Nel corso di un’audizione alla commissione attività produttive che si è svolta oggi alla camera, il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, ha esposto i danni del mancato investimento dell’Italia sul digitale nel settore farmaceutico. “Questo ritardo è valutabile a regime in circa 2 punti di Pil e nella mancata creazione di almeno 700mila nuovi posti di lavoro”, evidenzia Scaccabarozzi, a fronte degli “investimenti in digitale nei Paesi Europei che rappresentano oggi mediamente il 6,4% del Pil”.
Gli investimenti in digitale previsti da Industria 4.0 comporteranno per il settore farmaceutico “una riorganizzazione degli stabilimenti produttivi” ed un cambiamento “dell’approccio alla modalità di lavorare che non sarà più quella classica cui si fa riferimento oggi nei contratti nazionali di lavoro”.
L’applicazione di questo piano di semplificazione del lavoro “non comporterà la perdita di posti di lavoro”. Piuttosto, sottolinea Scaccabarozzi, “si investirà su piani di formazione e riqualificazione mirati”. Le iniziative previste nei decreti attuativi del Jobs Act sulle politiche attive “dovrebbero prevedere fondi da indirizzare alla riqualificazione e alla reimmissione nel circuito produttivo di lavoratori specializzati in tecnologia digitale.”
“Una via da sperimentare – ha concluso Scaccabarozzi – potrebbe essere anche quella di promuovere accordi interconfederali che individuino corsie preferenziali/alternative, rispetto alle normative giuslavoristiche in vigore, per individuare nuove soluzioni concordate su orari di lavoro e contratti di lavoro per la figura del ricercatore industriale di fondamentale importanza per il settore farmaceutico, volti ad una maggiore flessibilità organizzativa della prestazione e volti a rendere la figura più in linea con gli standard internazionali.”