Botta e risposta tra l’Ad di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne e il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. “Fiat – ha detto l’Ad – potrebbe non investire più in Italia perché le condizioni industriali rimangono impossibili. E i nuovi modelli Alfa Romeo potrebbero essere prodotti all’estero in quanto il Lingotto ha le alternative necessarie per realizzarli ovunque nel mondo”.. ”Rimango open minded, non ho pregiudizi”, ha aggiunto l’amministratore delegato insistendo sulla necessità che “il governo riempia il vuoto lasciato dalla sentenza della Corte Costituzionale”. Venerdì la Fiat ne parlerà con i sindacati e nel pomeriggio ci sarà l’atteso incontro con il leader della Fiom, Maurizio Landini.
Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha risposto a distanza a Sergio Marchionne, dicendo di non essere d’accordo. “Ci sono molte imprese – ha precisato – che in queste condizioni stanno continuando a investire, a crescere, a creare profitto e posti di lavoro. Questo nonostante le indubbie difficoltà”.
“E’ chiaro – ha ammesso il ministro – che il tema è caldo, specie dopo la sentenza della Corte costituzionale su Fiom-Fiat, in questi mesi io e Marchionne abbiamo discusso più volte di come migliorare le relazioni industriali”. Per questo “abbiamo lasciato alle parti sociali la possibilità di trovare un accordo” Quanto alla richiesta dell’a.d. di Fiat al governo di intervenire sulla rappresentanza sindacale, Giovannini ha risposto: “Diciamo spesso che in Italia c’è un eccesso di norme, e questo è proprio un caso in cui bisogna intervenire con attenzione proprio perché le parti sociali sono sovrane. Noi abbiamo scelto di lasciare alle parti sociali la possibilità di trovare un accordo, cosa che sindacati e Confindustria hanno fatto, in più i confederali hanno incontrato anche altre associazioni imprenditoriali proprio per trovare un equilibrio. Stiamo dando questa possibilità per poi trarre le conseguenze ed eventualmente intervenire sul piano legislativo, ma bisogna intervenire con attenzione”.
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