L’impatto della crisi sanitaria sull’economia italiana provocherà un crollo del Pil dell’8,3% nel 2020. Il recupero nel 2021 ci sarà, ma sarà solo parziale (+4,6%). E’ quanto emerge dal Rapporto annuale dell’Istat.
Al rallentamento congiunturale del 2019 si è sovrapposto l’impatto della crisi sanitaria e, nel primo trimestre, il Pil ha segnato un crollo congiunturale del 5,3%. “I segnali più recenti includono: inflazione negativa, calo degli occupati, marcata diminuzione della forza lavoro e caduta del tasso di attività, una prima risalita dei climi di fiducia. Le previsioni Istat stimano per il 2020 un forte calo dell’attività economica, solo in parte recuperato l’anno successivo”.
Secondo le stime dell’Istituto la ripartenza delle attività di produzione e consumo – ormai avviata in gran parte delle componenti produttive – sosterrà un miglioramento del clima economico, con un effetto di graduale recupero. Per il Pil si prevede, dopo una flessione ulteriore nel secondo trimestre, un aumento nel secondo semestre dell`anno. Nella media del 2020, il Pil, dunque, segnerebbe una caduta dell`8,3 per cento rispetto al 2019, derivante dalla contrazione della domanda interna che, al netto delle scorte, contribuirebbe negativamente per 7,2 punti percentuali. Anche la domanda estera netta e le scorte fornirebbero un contributo negativo, ma di intensità decisamente ridotta (-0,3 e -0,8 punti percentuali rispettivamente).
TN