La Embraco non ritira i 497 licenziamenti dello stabilimento di Riva di Chieri e i sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm abbandonano l’incontro perché, spiegano in una nota unitaria, “non si tratta in presenza di un ricatto”.
È questa la sintesi del tavolo che si è tenuto ieri, 22 febbraio, per cercare una via di sbocco indolore a una vertenza che si sta facendo sempre più difficile e il cui esito, a oggi, dipende dal ministero dello Sviluppo economico, che entro il 26 di marzo concerterà una soluzione per evitare i licenziamenti.
La soluzione viene affidata all’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti Invitalia, che lavorerà per cercare imprese in grado di rilevare nello stabilimento. Già ieri sono stati fatti i nomi di due aziende che potrebbero subentrare alla brasiliana Embraco: sebbene non sino stati rivelati i nomi, si tratterebbe di due imprese, una italiana e l’altra straniera, probabilmente israeliana, attive nel campo dell’industria.
Ma così come il governo si affida a Invitalia, allo stesso modo i manager Embraco si affidano alla Randstad Solution per individuare un’altra realtà industriale, stante comunque la condizionale del passaggio dei lavoratori al contratto part time, ipotesi che il ministro dello sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha respinto con forza già nei giorni scorsi
In una situazione così complessa, però, la regione Piemonte porge la mano “per impegnare risorse” in presenza di “progetti credibili”, come spiega il presidente Sergio Chiamparino.