La storia del settore delle costruzioni dagli anni ’80 a oggi: è questo il tema del nuovo libro di Alfredo Martini, intitolato “Dalla qualità alla sostenibilità – Il contributo di ICMQ alla qualificazione delle costruzioni”, edito da Donzelli Editore. Martini, segretario generale di AIS (Associazione italiana per la sostenibilità delle infrastrutture), dal 1976 svolge attività di ricerca storica, giornalistica e di relazioni esterne. È autore di numerose monografie e saggi oltre a diversi articoli pubblicati su quotidiani, periodici e riviste specializzate.
A fare da sfondo nel volume, una storia imprenditoriale italiana di successo: quella di ICMQ, uno dei primi organismi di certificazione a operare nel campo delle costruzioni e dell’edilizia, fondato nel 1988 e attivo dal 1990 come istituto di certificazione indipendente.
Il saggio analizza l’evoluzione del settore a livello organizzativo, gestionale e qualitativo verso una logica di approccio di tipo industriale. Proprio grazie a questa nuova spinta, alimentata anche dalle richieste di produttori e fornitori nell’ambito della prefabbricazione, si fa strada l’esigenza di un cambiamento radicale allo scopo di garantire maggiore qualità ed efficienza e consolidare il posizionamento su un mercato più selettivo, superando anche le sacche di resistenza di alcune PMI di settore.
Il sentiero tracciato dall’autore prosegue con i vari cicli delle costruzioni, dal post Tangentopoli al boom edilizio di fine anni ‘90, fino ad arrivare alla crisi finanziaria del 2008, che provoca un crollo della domanda, con il conseguente tracollo dell’industria dei materiali. Se l’economia frena bruscamente, il processo della qualità continua la sua corsa con il riconoscimento anche normativo delle certificazioni, che diventano strumenti centrali nel processo produttivo. Dalla crisi emerge un nuovo mercato e con esso l’affermarsi di nuovi paradigmi di riferimento, tra i quali, con un ruolo rilevante, la sostenibilità, inserita al centro dell’attenzione globale a partire dal protocollo di Kyoto, che aveva introdotto tematiche oggi più che mai rilevanti come l’attenzione all’ambiente e la lotta contro il cambiamento climatico. Azioni concrete come il risparmio e l’efficientamento energetico, la costruzione delle case secondo i criteri di contenimento dei consumi energetici, l’utilizzo di fonti rinnovabili carbon free, iniziano a fare breccia nella mentalità imprenditoriale e a trovare sempre più spazio nelle normative europee e mondiali.
La certificazione energetica degli edifici assume un ruolo primario. ICMQ decide tuttavia di non giocare questa partita per intero, diventando referente soltanto per le committenze più importanti. Nel frattempo, l’istituto è tra i fondatori del Green Building Council (GBC) e lancia i brand di certificazione ICMQ ECO e Make It Sustainable, introducendo il concetto di criterio premiante per l’azienda che certifica la qualità di un cantiere, un prodotto o un servizio in ottica sostenibile.
La fine della crisi coincide con una sempre maggiore diffusione di una cultura della sostenibilità e della sensibilizzazione dell’edilizia verso il tema.
Cambiano i modelli imprenditoriali e il modo di progettare un’opera edile: se l’impiantistica era precedentemente considerata come una componente secondaria dell’edificio, ora diventa il fulcro del progetto e l’involucro un accessorio spesso funzionale alla soluzione tecnica scelta.
In questo periodo di grandi cambiamenti, ICMQ, grazie anche a un’attenta osservazione di ciò che accade all’estero, gioca d’anticipo su tre campi importantissimi: la digitalizzazione, i protocolli di sostenibilità delle infrastrutture e la battaglia per la terzietà dei valutatori.
Per quanto riguarda la digitalizzazione, l’istituto è il primo a sposare la metodologia BIM e a costruire schemi di qualificazione per gli operatori a cui legare anche la qualificazione dell’organizzazione in logica BIM. Il concetto di sostenibilità delle infrastrutture viene introdotto attraverso l’importazione dagli USA del protocollo Envision. Infine, la terzietà, intesa come indipendenza del soggetto certificatori viene riaffermata come condizione indispensabile in qualunque processo di validazione e di verifica.
L’ultima frontiera è quella degli ESG: la logica di ICMQ è ancora una volta quella di costruire schemi e soluzioni “proprietari” per poi metterli a disposizione di tutti ed essere normati, mantenendo sempre quel ruolo di precursore che ha rafforzato la reputazione dell’istituto, da tempo riconosciuto come un’organizzazione affidabile e trasparente.