Invertire la rotta o l’Italia rischia di affondare: lo afferma la Confesercenti, secondo la quale il nuovo aumento dell’aliquota Iva, confermato ieri dal viceministro all’Economia Vittorio Grilli, è «la dimostrazione che il governo preferisce far cassa mettendo le mani nelle tasche degli italiani piuttosto che tagliare una spesa pubblica senza limiti e caratterizzata da inutilità e sprechi, e rendere più efficiente e meno costosa la macchina statale».
Purtroppo però, prosegue la Confesercenti, «la decisione dell’esecutivo avrà altri effetti collaterali: con un Paese in recessione e i consumi in stallo, l’ulteriore aumento dell’Iva allontanerà sempre di più la crescita di cui l’Italia ha disperatamente bisogno, gelando di nuovo i consumi, colpendo anche il turismo e gravando indifferentemente su tutte le classi di reddito».
Con il raggiungimento del 23%, l’Iva del nostro Paese – osserva ancora la confederazione del commercio – non solo scavalca la media dei 27 Stati della Ue (20,9%) ma supera anche abbondantemente quella delle altre economie europee di dimensioni comparabili, come Francia (19,6%), Spagna (18%) e Germania (19%) e si avvicina, in qualche caso superandole, a quelle degli Stati scandinavi, come Danimarca e Svezia (25%), e Finlandia (22%). Un peso insostenibile per i cittadini e le imprese d’Italia, su cui grava una tassazione diretta già altissima, con una pressione fiscale che raggiungerà il 46% nel 2013.
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