Il Sole 24 Ore ha avviato le procedure amministrative per le misure di cassa integrazione per il personale non giornalistico. A seguito infatti di alcune riunioni con le organizzazioni sindacali, relative alla gestione della riorganizzazione dei 210 lavoratori interessati, le parti non sono riuscite a trovare una soluzione condivisa sul piano da attuare.
“L’azienda – sottolinea in una nota l’editore – preso atto di tale impossibilità e della inderogabilità dei tempi per l’avvio del piano al fine di conseguire il risanamento aziendale, ha avviato le procedure amministrative per il riconoscimento delle misure di integrazione al reddito, auspicando comunque che nella fase amministrativa della procedura si possa arrivare ad un accordo”.
In vista dell’attuazione della cassa integrazione nei termini previsti dalle case editrici in crisi, i sindacati hanno proclamato uno sciopero per la giornata di venerdì 23 giugno. Le associazioni sindacali infatti, in una nota, sottolineano “il grande senso di responsabilità” e la “disponibilità a discutere sulle azioni di risanamento e su un nuovo assetto dell’azienda”, ricordando gli strumenti proposti ai vertici del Sole 24 ore per ridurre il costo del lavoro e degli esuberi, tra cui il mancato rinnovo dei contratti a termine e in somministrazione, l’abbattimento totale di consulenze esterne, il ricorso a part time e lavoro agile, un piano di incentivi all’esodo, lo smaltimento di ferie residue, l’applicazione del contratto di solidarietà oltre giugno 2019.
“A fronte di questa estesa disponibilità – continua la nota – il Sindacato unitariamente ha chiesto principalmente che: la sede di Trento non venisse chiusa e che le fosse applicata la stessa percentuale di solidarietà delle altre sedi. Le riduzioni di costo del lavoro già effettuate dall’azienda e quelle che saranno effettuate nel corso del piano siano esattamente quantificate e utilizzate per diminuire contestualmente le percentuali di contratto di solidarietà. Ultima ma più importante, l’impegno testuale dell’azienda a gestire solo in maniera non traumatica, anche con l’utilizzo di ammortizzatori sociali oltre giugno 2109, eventuali esuberi che a quella data dovessero ancora essere presenti.”
“A queste legittime richieste – conclude la nota – l’azienda non ha dato una risposta positiva, anzi, in maniera unilaterale, adducendo una non veritiera indisponibilità sindacale, ha aperto una procedura di Cigs per un totale di 210 esuberi. Per contrastare tale decisione le segreterie nazionali aprono lo stato di agitazione in tutte le unità produttive e indicono un primo giorno di sciopero da effettuarsi venerdì 23 su sabato 24 giugno”.