio DELFINO (UdC) auspica che la Commissione possa concludere sin d’ora l’esame in sede consultiva del provvedimento in titolo, preannunciando il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.
Ivano MIGLIOLI (PD) fa presente che il suo gruppo – anche alla luce delle considerazioni in precedenza espresse – è disponibile a votare, sin da oggi, a favore della proposta di parere del relatore.
Antonino FOTI (PdL), relatore, nel riconoscere l’importanza dell’argomento oggetto del testo unificato in esame, che richiede interventi strutturati e duraturi, osserva che il provvedimento rappresenta comunque un significativo, anche se circoscritto, passo in avanti per le politiche in favore dei territori montani. Rilevata, quindi, la concretezza delle misure contenute nel testo unificato ai fini della valorizzazione delle specificità culturali, economiche, sociali e ambientali delle zone montane, che non precludono, peraltro, future iniziative che ne estendano l’ambito di efficacia, auspica l’approvazione unanime, da parte della Commissione, della sua proposta di parere favorevole.
La Commissione approva, quindi, la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.
Silvano MOFFA, presidente, considerato il previsto andamento dei lavori parlamentari per la settimana corrente e atteso che la seduta dell’Assemblea non ha ancora avuto inizio, propone – se non vi sono obiezioni – di passare immediatamente allo svolgimento degli ulteriori punti all’ordine del giorno della giornata odierna, già fissati per le ore 14.
La Commissione conviene.
La seduta termina alle 10.55.
Mercoledì 14 luglio 2010.
Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, concernenti il sostegno alla maternità e l’introduzione del congedo di paternità obbligatorio.
C. 2618 Mosca, C. 3023 Saltamartini, C. 15 Brugger, C. 2413 Caparini, C. 2672 Calabria, C. 2829 Jannone, C. 3534 Donadi.
Il Comitato ristretto si è riunito dalle 10.55 alle 11.05.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 14 luglio 2010.
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.05 alle 11.15.