Secondo i dati contenuti nella consueta nota mensile dell’Istat, nel secondo trimestre 2018 prosegue, seppure su ritmi più contenuti e inferiori a quelli dell’area euro, la crescita dell’economia italiana. L’indicatore anticipatore si stabilizza sui livelli del mese precedente, suggerendo il mantenimento degli attuali ritmi di crescita dell’economia.
L’attuale fase ciclica risulta caratterizzata da una sostenuta espansione degli investimenti, dal contributo negativo della domanda estera netta e da una diminuzione della produttività del lavoro. La diffusione settoriale della crescita diminuisce nel settore manifatturiero a fronte di una stabilità nei servizi.
L’inflazione è in ripresa, con una dinamica ancora inferiore a quella dell’area euro. Nel secondo trimestre il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,2% su base congiunturale, in leggera decelerazione rispetto al trimestre precedente (+0,3%). La crescita è stata sostenuta dalla domanda interna (+0,6 punti percentuali il contributo alla crescita) e in particolare dagli investimenti fissi (+0,5 punti percentuali); anche le scorte e gli oggetti di valore hanno fornito un contribuito positivo (+0,2 punti percentuali). La domanda estera netta ha apportato un contributo negativo (-0,5 punti percentuali).
Nel secondo trimestre, i consumi finali nazionali hanno segnato una debole crescita (+0,1%), inferiore a quella rilevata il trimestre precedente (+0,3%), a sintesi di andamenti della stessa intensità per la spesa delle famiglie residenti e per quella delle amministrazioni pubbliche (+0,1%). In un contesto ancora moderatamente positivo per i principali raggruppamenti di beni, il rallentamento ha riguardato la spesa per beni durevoli (+0,2% rispetto a +0,5%) mentre i beni semidurevoli hanno registrato un rimbalzo congiunturale (-0,9%) dopo il robusto aumento del trimestre precedente (+2,9%).
Per quanto riguarda l’input di lavoro, i dati trimestrali di contabilità nazionale riferiti al secondo trimestre indicano un aumento congiunturale delle ore lavorate (+0,7%) e delle unità di lavoro (+0,4%) superiore a quello del Pil. La produttività del lavoro risulta quindi in diminuzione rispetto al primo trimestre, in termini sia di unità di lavoro (-0,2%) sia per ora lavorata.
A luglio la stima degli occupati ha segnato un lieve calo rispetto al mese precedente (-0,1%). Su base annua si evidenzia invece un aumento dell’1,2% (+277 mila unità) trainato dai lavoratori a termine (+336 mila) e in misura inferiore dagli indipendenti (+63 mila), mentre calano in misura rilevante i dipendenti permanenti (-122 mila).
La disoccupazione si è ridotta (-0,4 punti percentuali rispetto al mese precedente), a sintesi di miglioramenti sia per la componente maschile (-0,3 punti percentuali) sia per quella femminile (-0,4 punti percentuali). Alla riduzione della disoccupazione si è associato l’aumento del tasso di inattività, attribuibile quasi completamente alla componente femminile rispetto a quella maschile (rispettivamente +0,4 e +0,1 in punti percentuali).
Ad agosto la stima preliminare dei prezzi al consumo ha confermato, per il quarto mese consecutivo, la risalita dell’inflazione. La crescita tendenziale dell’indice per l’intera collettività nazionale è risultata la più alta da aprile 2017 (+1,7%). Il tasso relativo all’indice armonizzato a livello europeo, in decelerazione di due decimi di punto rispetto al mese precedente, si è attestato sullo stesso valore.
Infine, ad agosto l’indice del clima di fiducia dei consumatori e l’indice composito del clima di fiducia delle imprese hanno segnato una flessione, influenzati rispettivamente dal deterioramento della componente economica e dall’andamento della manifattura, dove sono peggiorati sia i giudizi sugli ordini sia le attese sulla produzione. L’indicatore anticipatore si stabilizza sui livelli del mese precedente, suggerendo il mantenimento degli attuali ritmi di crescita dell’economia.