Con una cerimonia trasmessa in diretta dalla Commissione europea, sono state apposte le firme ufficiali al piano europeo sugli investimenti voluto da presidente Jean-Claude Juncker. Oltre allo stesso lussemburghese, a firmare i documenti sullo European Fund for Strategic Investments (Efsi) sono stati il vicepresidente della Commissione, Jyrki Katainen, e il presidente della Banca europea per gli investimenti, Werner Hoyer.
“La Commissione, appoggiata da Consiglio e europarlamento ritiene che dobbiamo operare su tre fronti: risanamento dei bilanci, riforme strutturali e più investimenti”, ha detto Juncker.
“La priorità numero uno è aumentare i posti di lavoro in Europa”, ha rilevato Katainen, sottolineando come “nella nostra economia, dove si registrano segnali di ripresa, manca una componente: gli investimenti”. Gli investimenti sono infatti del 15 per cento più bassi di prima della crisi ed è facendo leva su questa voce che il piano Ue conta di agire.
“Siamo fiduciosi che riusciremo a raggiungere i nostri obiettivi di generazione di crescita e lavorio”, ha detto per parte sua Hoyer.
L’intervento complessivo messo in campo ha un ammontare teorico stimato dalla Commissione in 315 miliardi di euro. L’esecutivo comunitario ha appena pubblicato anche le linee guida sul ruolo delle banche nazionali deputate alla promozione delle iniziative. Espletati questi diversi passi formali, ora gli interventi potranno iniziare a concretizzarsi a partire dall’autunno.
Lo scorso marzo, l’Italia ha annunciato che avrebbe contribuito con 8 miliardi di euro alo piano Juncker, tramite Cassa Depositi e Prestiti, con un impegno di portata analoga a quelli di Francia, Germania e Polonia.
La Spagna contribuirà in misura più ridotta, con 1,5 miliardi, mentre la Gran Bretagna ha annunciato il contributo più corposo, 8,5 miliardi di euro. Altri 400 milioni arriveranno dalla Slovaccia, 100 milioni dalla Bulgaria e 80 milioni dal Lussemburgo.