“Il Def in nessuna parte indica un`intenzione di procedere alla sterilizzazione degli aumenti Iva”. Lo sottolinea la Cisl nel corso di un’audizione sul Def in Senato, sottolineando che “lo scatto delle aliquote riabbasserebbe la dinamica dell`economia italiana, sul limite della stagnazione, agendo su consumi e investimenti”. E’ quanto afferma la Cisl in un’audizione sul Def in Senato
“Se scatta l`Iva, andiamo sotto zero di crescita; se non si fa l`aumento dell`Iva, andiamo probabilmente sopra il 3% di deficit e verso il 135% nel rapporto debito-Pil. Questa è l`alternativa tra Scilla e Cariddi del Governo”, afferma la Cisl. “Oltre che avere un effetto recessivo – aggiunge il sindacato – l`attivazione delle clausole Iva avrebbe un effetto sull`inflazione”.
La Cisl ribadisce “la necessità di una revisione complessiva del nostro sistema fiscale ed una sua semplificazione e razionalizzazione, anche per quel che riguarda le cosiddette tax expenditures, senza però che ciò significhi ingiustificati e inaccettabili vantaggi fiscali per i redditi più alti come invece farebbe la flat tax che rischia di generare ulteriori distorsioni e lasciare modesti recuperi a tutti coloro che maggiormente hanno sopportato i costi della crisi”.
Il sindacato afferma che qualsiasi valutazione relativamente ad una eventuale flat tax “avrà come punto di partenza i costi e i vantaggi complessivi: in termini di aliquota, di detrazioni e deduzioni eliminate o riviste, di revisione della spesa sociale, di aggravi indiretti della tassazione locale”.
“Non è solo un problema di equità a fronte di una progressività distorta che oggi pesa principalmente sui redditi medi e medio-bassi di lavoratori e pensionati e non sugli alti redditi, ma – sottolinea la Cisl – anche un problema di efficacia macroeconomica se con una riduzione della pressione fiscale si vogliono sostenere-aumentare i consumi”.
TN