Insediato il nuovo Consiglio di Amministrazione di Fondimpresa, il Fondo per la formazione continua di Confindustria Cgil Cisl e Uil. Alla presidenza è stato confermato Giorgio Fossa e alla vicepresidenza è stato nominato Paolo Carcassi, Uil. Consiglieri Pierangelo Albini e Adolfo Ottonello (per Confindustria), Luciano Silvestri (Cgil) e Bruno Vitali (Cisl). La nuova squadra alla guida del più importante dei Fondi interprofessionali resterà in carica per tre anni.
Nel triennio appena concluso Fondimpresa è cresciuto con particolare incisività: ad aprile 2012 aderivano oltre 106.000 aziende con 3,7 milioni di lavoratori, ad aprile 2015 sono salite a 184.000 con 4,7 milioni di lavoratori. Dal 2007 ad oggi ha finanziato piani formativi per 2 miliardi di euro. Con strumenti adattabili alle esigenze di ogni tipo e dimensione di impresa, il Fondo ha reso possibile una pratica efficace e molto più diffusa della formazione, soprattutto nelle Pmi, il 90% delle partecipanti ai piani finanziati.
“Negli anni in cui si sono sentite più acutamente le conseguenze della crisi, Fondimpresa è riuscito a far crescere significativamente le attività formative favorendo l’innovazione necessaria a sostenere le imprese nelle sfide della competitività globale – osserva Giorgio Fossa -. Ma il Fondo ha saputo fornire opportunità di reinserimento a molti lavoratori in cig e mobilità grazie a specifici filoni formativi che intendiamo, per il futuro, finalizzare anche all’inserimento lavorativo dei giovani in azienda”.
“Si tratta di risultati concreti che rafforzano la nostra convinzione che la formazione continua costituisca oggi una fondamentale leva di politica attiva del lavoro – rileva Paolo Carcassi -. I continui prelievi governativi su queste risorse dei lavoratori e delle imprese rischiano invece di indebolire ulteriormente un volano di crescita e uno strumento di tutela dell’occupabilità su cui negli altri Paesi si investe in modo ben più convinto”. Per il neo Vicepresidente occorre “che sia valorizzato il ruolo della formazione, di cui il sistema dei Fondi interprofessionali costituisce un pilastro nel nostro Paese, dando maggior rilievo alle esperienze di qualità, di affidabilità e di trasparenza nei processi decisionali e attuativi, in contrapposizione a una concorrenzialità spuria che gioca sull’aggiramento delle regole, con conseguente indebolimento della qualità della formazione, così come della sua credibilità”.