Secondo quanto rilevato dall’Istat, nel 2016 la retribuzione contrattuale oraria è cresciuta dello 0,6% rispetto all’anno precedente. Si tratta dell’incremento più basso mai registrato dall’inizio delle serie storiche nel 1982. Rispetto allo scorso anno l’aumento si è quasi dimezzato, risultando poco più della metà di quanto si è registrato nel 2015.
A dicembre l’indice delle retribuzioni orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta dello 0,4% nei confronti di dicembre 2015.
Con riferimento ai principali macrosettori, a dicembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dello 0,5% per i dipendenti del settore privato (0,3% nell’industria e 0,7% nei servizi privati) e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: alimentari, bevande e tabacco (1,8%) e commercio (1,0%). Si registrano variazioni nulle nei seguenti settori: estrazione minerali; legno, carta e stampa; energia e petroli; chimiche; metalmeccanica; energia elettrica e gas; servizi di informazione e comunicazione; telecomunicazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione.
A dicembre i contratti in attesa di rinnovo sono 47 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa 6,5 milioni di dipendenti (di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego). La quota dei dipendenti in attesa di rinnovo contrattuale è pari al 50,5%, in diminuzione rispetto al mese precedente (68%).
L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 53,7 mesi, in diminuzione rispetto allo stesso mese del 2015 (56,4). L’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 27,1 mesi, in crescita rispetto ad un anno prima (22%). A dicembre sono stati recepiti due nuovi accordi (metalmeccanica e servizio smaltimento rifiuti-aziende private), mentre nessuno è venuto a scadenza.
Alla fine di dicembre 2016, invece, i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 49,5% degli occupati dipendenti e corrispondono al 47,3% del monte retributivo osservato. Complessivamente, nell’anno 2016 sono stati recepiti 13 accordi a cui fanno riferimento poco meno di 3 milioni di lavoratori dipendenti, con un monte retributivo pari al 21,8% del totale economia.