I consulenti del lavoro definiscono “importanti” le novità introdotte con il decreto lavoro che riguardano il contratto a tempo determinato, l’apprendistato e il documento unico di regolarità contributiva. Parlando in un’audizione in commissione Lavoro della Camera, il consiglio nazionale dell`Ordine dei consulenti del lavoro ha precisato di ritenere “positiva” la “semplificazione delle regole” ma allo stesso tempo ha invitato alla correzione di alcune “criticità” che altrimenti potrebbero portare a “contenziosi”. In particolare sui contratti a termine, “occorre precisare se tra le stesse parti è ammessa una pluralità di contratti a termine per mansioni diverse e non equivalenti”. Sul limite generale (cioè il 20% dell`organico complessivo) per la stipulazione dei contratti a termine, sottolineano i consulenti del lavoro, per evitare dubbi intepretativi è “necessario chiarire se nel riferimento “all`organico complessivo” vanno considerati, oltre ai contratti di natura subordinata a tempo indeterminato, anche i lavoratori autonomi in organico, o se vanno considerati gli stessi contratti a termine che sono sottoposti al limite di contingentamento ingenerando così una spirale matematica molto complessa per i datori di lavoro”. Infine, per evitare “interpretazioni erronee, è bene sostituire il termine “imprese” con “datori di lavoro” tra i destinatari della norma che riguarda coloro i quali occupano fino a 5 dipendenti”. Sull’apprendistato, i consulenti del lavoro hanno fatto notare che il passaggio sulla formazione pubblica “non chiarisce le intenzioni del Governo”: il testo, hanno sottolineato, “è scritto in modo poco chiaro a tal punto che la facoltà della formazione pubblica non si comprende se riguardi il datore di lavoro (e allora si realizzerebbe una vera semplificazione), oppure che la stessa sia demandata alle Regioni, nel senso se introdurre o meno la formazione pubblica. Questo profilo non è di secondo piano poiché è l`aspetto che oggi blocca l`utilizzo del contratto”, hanno chiosato. Infine, hanno affermato di ritenere “indispensabile che le novità introdotte dal decreto riguardino anche i contratti di apprendistato che sono in corso di validità. Questo darebbe ulteriore impulso positivo al modello contrattuale ed eliminerebbe molto potenziale contenzioso”.
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