La periodizzazione sociologica ci colloca oggi nella quarta rivoluzione industriale, l’età dell’Industria 4.0, connotata dall’onnipresenza di Internet e dalla progressiva accessibilità dell’Intelligenza artificiale (AI). Non meno che in passato, anche alla fase attuale si accompagnano preoccupazioni per l’orizzonte del lavoro prossimo venturo e dunque per la sorte di donne e uomini che lavorano.
Una rassegna pur superficiale della rete e delle molte pubblicazioni sui media tradizionali manifesta una sostanziale ambivalenza nelle prese di posizione dei diversi autori. Per gli uni l’evoluzione tecnologica, se per un verso destinata a relegare nell’oblio alcune professioni, per altro ne genererà di nuove, ancorché oggi ignote. Per gli altri la medesima evoluzione è occasione per indossare le vesti di novelle Cassandre quanto alle sorti, tutt’altro che magnifiche e progressive, del lavoro umano.
Ma al netto dell’imprevedibilità del tempo futuro, tanto più in un contesto così fortemente evolutivo come quello tecnologico, oltre le disamine improntate al parossismo specialistico ma incapaci di una analisi di scenario o panorami previsionali aleatori e talora costruiti con un occhio al glamour mediatico, crediamo che sia oggi più produttivo e interessante porre attenzione a ciò che nella realtà presente manifesta tratti inediti rispetto a un passato anche recente.
L’ingresso prepotente negli ultimi anni dell’AI nella dimensione del discorso pubblico e persino nella colloquialità è indubbiamente legato al suo accesso gratuito e virtualmente universale, nonché al suo relativamente facile utilizzo, si pensi anche solo a ChatGPT, evocata ormai in ogni dove.
Anche persone con capacità tecniche non eccelse hanno così potuto dar agevole forma a prodotti comunicativi discernibili con estrema difficoltà da quelli generati dalla creatività umana, avvalendosi di uno dei tanti device elettronici che abitano il nostro quotidiano, dal pc al tablet allo smartphone, e senza la necessità di mettere in atto complessi iter di programmazione fatti di lunghe stringhe di simboli ignote ai più. Parliamo cioè dell’Intelligenza artificiale generativa cosiddetta prompt-based. Anche maggiore è la stupefazione laddove si osserva che i moderni bot basati sull’AI non solo eseguono compiti, ma sono altresì capaci di farsi interpreti del linguaggio umano oltreché apprendere per tramite del machine learning.
In ragione di tali caratteristiche oggi le “macchine” possono subentrare non solo a figure caratterizzate da un ruolo di mera esecuzione ma anche a chi dispone processi organizzativi, a chi si avvale essenzialmente della propria creatività, a chi svolge funzioni che potremmo in generale connotare come intellettuali. Di qui il nuovo insorgere del timore di una distruzione senza appello del lavoro umano, che abbandona gli scenari fantascientifici o della fiction per proiettarsi nelle nostre biografie.
Spingendo lo sguardo oltre i catastrofismi diffusi, possiamo ragionevolmente asserire non si dà oggi alcuna Intelligenza artificiale capace di replicare e financo migliorare il novero di attività che una persona è in grado di espletare. Esistono nondimeno sistemi di automazione e informatici in grado di condurre attività precise e limitate in maniera più efficiente di qualsivoglia persona. Ma ciò pone una serie di sfide alla realtà del lavoro.
I temi accennati sono stati oggetto del seminario “LAVORO E INTELLIGENZA ARTIFICIALE”, organizzato lo scorso 7 maggio dalla Cisl Monza Brianza Lecco presso l’IRCSS San Gerardo di Monza, che ha visto la partecipazione di diversi esperti, già da anni allo studio teorico e all’inveramento pratico dell’Intelligenza artificiale. Fra loro Alessandra Ingrao, professoressa associata di Diritto del Lavoro presso l’Università degli studi di Milano, Paolo Palmerini, Project Manager and Board Member di GnuCoop Soc. Coop., Mauro Quaini, CEO di PuntoCom Group e Antonino Martino delegato FIM CISL in ST Mircroelectronics. Presente in sala una classe di futuri informatici dell’istituto Hensemberger di Monza. L’evento, moderato dal responsabile della Scuola sindacale permanente della USR CISL Lombardia Marco Bianchi, è stato aperto con un contributo video appositamente realizzato dall’euro-parlamentare Brando Benifei, relatore dell’AI Act dell’Unione, che ha spiegato i contenuti della nuova legge europea di regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale.
Introducendo i lavori, Mirco Scaccabarozzi, Segretario Generale della CISL Monza Brianza Lecco, ha osservato: “Dovremo rapportarci con cambiamenti epocali da gestire con grande responsabilità sotto il profilo delle scelte politiche”. “Per la Cisl – ha continuato – si tratta di accompagnare l’iter transitorio, anteporre alla sostenibilità puramente economica quella sociale, con la salvaguardia di posti di lavoro e reddito riproponendo la centralità della formazione, anche attraverso l’implementazione degli ITS, capace in particolare di accrescere competenze di natura non cognitiva che le macchine dell’AI non possiedono, quelle relazionali su tutte. Non solo, occorre dar vita a politiche del lavoro che valorizzino gli indici di profilazione oltreché garantire un sostegno economico ai soggetti più vulnerabili e a maggior rischio di espulsione dal mercato del lavoro”.
Particolare attenzione nello sviluppare l’Intelligenza artificiale andrà posta al suo portato etico. Nel processo di addestramento, ad esempio, va esclusa la possibilità di introdurre pregiudizi che finiscano poi per riprodurre e ampliare le diseguaglianze. Come riportato dalla prof.ssa Ingrao, in una grande azienda ove da tempo si impiegava l’AI per il recruiting di tecnici informatici, è emerso che l’algoritmo utilizzato si era auto addestrato, attraverso il machine learning, a riconoscere solo i termini declinati al maschile, generando una vera e propria discriminazione di genere. Discriminazioni che sono spesso oggetto di cause nel settore dei rider, il cui lavoro è gestito da algoritmi che profilano il lavoratore, lo geolocalizzano e addirittura decidono se quel giorno lavorerà o meno. L’algoritmo infatti è in grado, attraverso la profilazione della sua velocità, affidabilità e, addirittura, del gradimento dell’utenza rivelato attraverso le recensioni lasciate sulle piattaforme, di ingaggiare i lavoratori che garantiscono il massimo livello di efficienza.
“Questi episodi ci mostrano chiaramente come i dati siano potere, e non solo di controllo. Quelli applicati nell’AI sono veri e propri sistemi decisionali sistematizzati che possono facilmente creare discriminazioni e che richiedono quindi una regolamentazione stringente: trasparenza nei criteri su cui si basa l’algoritmo, possibilità di opporsi e chiedere una revisione rispetto alla propria profilazione, rispetto della normativa sulla privacy”. “A questo proposito” suggerisce la prof.ssa Ingrao “le Organizzazioni Sindacali dovrebbero portare ai tavoli di contrattazione nazionali la possibilità di inserimento nei CCNL della figura del Rappresentante dei lavoratori per la privacy, così come esiste il Rappresentate dei lavoratori per la sicurezza”. E proprio la contrattazione collettiva concorre in questo senso a generare buone prassi. Si pensi al CCNL siglato lo scorso 19 febbraio tra l’Assogrocery e le categorie del sindacato confederale che associano gli shoppers (i professionisti del delivery della spesa, che operano attraverso piattaforma). Per la prima volta si stabilisce l’obbligo della committenza di informare lo shopper e le organizzazioni sindacali sottoscrittrici dell’utilizzo di sistemi decisionali o di monitoraggio automatico volti a fornire indicazioni rilevanti ai fini del conferimento dell’incarico, della gestione o cessazione del rapporto di collaborazione, dell’assegnazione degli incarichi, con possibilità di avviare un confronto tra le parti nel merito. Ulteriore elemento positivo è la piattaforma per il prossimo rinnovo dei sindacati metalmeccanici, ove si chiede di definire norme atte a prevenire l’uso distorto nonché a favorire la partecipazione alla governance degli algoritmi.
Mauro Quaini, CEO di PuntoCom Group, ha illustrato la molteplicità dei campi di applicazione dell’ AI soffermandosi sul caso pratico di un’azienda bresciana che, attraverso l’intelligenza artificiale ha ridotto del 37% i tempi produzione e consegna degli ordini. Un piccolo miracolo reso possibile dalla capacità dei nuovi sistemi di gestire contemporaneamente una quantità di variabili che la mente umana non riuscirebbe a processare.
Paolo Palmerini, Project Manager and Board Member di GnuCoop Soc. Coop ha invece presentato esempi di applicazione dell’intelligenza artificiale per il raggiungimento di obiettivi di sviluppo sostenibile nel terzo settore, nelle cooperative e nell’economia sociale.
Infine, attraverso la voce di Antonino Martino, fisico e delegato sindacale FIM CISL è stata raccontata l’esperienza di quella che è la più grande azienda brianzola che utilizza l’A.I., la ST Mircroelectronics di Agrate Brianza e di quanto sia stimolante l’azione sindacale in una realtà in cui lavorano a stretto contatto ricercatori, ingegneri, fisici, matematici e operatori di produzione. L’azienda ha investito quattro miliardi di dollari per il nuovo impianto R3, la cui missione è anzitutto quella di mantenere e rilanciare per i prossimi anni la leadership di ST nel settore della Potenza intelligente – Smart Power – e la competitività grazie al passaggio a wafer da 300 mm, che comporta un salto in avanti nella capacità produttiva e nell’economia di scala. Grazie a un accordo provinciale siglato il 21 marzo 2022 da Assolombarda e Cgil Cisl Uil che, a fronte dell’avvento dei nuovi sistemi d’innovazione tecnologica connessi all’Intelligenza artificiale e muovendo dal riconoscimento delle accresciute esigenze di qualità, competitività e sviluppo dell’impresa unitamente alla necessità di conciliare le esigenze di vita e lavoro delle persone, richiede un coinvolgimento sempre maggiore dei lavoratori, sono stati attivati iter sperimentali di partecipazione effettiva di lavoratrici/lavoratori e delle loro rappresentanze nell’organizzazione del lavoro, superando le consuete pratiche di semplice consultazione e informazione. In altri termini, si è dato vita a un processo di partecipazione diretta dei lavoratori, a partire da fabbisogni diffusi e con l’obiettivo di risolvere problemi comuni, in logica di team e con l’ausilio di figure esperte quali il prof. Carcano e il prof. Pero del Politecnico di Milano.
Dunque contrattazione e partecipazione, la prospettiva di futuro propria della Cisl, incarnata dalla legge di iniziativa popolare ‘La Partecipazione al Lavoro’, che ha compiuto passi importanti nell’iter parlamentare.
Ci dobbiamo aspettare una catastrofe occupazionale e sociale dal nuovo avvento tecnologico? Pensiamo di no. Si tratta però di accompagnare la transizione. Certo non si disegnerà il medesimo panorama nei diversi lavori e in tanti faranno fatica. Ma si tratta essenzialmente di gestire sotto il profilo delle scelte politico-sindacali la nuova realtà configurantesi. I sistemi di intelligenza artificiale creeranno un enorme valore aggiunto in moltissimi campi. A noi l’onere contrattuale di redistribuirlo equamente, in primis tra i lavoratori.
Mirco Scaccabarozzi, Segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco