I lavoratori dello stabilimento Ilva di Genova sono scesi in piazza e hanno occupato i binari della stazione ferroviaria di Cornigliano per protestare contro l’annuncio del possibile taglio della quattordicesima annunciato ieri durante l’incontro tra le segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm e Piero Gnudi.
Quella del taglio dei premi di produzione è una misura necessaria, secondo l’azienda, per consentire l’acquisto di ricambi per lo stabilimento di Taranto, con la promessa di provvedere al pagamento della parte di stipendio mancante ad agosto. Decine di milioni di euro che non verranno corrisposte agli oltre 12mila lavoratori.
Dopo aver dato vita ad un corteo all’interno della fabbrica ed incontrato il direttore dello stabilimento, Giuseppe Frustacci, i lavoratori hanno sfilato per le strade del ponente cittadino fino alla stazione di Cornigliano, dove alcune decine di manifestanti si sono seduti sui binari, bloccando per circa mezz’ora la circolazione ferroviaria.
Alla manifestazione, che ha creato gravi disagi al traffico nel capoluogo ligure, hanno preso parte alcune centinaia di operai dello stabilimento genovese. In piazza, in segno di solidarietà con la mobilitazione dei dipendenti dell’Ilva, era presente anche una delegazione di lavoratori dello stabilimento Piaggio Aero di Sestri Ponente.
Lo stato di agitazione indetto da Fiom, Fim e Uilm perseguirà anche nella giornata di domani con un corteo nel centro di Genova, dove è in programma l’assemblea regionale di Legacoop, a cui dovrebbe prendere parte anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
“Ieri -ha dichiarato il segretario genovese della Fiom Cgil, Bruno Manganaro- il commissario Gnudi ha incontrato le segreterie nazionali e ha annunciato che non ha più un euro: verrà pagato l’ultimo stipendio di luglio ma non la quattordicesima e da agosto non ci saranno più stipendi. Non avendo più un euro -ha sottolineato Manganaro- non è in grado di fare un piano industriale e quindi venderà al miglior offrente il Gruppo Ilva, mettendo in discussione anche i posti di lavoro perché immagino che chi ha voglia di comprare parlerà di esuberi”.
“Siccome è un anno che questa azienda è nelle mani del Governo, non si capisce -ha aggiunto il segretario della Fiom- cosa hanno fatto in questo tempo. Il Governo, a cominciare dal presidente del Consiglio, sono responsabili di questa situazione”, ha tuonato Manganaro.
Sindacati e lavoratori, intanto, si sono detti pronti ad alzare il livello della protesta. “Quello di oggi -ha affermato il segretario della Fiom Cgil di Genova- è stato solo un segnale di avviso ai naviganti. Domani saremo di nuovo in corteo e, visto che il ministro Poletti viene a Genova, andremo sicuramente a ‘salutarlo’ per ricordargli che gli operai siderurgici non sono disposti a perdere né il salario né il posto di lavoro”.