Per la Corte di Giustizia europea le norme italiane sui contratti precari nella scuola violano la direttiva comunitaria: la Corte ha infatti condannato l’Italia per la violazione della Direttiva 1999/70/CE e giudicato illegittima la reiterazione, da parte della Pubblica amministrazione, dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi.
“E’ una vittoria storica, cinque anni dopo la denuncia alla stampa e un contenzioso avviato presso le Corti del lavoro per migliaia di supplenti”, commenta in una nota il sindacato Anief-Confedir. “Ora 250mila precari possono chiedere la stabilizzazione e risarcimenti per due miliardi di euro, oltre agli scatti di anzianità maturati tra il 2002 e il 2012 dopo il primo biennio di servizio e le mensilità estive su posto vacante”.
Coinvolto tutto il pubblico impiego: il sindacato avvia ricorsi anche per precari Afam, sanità, Regioni, enti locali”. La Gilda degli Insegnanti annuncia invece: “Subito una diffida al Governo e poi, entro dicembre, al via in tutta Italia le iniziative giudiziarie per la stabilizzazione dei precari”.
La sentenza della Corte di Giustizia europea coinvolge un numero altissimo di lavoratori precari italiani: sulla base dei dati Miur e Inps l’Anief ha calcolato che solo nella scuola sono più di un milione e mezzo le supplenze annuali (fino al 31 agosto) e al termine delle attività didattiche (fino al 30 giugno) conferite in questi anni ai docenti, a fronte di 250mila immissioni in ruolo e 300mila pensionamenti: “Ora quei precari devono essere tutti assunti e risarciti”, sottolinea Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir. I legali dell’Anief hanno annunciato l’avvio di ricorsi per tutti dipendenti e dirigenti medici del pubblico impiego perché la sentenza avrà effetti sul sistema di assunzioni nell’amministrazione pubblica.
“Nella diffida indirizzata a Palazzo Chigi e al ministero dell’Istruzione – spiega l’avvocato Tommaso De Grandis, legale rappresentante della Gilda nella causa alla Corte europea – verrà fissato un termine breve entro cui dare esecuzione alla sentenza emessa questa mattina dai giudici di Lussemburgo, perché vogliamo sapere quando e come l`Esecutivo intenderà provvedere alla stabilizzazione dei precari della scuola. In seconda istanza, entro il mese di dicembre – prosegue De Grandis – verranno impartite istruzioni operative a tutte le nostre sedi provinciali per intraprendere iniziative, anche giudiziarie, volte alla stabilizzazione del precariato pubblico. Le province che hanno già presentato ricorso al giudice del lavoro, dovranno allegare, a verbale di udienza, la sentenza della Corte di Lussemburgo e chiedere la disapplicazione delle norme interne che contrastino con la Direttiva comunitaria”.
“Siamo molto soddisfatti – commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda – perché la sentenza della Corte europea sancisce una vittoria per il nostro sindacato che dal 2007 ha intrapreso la strada giudiziaria con ricorsi che richiamavano le norme europee contro l’abuso dei contratti a termine nel pubblico impiego. Adesso ci auguriamo che il Governo, come ha annunciato nelle linee guida sulla Buona scuola con il piano di assunzioni dei 148mila precari inseriti nelle Gae, dia rapidamente seguito alla sentenza dei giudici europei”.
F.P.