Per il quarto anno consecutivo il valore aggiunto delle imprese industriali e dei servizi risulta in crescita a prezzi correnti: l’incremento nel 2017 è del 3,9% (+3,5% industria in senso stretto, +2,1% costruzioni, +4,3% i servizi) a quota 779 miliardi, di cui oltre la metà (442 mld) generata dai gruppi. Lo sottolinea l’Istat nel rapporto sui conti economici delle imprese e dei gruppi di impresa (anno 2017).
Marcata la performance in termini di redditività, con il margine operativo lordo che, nel 2017, segna un aumento del 3,5%, a seguito di una crescita del costo del lavoro (+4,2%) maggiore di quella del valore aggiunto (+3,9%).
Le imprese attive nell’industria e nei servizi di mercato sono 4,4 milioni e occupano 16,5 milioni di addetti, di cui 11,7 milioni dipendenti. La dimensione media è di 3,8 addetti. Il 5% delle imprese è organizzato in strutture di gruppo che occupano circa un terzo degli addetti. Sono infatti 219.769 le imprese organizzate in gruppi d’impresa (99.268 gruppi), con 5,7 milioni di addetti, 5,6 milioni di dipendenti e una dimensione media di 26 addetti, che raggiunge i 75,2 addetti nel caso dei gruppi multinazionali.
Un impatto significativo sulla crescita del sistema produttivo è determinato dalle imprese organizzate in gruppi, che generano il 56,7% del totale del valore aggiunto, nelle quali l’aumento del valore aggiunto è del 5,8% e quello del margine operativo lordo è del 6,2% (contro +1,4% e +0,7% registrato dalle imprese che non appartengono a gruppi). Alla crescita del valore aggiunto si associa una domanda di lavoro positiva, che ha generato circa 419mila addetti aggiuntivi (di cui oltre il 60% nelle imprese appartenenti a gruppi), con incrementi in tutte le classi dimensionali, ma più intensi nelle imprese con 10 addetti e oltre. I costi del personale aumentano del 5,5% per le imprese appartenenti a gruppi e del 2,2% per le imprese indipendenti.
Il settore dei servizi (78,9% di imprese, 67,8% degli addetti e 58,3% del valore aggiunto totale), registra una crescita del valore aggiunto del 4,3%, ma l’incremento del margine operativo lordo è inferiore alla media (+3,3% contro +3,5%), a causa di un più sostenuto aumento dei costi del personale (+5,3% contro +4,2% medio). Solo il 4,5% delle imprese dei servizi fa parte di un gruppo, occupa il 30,7% degli addetti del settore e realizza poco più della metà del valore aggiunto dei servizi. Per queste imprese la crescita del valore aggiunto è molto superiore alla crescita media del comparto (+6,4%).
Nell’industria in senso stretto la dinamica del valore aggiunto è in linea con la variazione complessiva (+3,5% a fronte del +3,9% di media) mentre il margine operativo lordo fa registrare un aumento superiore alla media (+4,2%), spiegato da una crescita più contenuta del costo del lavoro (+2,9%). Il 10,0% delle imprese del settore è organizzato in strutture di gruppo che impiegano il 51,3% degli addetti e realizzano il 70,0% del valore aggiunto del settore. Anche per queste imprese l’appartenenza ai gruppi sembra essere un elemento premiante visto che si registra un incremento del valore aggiunto contro una diminuzione per le imprese non appartenenti ai gruppi (+5,2% rispetto ad un valore di -0,4%). Il comparto delle costruzioni registra aumenti del valore aggiunto più contenuti (+2,1%) e del margine operativo lordo (+1,4%). Il 4,8% delle imprese del settore organizzato in strutture di gruppo registra invece una crescita del valore aggiunto pari al 4,1%, contro un aumento del +1,3% delle imprese non appartenenti a gruppi.
La produttività nominale del lavoro, in generale, è maggiore per le imprese appartenenti a gruppi anche considerando la suddivisione in classi di addetti. In particolare, il differenziale emerge nelle micro imprese dove l’indicatore per le imprese in gruppi è quasi quattro volte quello delle imprese non appartenenti a gruppi. Nel settore manifatturiero, se si osservano i livelli mediani di produttività delle imprese appartenenti e non appartenenti ai gruppi, si notano dinamiche differenziate a livello settoriale, livelli mediamente più alti e una variabilità del valore aggiunto per addetto più elevata per le imprese appartenenti a gruppi rispetto a quelle indipendenti.
Il 19,9% dei gruppi di impresa, con almeno un’impresa residente nel territorio nazionale, ha natura multinazionale (il 10,1% è controllato da un soggetto residente all’estero ). I gruppi domestici (80,1%) controllano il 79,8% delle imprese appartenenti a gruppi e assorbono il 41,4% degli addetti. Il 78,1% è rappresentato da gruppi di piccole dimensioni (small groups); i gruppi Large e Very large sono il 6,4%, circa 200 dei quali sono Very large. La dimensione media dei gruppi controllati da soggetti non residenti è pari a 139,6 addetti per gruppo, contro un valore di 200,8 nei gruppi multinazionali con vertice residente e di 29,7 addetti nei gruppi domestici.
Le imprese appartenenti a gruppi risultano più produttive di quelle indipendenti: il valore aggiunto per addetto, ossia l’indicatore che rappresenta la produttività nominale del lavoro, ammonta a 77mila 350 euro ed è 1,5 volte maggiore di quello delle imprese nel complesso (47mila 150 euro).
La produttività media delle imprese organizzate in gruppi è influenzata dalla dimensione del gruppo: in quelli con oltre 5 mila addetti il valore aggiunto per addetto è di 79mila 600 euro, mentre nei gruppi con 50 imprese attive e oltre raggiunge quasi 134 mila euro. La produttività media è anche influenzata dalla tipologia di gruppo: è più elevata nei gruppi multinazionali (90mila 800 euro in quelli con vertice residente all’estero e 92mila 600 euro in quelli con vertice residente in Italia) rispetto ai gruppi domestici (56mila 900 euro).
E.G.