Le potenti spinte esterne hanno “rimesso in moto l’Eurozona e l’Italia”. Gli effetti di euro più debole, tassi ridotti e prezzo dimezzato del petrolio iniziano a essere ben visibili negli indicatori; alcuni dei quali sono al top da quattro anni”. Lo rileva il Centro studi di Confindustria in una congiuntura flash. “La ripresa – sottolinea l’analisi – accelera man mano che quelle spinte aumentano la fiducia e modificano le decisioni di spesa”.
Il Pil italiano “viaggia verso un +0,2% nel primo trimestre”. Secondo Confindustria la “stima è negativamente influenzata dall’inciampo della produzione industriale a gennaio (che potrebbe, però, essere ribaltato a febbraio)”. Inoltre “l’occupazione ha dato segnali di ripartenza già nel 2014 e avanzerà in presa diretta con la congiuntura; ciò aiuterà le famiglie a liberarsi dall’incertezza causata dalla crisi”.
“Al di là della persistente restrizione del credito (ma ci sono timidi progressi) – scrive il Csc – le condizioni finanziarie complessive sono molto migliorate, grazie a cambio, Borsa e tassi; la liquidità delle imprese è stata sostenuta dal pagamento degli arretrati della pubblica amministrazione, che ha quasi compensato il calo dei prestiti bancari”. Tuttavia rileva il Centro studi “il favorevole contesto non muta la posizione competitiva dell’Italia, perché è temporaneo e comune a tutta l’Eurozona; anzi, può evidenziarne le lacune se, essendo meglio sfruttato dai sistemi più dinamici, ampliasse il divario di performance con gli altri paesi. Anche perciò deve essere di sprone alle riforme“.
Secondo il Csc “la produzione industriale è stimata salire dello 0,4% in febbraio (variazione prudenziale), dopo il -0,7% in gennaio, attribuibile soprattutto a fattori di calendario; ciò renderebbe nulla la variazione acquisita per il primo trimestre”.
L’indice di fiducia delle imprese in febbraio è salito di 3,3 punti su gennaio (a 94,9, +7,0 punti in 2 mesi). Nel manifatturiero (+1,5 punti) migliorano le attese e i giudizi su ordini (specie interni) e produzione.