“Chiediamo al Governo di misurarsi con noi per un sistema fiscale che abbia un profilo redistributivo e progressivo. Siamo contrari all’ipotesi di flat tax, perché in quella circostanza la redistribuzione avviene dal basso verso l’alto, non è equa, non c’è principio di solidarietà. Per questo aspettiamo di avviare un confronto efficace con il Governo: la legge delega ha un cammino lungo, serviranno almeno due anni. Ci sono le condizioni per recuperare un confronto di merito”. È quanto auspicato dal segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, parlando di fisco a margine di un incontro a Trieste.
“Al Governo abbiamo lamentato intanto una questione di metodo – ha detto – non si può convocare il sindacato a poche ore dalla riunione del Cdm solo per una informativa un po’ parziale, sommaria, lacunosa. C’è da recuperare il metodo e dobbiamo confrontarci sul merito della riforma. la prima azione da fare è contrastare l’evasione e l’elusione fiscale. E poi dobbiamo costruire un sistema fiscale che alleggerisca il prelievo sui redditi medio bassi da lavoro e da pensione”.
“Inoltre – aggiunge il segretario – bisogna detassare i frutti della contrattazione soprattutto legandoli ai premi di produttività e agli accordi di welfare, dobbiamo alzare la soglia dei fringe benefit per consentire alle imprese di sostenere i propri collaboratori a causa dell’inflazione, dobbiamo costruire una strategia finalizzata al taglio del cuneo fiscale”.
Sbarra interviene poi sulla questione del salario minimo, affermando: “Con i contratti lo passiamo fare anche in 48 ore”.Sì, al salario minimo, dunque, ma non per legge, semmai affidandolo allo strumento principe delle parti sociali. Posizione condivisa da Fedriga: “Ho paura che un eccessivo protagonismo della politica possa fare danni enormi – ha detto di Presidente – mettendo a rischio la stessa produttività”.
e.m.